Domenica all’Horacio Billoch Caride, campo centrale del glorioso e desertificato Buenos Aires Lawn Tennis Club, sono scorse più lacrime di quelle scese sul volto di Grecia Colmenares nelle 200 puntate di Milagros (in realtà “Pasiones” nella versione originale Argentina).
A 4 anni dalla foto virale di cui sopra che lo ritrae giocare solitario a tennis contro un materasso nel giardino di casa durante la pandemia, c’erano invece tutti a festeggiare la vittoria di Facundo “Facu” Diaz Acosta, 23enne enfant du pais. C’era sopratutto nonna Alicia, capostipite insieme all’ormai scomparso marito Osvaldo di una famiglia di tennisti più o meno compiuti (i nonni, che gli hanno messo la prima racchetta in mano, sono stati anche N1 in Argentina tra i senior), scendendo fino a mamma Cecilia e papà’ Pedro, che giocava in doppio con Eduardo Puppo, giornalista e storico del tennis che ha passato anni a cercare di riscrivere la storia nel tentativo di accreditare il meritato N1 del mondo a Guillermo Vilas.
Facu la sua storia l’ha scritta la scorsa settimana, entrato in tabellone con una wild card, ha vinto turno dopo turno fino alla finale con gli occhi sgranati di chi porta avanti una missione. Lui che ha passato gli ultimi 4 anni in campacci di periferia tra futures e challengers sudamericani (ne ha vinti 4 l’anno scorso, entrando per le prima volta nei 100) e che allo scorso Roland Garros si meravigliava come un bambino che i rimbalzi sulle righe fossero regolari e non del tutto casuali.
Mancino cresciuto col mito di Nadal, di cui chiaramente ha provato a replicare in modo maniacale i gesti fin dalla sua stanzetta di bambino, ha un fisico esile che sembra potersi spezzare a ogni colpo, invece ha un rovescio davvero bello e fluido, e un dritto uncinato da terraiolo doc che può far male a molti. Possiede la palla corta d’ordinanza di chi ha i calzini sporchi di rosso fin dalla tenera età e ha leggermente meno paura della rete di una triglia (o di Rublev, fate voi le differenze sono minime).
Ha osato disobbedire alla legge Tommasi battendo Wawrinka all’esordio a Rio de Janeiro, svizzero che in realtà potrebbe rivoltarlo con una pizza.
Seguirò Facu con simpatia sperando che uscito dal suolo patrio si ricordi di quel materasso contro il muro e non si faccia imborghesire dai comodi letti su cui dormirà da oggi in poi e possa rinverdire i fasti della scuola argentina anche sulla terra che conta, quella Europea di primavera.
Diaz Acosta: anche io Facundo
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- balbysauro
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Re: Diaz Acosta: anche io Facundo
grande presentazione
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- Illuminato
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Re: Diaz Acosta: anche io Facundo
Mi sa che questa se la ricorderà a lungo, primo mp sfumato con campo libero sul dritto lungolinea finito in corridoio, 5-2 e due servizi al tie finale da lì in poi commette due DF. Avrebbe meritato perché aveva giocato con intelligenza e coraggio sommergendo il greco di palle corte. Comuqne primo torneo al livello a cui lo si aspettava sulla terra europea.
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