Asman ha scritto:Emily, mi piacerebbe leggere una tua descrizione sulle differenze di personalita', carattere, interpretazione del gioco e cosi' via, tra Sampras e Federer. Che cosa in particolare non ti piace dello svizzero, posto che si tratta pur sempre dell'unico vero erede di sua Maesta'?
E' strano, ma anche la mia ragazza, mio fratello e un mio amico, pur ammirando entrambi questi fenomeni, trovano Pete piu' caldo, piu' umano. Al momento, pur incantato dal gioco di Federer, anch'io, come avrai ben capito, non riesco a trepidare nei suoi match come mi succedeva invece in quelli indimenticabili di Sampras, il Tennis fatto Uomo!!!
Ciao!
Asman
Ti ringrazio per la fiducia che mi dai facendomi questa domanda, immaginando quindi che io abbia una risposta. Non ce l'ho, o per lo meno, non ce l'ho per te.
Credo che ognuno di noi quando si tratta di ciò che tu definisci"caldo, umano" debba guardare in se stesso, a che cosa dei gesti tennistici, della mimica, delle parole, delle scelte di vita fuori campo dei nostri beniamini (almeno come ce li mostrano i media) non solo soddisfi l'idea che abbiamo del tennis, ma tocchi particolari corde del nostro cuore: che cosa in sostanza ritroviamo di noi stessi, della nostra storia, dei nostri ideali di vita in questo o quel personaggio, ma anche nel suo stile di gioco..Piuttosto ti pongo una domanda su un’osservazione che mi fa spesso Firefly, e cioè che in questo forum ci siano molti che abbiano ammirato Sampras, ma pochi, anzi, solo tre, lei stessa, Giuseppe Loccisano, e G&A che l’abbiano veramente amato.. Ci aggiungerei anche te, ora, Asman, e allora potresti tu, se non l’hai già fatto definendolo il Tennis fatto uomo, spiegarci la differenza fra amore, essere un suo fans, e ammirazione.
Quindi ti deluderò, Asman, non ti risponderò sul personaggio Sampras, su cui ho comunque un quadro più completo perché ha ultimato la sua carriera, né ti risponderò sul personaggio Federer che è in formazione e sto ancora studiando.
Credo poi che ognuno di noi sul fatto della personalità e del carattere di un campione dovrebbe,( pur premettendo che non siamo loro familiari e amici) scrivere solo di chi crede di aver capito, e visto che negli ultimi anni mi sono dedicata a trovare una risposta a quella domanda che si fa invano Clerici nei 500 anni di tennis, del perché Kafelnikov non sia stato a livello di Sampras e di Agassi, e non l’abbia io voluta trovare nelle semplicistiche analisi di Tommasi and company, ma abbia osservato,letto, ascoltato, chiesto in giro, questo è stato un compito talmente arduo ma pieno di soddisfazioni che non chiedo altro dal tennis di vertice, e non desidero neanche comunicarlo: me lo tengo per me e mi dedico ai vari Mathieu in giro per la davis e per i circuiti.
La ricerca sul russo mi ha fatto capire però quanto a volte siano distanti le immagini che le persone vogliono dare di sé e quello che siano veramente, per cui, anche se nel caso di Sampras un’idea ce l’avrei
, ma non ho le prove in questo caso, solo intuizioni, me le tengo per me.
Parliamo delle somiglianze di gioco fra Pete e Roger, allora, su cui non posso che concordare con Kaiser: nulla, attualmente, non hanno nulla in comune.. E il dato straordinario di questo sport unico che è il tennis è proprio il fatto che dopo un lungo periodo di dominio, 6 da assoluto numero uno da parte di Sampras, sia sorto un nuovo astro con un record incredibile di vittorie ottenute attraverso un gioco diverso, per cui almeno io, considerandoli nelle loro migliori performances, posso dire al limite quale preferisco ma in senso solo soggettivo, di tecnica, di gesto singolo, ma come si può dire di amare di più La ronda di Notte di Rembrandt o Il cenacolo di Leonardo, nella consapevolezza che sono entrambi indiscussi capolavori.
Federer è veramente qualcosa di unico, nella sua perfetta sincronia dei colpi da fondo, nella facilità con cui colpisce la palla, anzi la addomestica di mezzo volo, mentre di là l’avversario di turno corre sperando di indovinarne la traiettoria.In taluni momenti dà proprio l’idea di essere su un altro pianeta, o su una nuvola rispetto al mortale sulla terra sottostante, a colpire con calma, senza sudare, senza stancarsi, perché a lui ogni colpo viene facile e non dà neppure l’idea di imprimergli particolare forza, velocità, potenza, eppure vedi improvvisamente arrivare la palla di là, anzi schizzare di là e far sì che l’altro si accorga di essere inadeguato a rispondere...la pallina magica dei giocattoli, insomma.
Se dovessi fare un paragone, restando nel campo pittorico, il gioco di Federer da fondo mi ricorda la perfetta armonia di un’opera contemporanea, però, non classica, un Picasso del periodo rosa, per esempio, quella con cui l’autore è come se ti dicesse: vedi, io, se voglio posso dipingere come Raffaello, ma lo interpreto a modo mio.
E con questo non venitemi più a dire che non apprezzo Federer.
Senti, spezzo il post in due, e parlo di Sampras in quello dopo, ok Asman?