spillo ha scritto:Volevo fare alcune notazioni per giudicare la stagione di Fognini, argomento molto dibattuto di recente.
I miei ragionamenti scaturiscono dalla semplice analisi dei suoi risultati. Ho visto poco giocare Fabio, per cui non posso legare questa serie di ragionamenti al lavoro tecnico che sta dietro ai suoi risultati.
Ad inizio 2006 Fabio era numero 305 con 109 punti ATP. Questo punteggio era stato costruito con 10 punti conquistati in un unico torneo ATP (Palermo), 36 punti conquistati nei Futures ed il resto, 63 punti, guadagnato in tornei Challenger.
Nel 2006 ha ottenuto 151 punti, di cui 76 in tornei ATP, 63 punti nei tornei Challenger e 12 nei futures. Vale a dire che Fabio, anziché cercare un consolidamento della sola classifca ottenendo punti nei Challenger, ha mirato soprattutto ad alzare il suo livello di gioco, confrontandosi con i tornei ATP.
Affrontare le quali e poi incontri durissimi a livello di tabellone principale ATP, probabilmente è meno remunerativo in termini di classifica che non giocare i Challenger, ma lo è senz'altro da quello dell'esperienza.
Il fatto che i punti di Fabio, siano senz'altro punti di "qualità" può essere confermato guardando, la classifica della Race, che tiene conto dei soli tornei a livello ATP. In questa classifica, che ci dice quali sono i tennisti che maggiormente hanno ottenuto risultati nei tornei di alto livello, Fabio è il numero 156 del mondo (quindi classifica molto migliore rispetto alla entry-System) ed è il numero 8 d'Italia, preceduto soltanto da Volandri, Bracciali, Seppi, Sanguinetti, Starace, DiMauro e Galvani.
Se passiamo in rassegna la sua stagione si può notare che:
- Con un po' più di fortuna, la sua classifica sarebbe potuta essere migliore. Basti ricordare che a Baires ha perso 6-7 6-4 6-4 da Moya, che poi ha vinto il torneo ed a Palermo 2-6 6-1 7-6 dal finalista Lapentti.
- Che i migliori match Fabio li ha giocati proprio nei tornei più importanti (le suddette sconfitte tirate, la vittoria su Djokovic nelle quali di Roma, gli incontri di Amersfoort, i quarti a Napoli). Segno che egli si sia focalizzato su certi impegni e che gli impegni Challenger sono stati utilizzati soprattutto da allenamento per arrivare al top nei momenti che contavano. Questo difatti ci è stato confermato più volte dalle dichiarazioni del suo coach
Se ci raffrontiamo con i migliori azzurri degli ultimi 20 anni, mi pare che nessuno avesse l'esperienza a livello ATP di Fabio a 19 anni.
Certo adesso l'esperienza fatta va concretizzata, riuscendo qualche volta ad andare più avanti in un ATP, al limite ottenendo un risultato di prestigio in un Challenger, ma di sicuro nel complesso la stagione di Fabio è da considerarsi già adesso più che positiva.
bel post, ho fatto anch'io queste considerazioni e apprezzo molto le scelte di Fabio e del suo staff, assolutamente in controtendenza rispetto alla prassi comune dei "mammoni" e ragionieri italiani.
L'unico dubbio che mi resta è sul rischio che Fognini possa in futuro (e glielo auguro, vorrebbe dire essere arrivato ad un buon livello di classifica) soffrire delle "Sindrome di Seppi", ovvero di quella malattia che colpisce chi viene catapultato direttamente dai futures ai tornei ATP. Il rischio è quello di balzare in classifica sulle ali dell'entusiasmo e di qualche risultato importante senza essersi costruiti nel corso degli anni una mentalità vincente (Seppi ha al suo attivo la miseria di un future e basta) e senza avere il paracadute in un momento critico che in seguito, come per Andreas, può capitare.
In definitiva, è vero che altri tennisti - mi vengono in mente Djokovic, Nadal, Gasquet... - sono rimasti poco nel limbo dei challenger, ma è pur vero che questi pochi li hanno vinti o quasi.
Aspettiamo Fabio nel 2007, è l'anno del dentro o fuori