Harry Potter e l'Ordine della Fenice

[nico]

Harry Potter è l'Ordine della Fenice, quinto film tratto dai libri di J.K. Rowling, segna un deciso passo indietro rispetto ai suoi predecessori. Cuaron con il prigioniero di Azkaban e Newell col Calice di fuoco avevano dato una loro efficace impronta, pur diversissima, alle vicende del maghetto più amato del mondo; in questa quinta trasposizione m'è parso tutto abbastanza lineare, ma verboso, semplicistico e con poca epicità. In una parola: anonimo.
La colpa? Della Rowling che a detta dei Potteriani col quinto libro (il più lungo della serie per - curiosità- il film più corto) ha scritto il capitolo peggiore della sua saga? Di Goldenberg, chiamato alla sceneggiatura in sostituzione di Steve Kloves autore dei quattro precedenti (che tornerà però per il sesto e il settimo)? O di quello sconosciuto David Yates, regista televisivo britannico al suo esordio nel blockbuster e con uno dei film più attesi dell'anno (cattive notizie, torna anche nel prossimo)?

Sia a livello di scrittura che registico il film non convince. Parte bene, con una bella scena nel mondo dei babbani, tesa, cupa, violenta. Poi, però, il tormento di Harry Potter (e via di flashback e immagini sgranate, all'insegna della novità) alla terza scena stanca. E' un Potter burocratico, anche nella svolgimento della trama e non solo nei suoi contenuti. Manca il coinvolgimento perfino nelle scene più spettacolari e sentite, la scontro finale e la morte di uno dei protgonsiti prima accadono, un minuto, e poi te ne sei già scordato.
Sembra tutto troppo dimesso per essere credibile; Yates usa i toni della commedia, quelli del dramma, perfino aggiungendo delle tinte horror. Ma non sa dare continuità alla sua opera, saltibeccando di qua e di là senza troppa convinzione. A livello visivo, peraltro, mi pare che alcune scelte siano il peggio della CGI (il gigante, i centauri, perfino Hogwarts), in un periodo in cui sullo schermo s'è visto coi Transformers cosa la tecnologia sia in grado di fare.
HP5 è poi il simbolo di come un cast stellare, in cui sono presenti i 3/4 del gotha del cinema inglese, possa essere malgestito. Intendiamoci, non è possibile dare spazio a tutti i personaggi, ma quando vedi un premio Oscar come Maggie Smith ridotto alla comparsa di quarta fila oppure attrici come Helena Bohnam Carter (naturale nell'interpretare la follia di Bellatrix Lestrange) o Emma Thompson ridotte alla presenza di 3 minuti ti chiedi se tale spreco sia proprio necessario. In ogni caso il livello recitativo è buonissimo da parte di tutti, in particolare è da sottilineare la superba prova di Imelda Staunton nei panni di Dolores Umbridge, perfetta nel mascherare la perfidia del suo personaggio dietro moine e completini rosa confetto.

Dunque HP5 non convince. La colpa non si è ancora capito di chi è, ma qualcosa che non va c'è ed è evidente; il film prima annoia e poi delude.

Voto: 5.5

[whiterussian]

Nico, stavolta non sono d'accordo con te. Il film non raggiunge nemmeno la mediocrità, oltre ad essere dio certo il più brutto della saga, contrariamente agli elogi che vengono fatti al corrispettivo su carta.
Invece di aprire un topic, lo potevi mettere direttamente in Era meglio una strizzata di palle

Voto: 4

[Fillo]

totalmente inconsistente....voto basso...

[Huggy_Bear]

è un film di transizione infatti per l'episodio finale che spero davvero che sia un gran film...

[RussianTennisGods]

vado controcorrente, il film è bello e le tinte sono forti, altroche commedia.
la critica purtroppo va fatta per l'eccessiva brevità del film che non sviluppa alcuni capitoli molto importanti (la profezia) e lascia mal delineati alcuni personaggi (sirius, bellatrix e gli stadi d'animo di potter e deglia altri ragazzi).
gli effetti non sono male e la rappresentazione di voldemort è eccellente.
il problema che il libro è il libro e non c'è verso, un film di sole 2 ore non può rappresentarne bene la 1000 sfaccettature e i numerosi personaggi che compaiono all'interno del libro che della saga della rowling è tra i più riusciti (anche se troppo lungo a parer mio).