Nickognito ha scritto:È il criterio.
Esempio.
Tizio vince 4 majors di valore 89, 88, 87 e 86
Caio vive 1 major solo di valore 95
In ottica all time però:
Se facciamo 10 super tornei, ed esistono 9 prestazioni >95, alla fine Caio avrà un super torneo vinto e Tizio 0.
Se esistono 11 prestazioni >95, entrambi nev scranno zero
Se esistono 10 prestazioni superiori a 87, Tizio nev avrà 2 e Caio 1.
Il criterio è quindi decisivo
Comincio a vedere una luce in fondo al tunnel, anche se molto fioca.
Ma ecco due problemi.
Il primo è che, almeno in teoria, un giocatore potrebbe anche presentarsi con una prestazione da 100 come unico acuto di una carriera da 15. E per me l'anomalia statistica va rigettata e dovrebbero comunque partecipare solo plurivincitori di slam. Possiamo discutere su come fissare l'asticella, tipo "un Wawrinka" oppure "un Edberg" o almeno "un Tilden", non lo so, ma penso che nel macrocosmo di una prospettiva alltime (fosse anche solo limitata all'era ATP) farei un po' fatica a vedere un Johansson o un Korda (e tutto sommato pure un Safin o un Kafelnikov).
Il secondo problema però è molto più difficile da risolvere ed è che il valore di una vittoria non è data solo dal livello degli avversari. Ma anche dal livello del vincitore in quel momento, ed è una cosa però sostanzialmente impossibile da quantificare se non facendo riferimento alle impressioni di chi lo ha visto. Ci sono alcune versioni parigine di Nadal che valgono non solo perché in finale le dava di santa ragione a Federer, ma perché vedendolo giocare era chiaro che manco Gozer il gozeriano lo avrebbe battuto. Idem per il Mac di NY e Wimbledon84, o almeno un paio di Sampras in entrambi i tornei, e via via per tanti altri che in momenti di straordinario valore personale hanno avuto la sfiga topiconiana di non avere sul proprio cammino avversari di livello storico ma semplici uomini in carne ed ossa.