E' un punteggio bugiardo, cosa assai frequente nel tennis (si pensi a Miami, dove il 3-0 di Djokovic lascerà ai numerologi la sensazione che fosse stata una passeggiata di Novak anzichè una gara dove si vide gran tennis) ,perchè lascia suppore un match identico a quello del 2005 laddove invece si è avuta non solo una migliore qualità,migliore anche della finale dello scorso anno, piuttosto sconfortante,ma anche parecchie conferme sul perchè Roger sbatta sempre sul muro maiorchino.
Eppure, a vedere la crescita netta ,diesel di Rafa a partire dal terzo e il modo in cui il dirittone e il passnantone sono tornati quelli di inizio stagione sul rosso, ho la certezza che l'avrebbe spuntata anche in un quinto set.
Roger per tre set è stato complessivamente migliore di Rafa,questa volta.
Una precisazione; molti han parlato per tutto il torneo di un rafa fisicamente non brillantissimo.
A Parigi Rafa non è mai brillante come lo è a Montecarlo,per ovvi motivi di continuità della tenuta; ecco perchè il miglior Nadal lo si vede sempre a Roma o nel principato e meno nel suo feudo Francese.
E il fatto che un Nadal fisicamente all' 80% (60% nei primi due set) l'abbia vinta in 4 fa capire che più di tutti i discorsi tecnici è proprio nel fisico, nella resistenza allo scambio prolungato sul rosso la differenza incolmabile tra i due.
Da questo punto di vista,premesso che i due andavano in finale con qualsiasi tabellone ( e Nalbandian-Nadal non lo vedremo mai..), mi sento di dire che il Draw abbia quest'anno avvantaggiato lo spagnolo, che ha avuto l'unico giocatore in grado di fiaccarlo un po' fisicamente negli ottavi,mentre un Davydenko in semifinale sarebbe stato un bruttissimo pesce in temrini di durata. La freschezza fisica ritrovata nella seconda settimana, proprio quella in cui Roger, toccato l'apice con Starace, è apparso in leggero calo ,l'assenza di set persi, è stata decisiva nel momento clou del match, quell'inizio del terzo set in cui pensavo che su un set pari rafa soffrisse l'allungamento dell'incontro e Roger sentisse finalmente di farcela.
Roger ha bleffato a Roma, Rafa ha bleffato ad Amburgo,il che porta meglio
. Era ben più prevedibile una partenza speedy di rafa con calo successivo che la salita di tono vista sulla media distanza.
Premesso che stavolta sul piano tecnico non c'è proprio da crocefiggere Federer,apparso peggiore,molto peggiore nella scorsa finale,alcune critiche sono da muovergli:
- Il Servizio non è ancora quello che dovrebbe essere. Sì, ottime percentuali nel secondo set,buone nel terzo, quello in cui si è visto il miglior tennis di entrambi,disastrose nel primo,dove sarebbe bastato quello per portare a casa la posta, e, il che è grave, sempre maggiori patemi e minore efficacia verso la fine dei set.
-Incomprensibile la rinuncia a giocare il rovescio tagliato e a rischiare ancora poco le discese a rete rispetto a quanto sia possibile. Non è casuale che nel set vinto ne abbia osate di più. Ma qui siamo di fronte, secondo me, a dun tipico caso di ostinazione germanica; muoio ma non cambio il mio gioco,non mi va di essere passato,riuscirò a batterti anche così.Per me, è un meccanismo mentale dal quale Roger è comandato anche contro la sua volontà...
-Troppi errori col diritto, pure sublime in certi momenti del match. Accadde così anche a Montecarlo, dove pure nel primo set ebbe l'occasione per passare avanti e poi subì invariabilmente il break decisivo,ed i diritti iniziarono ad uscire dal campo..
Comunque, ripeto, la sensazione è che o rafa avrà prima o poi un bruto crollo fisico, o motivazionale, o a Parigi Roger perderebbe anche una terza finale. E' la stessa cosa che mancava a Mc Enroe contro Lendl...
Nadal. Più che debolezza mentale di Rogerio, per me l'orgia di palle break annullate nel primo set, salvo un paio di errori marchiani dell'elvetico sonos egno della forza mentale disumana di rafa. Il primo set è stato vinto di pura mente, perchè raramente si è visto Nadal sul campo così intimorito e teso come in tutti i propri games di servizio. Pareva quasi offrirsi alla storia del tennis ,dare a Roger la grande occasione. Ma si ès empre svegliato nel momento dell'allarme rosso. Come in Federer-Davydenko,il settimo game, quello che per Tilden era il più importante,il mancato break è da ascrivere più ai meriti dello spagnolo che ai demeriti dello svizzero.
Poi, la vera sorpresa, la svolta ad inizio del terzo, dove si sono visti squarci di Grande, "vero" Nadal, sia a livello tecnico (i momenti dei break) che nell'assoluto controllo ormai dato alla direzione del match. da segnalare come tranne una certa rassegnazione nel finale, il Federer del 3° e 4° set fosse migliore del Nadal dei primi due,segno dell'evidente alzamento del livello del gioco da parte del Re del rosso.
Il Migliore dopo Borg. Sì, qui sul rosso sì(non altrove..) , ma vedo analogie tra i due anche sul piano della forza mentale disumana, dell'assoluta certezza, che sale man mano che i minuti passano, di essere lui a vincere. Come anche sul piano del gioco e della forma fisica vedo il ragazzo di Manacor in futuro più vincitore a Wimbledon che a NY,dove le sue rotazioni,la sua straordinaria capacità di recuperare tutto,il rimbalzo della palla avranno sempre minore efficacia che qui e sulla erba battuta londinese..
Dimostrata alla stragrande la sua immensa forza sul rosso, dove è già entrato nella leggenda, occorre vedere quali saranno i suoi progetti futuri,quale la priorità tra
-Vincere altri slam
-Divenire numero 1 del mondo,Premessso che il secondo obiettivo passa attraverso il raggiungimento del primo. Quest'anno secondo me è entrato in forma troppo presto per "trascinare" come lo scorso anno il suo momento di grazia fino alla seconda settimana londinese. Andrebbero sacrificati almeno due tornei tra marzo e giugno.
Roger. Lo scorso anno Ci fu una reazione violenta,rabbiosa alla sconfitta dopo il tormentato successo di Halle. Reagire allo stesso modo vorrebbe dire grande solidità e forza mentale. Altrimenti,una "umanizzazione" non farebbe altro che bene alla competiizone , oltre a farci vedere un Wimbledon più aperto ed interessante.
Per vincere Parigi in futuro, queste le condizioni:
1) Non trovare Nadal
2) Trovarlo fisicamente a pezzi (molto difficile) o demotivato (più possibile)
3) Avere il coraggio e l'umiltà,come sottolinea mantequilla, di arrivare a sconvolgere il proprio game plan.
Si chiude un Parigi non memorabile, che conferma l'attuale carenza di terricoli fortissimi al di fuori dei primi due, i progressi di Djokovic, i progressi e al tempo stesso i limiti insuperabili di Davydenko, una dignitosa prestazione degli italiani, la tendenza involutiva degli ultimi slam ad offrire semifinali e finali non certo memorabili.