Gios ha scritto: ↑gio feb 16, 2023 7:13 am
Vergogna neanche una parola su Berlusconi che, come sottolinea giustamente Il Fatto, "la fa franca".
Soliti vizi di forma.
Allora: le testimonianze delle 20 ragazze, alcune di professione escort, non sono state ritenute utilizzabili perché non dovevano (secondo questo tribunale) essere sentite come testimoni ma come indagate.
Tolte le testimonianze non vi sono più prove e quindi la corruzione non può essere provata e ciò che non è provato non sussiste. (La formula:”per insufficienza di prove” è stata abolita una quindicina di anni fa)
Che poi la destra esulti per una cosa così mi pare ridicolo e incomprensibile come ridicolo e incomprensibile il fatto che chieda una commissione di inchiesta contro l’uso politico della legge. Visto che comunque Berlusconi è un pregiudicato condannato sino in cassazione.
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Il presidente Fabio Roia spiega che le Olgettine non potevano essere sentite come testimoni nei processi «Ruby 1» e «Ruby 2» perché erano «sostanzialmente indagate di reato connesso» in base «agli indizi non equivoci a loro carico»
Dovendo essere indagate non potevano essere sentite come testimoni e quindi la corruzione non può essere considerata anche se c’è stata e provata.
Altre 3 cadute in prescrizione e questo è il successo di Berlusconi.
“Innocenti perché colpevoli”
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alessandro ha scritto: ↑gio feb 16, 2023 11:18 am
Il presidente Fabio Roia spiega che le Olgettine non potevano essere sentite come testimoni nei processi «Ruby 1» e «Ruby 2» perché erano «sostanzialmente indagate di reato connesso» in base «agli indizi non equivoci a loro carico»
Dovendo essere indagate non potevano essere sentite come testimoni e quindi la corruzione non può essere considerata anche se c’è stata e provata.
Altre 3 cadute in prescrizione e questo è il successo di Berlusconi.
“Innocenti perché colpevoli”
tennisfan82 ha scritto: ↑gio feb 16, 2023 11:45 am
alessandro ha scritto: ↑gio feb 16, 2023 11:18 am
Il presidente Fabio Roia spiega che le Olgettine non potevano essere sentite come testimoni nei processi «Ruby 1» e «Ruby 2» perché erano «sostanzialmente indagate di reato connesso» in base «agli indizi non equivoci a loro carico»
Dovendo essere indagate non potevano essere sentite come testimoni e quindi la corruzione non può essere considerata anche se c’è stata e provata.
Altre 3 cadute in prescrizione e questo è il successo di Berlusconi.
“Innocenti perché colpevoli”
Brava la difesa e asini veri quelli dell'accusa.
Ghedini morto da eroe come Mangano.
(ovviamente il primo non c'entra nulla col secondo, eh)
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Burano ha scritto: ↑gio feb 16, 2023 3:46 pm
Quindi Ruby aveva veramente ventiquattro anni.
Ah, questa sinistra che sa solo odiare!
un episodio squallidissimo e passato inosservato:
nel villaggio del marocco dove Ruby e' nata 17 anni prima delle cene eleganti, un bel giorno una delegazione venuta da Milano si è presentata dall'addetta all'anagrafe del villaggio con una bella mazzetta per modificare il documento E ANTICIPARE LA DATA DI NASCITA PER FARLA DIVENTARE PRECOCEMENTE MAGGIORENNE.
La signora all'anagrafe del villaggio ha declinato l'offerta e ha denunciato tutto.
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L’insistenza della discussione sul “cavillo” da parte di alcuni giornali, nel racconto ai lettori della conclusione del processo contro Silvio Berlusconi, è una nuova dimostrazione di come l’ignoranza del diritto e della giustizia – con tutte le sue conseguenze – sia promossa e alimentata in gran parte dai mezzi di informazione: si somma alla demolizione della presunzione di innocenza, al racconto fuorviante sul senso della custodia cautelare o del carcere, alle confusioni sul 41bis, e alle molte cose “spiegate male” sul senso delle convenzioni e dei principi che regolano il funzionamento della “Giustizia”.
Sostenere, come fanno in diversi per ragione di propaganda demagogica (l’antiberlusconismo è stato ed è ancora una efficace macchina di marketing politico e commerciale, come anche l’anti-antiberlusconismo), che Berlusconi sia stato assolto “per un cavillo” e che questo non smentisca i fatti accertati è insieme fuorviante e tautologico. Non torno sulla sostanza di quel falsamente definito “cavillo” che è stata abbondantemente spiegata: mi interessa usare l’esempio per mostrare l’interpretazione ingannevole che in Italia si dà della legge e dei tribunali, ovvero quella per cui dovrebbero stabilire la verità e sancire i fatti accaduti. Non è così: i tribunali e le leggi stabiliscono – questa è la teoria – e siano state rispettate o violate delle regole che abbiamo concordato come comunità, per il bene della comunità. Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta: un mezzo, non un fine. La verità e i fatti sono l’obiettivo degli storici, o dei giornalisti, come si dice spesso; l’obiettivo dei processi è l’applicazione di regole. Il processo contro Berlusconi ha indagato cosa sia successo, sia nei fatti in esame che nella loro indagine, e ha concluso – in applicazione delle regole – per l’assoluzione. Non “per un cavillo” ma in base al proprio ruolo, al proprio mandato e alle norme stabilite. Stabilite con buone e lungimiranti ragioni, anche quelle sulla differenza tra indagati e testimoni: a meno che non vogliamo abolire una regola ogni volta che generi risultati che non ci soddisfano (la Costituzione ne uscirebbe a pezzi).
Noi invece abbiamo questa idea “sostanzialista” dei processi, nei quali dovrebbe prevalere la logica da bar sul rispetto delle regole, la soddisfazione di un presunto senso comune sul diritto. Equivoco alimentato dal fatto che chiamiamo col solenne e astratto nome di “Giustizia” – pure io, qui, inevitabilmente – quello che invece è un sistema di convenzioni variabili pensato per attenuare le conseguenze delle ingiustizie (diverso in ogni paese, per esempio, a dimostrazione del fatto che non ha niente di assoluto).
Ma le indignazioni o le delusioni (o gli entusiasmi) su molti mezzi di informazione continuano strumentalmente a raccontare che il risultato di un processo sia determinare la verità, e dare soddisfazione alle partigianerie politiche, o ai risentimenti personali, o alle frustrazioni per un sistema e un’attualità deprimenti del cui emendamento siamo invece responsabili tutti, attraverso l’uso della democrazia. La “supplenza della politica” da parte della magistratura non viene soltanto dai fallimenti della politica, ma dal nostro voler attribuire sventatamente alla magistratura quel ruolo, esautorando altri (noi stessi compresi): dal nostro pretendere che sia il processo “Ruby ter” a demolire o giustificare Silvio Berlusconi, i cui comportamenti e risultati piuttosto indiscutibili sono stati il risultato di una condizione culturale del suo paese che non può essere risolta dal processo “Ruby ter”. E che proseguirà a lungo, fino a che l’informazione – accessorio indispensabile del buon funzionamento delle democrazie – racconterà male i principi e il senso del diritto. Invece di spiegare cosa è un processo, cosa è il diritto, ed educare tutti quanti alla comprensione della “Giustizia”, e un passo alla volta contribuire ad avere un paese in cui un presidente del Consiglio non paghi ragazze per usarle come mercanzia, in un senso o nell’altro.
(Luca Sofri)
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 3:02 pm
mi interessa usare l’esempio per mostrare l’interpretazione ingannevole che in Italia si dà dei tribunali, ovvero quella per cui dovrebbero stabilire la verità e sancire i fatti accaduti. Non è così: i tribunali e le leggi stabiliscono – questa è la teoria – e siano state rispettate o violate delle regole che abbiamo concordato come comunità, per il bene della comunità. Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta: un mezzo, non un fine. La verità e i fatti sono l’obiettivo degli storici, o dei giornalisti,
(Luca Sofri)
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Anche perché, personalmente, quella frase che ti sembra una stronzata dice in maniera abbastanza semplice che il fine di un processo è capire se è stata infranta una legge. Stabilire i fatti è funzionale a quel fine che, a naso, così stronzata, non mi sembra.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
In risposta alla lezione dell' Architetto Luca Sofri:
Testo della relazione tenuta al XXXII Convegno dell’Associazione Italiana fra gli Studiosi del Processo Civile "Lo statuto del giudice e l’accertamento dei fatti", presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina, il 27 settembre 2019.
Premessa Il processo ha come fine la tutela dei diritti (artt. 24, 1° comma Cost., 2907, 1° comma, c.c., 99 c.p.c.) che si fondano su “fatti”. Di conseguenza il corretto accertamento dei medesimi, al pari della corretta applicazione e interpretazione della norma sostanziale da applicare ad essi, sono gli ingredienti essenziali affinché il giudice possa “sfornare” la decisione “giusta”[1]. Nonostante il fine del processo sia la tutela dei diritti, la struttura del medesimo è tutta costruita in funzione dell’accertamento dei fatti; la domanda giudiziale si fonda sui fatti costitutivi; la difesa (in senso lato) del convenuto si fonda sulla negazione dei fatti costitutivi
Verità storica e verità processuale *
di Paolo Borgna
procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Torino
C’è una similitudine di fondo tra il mestiere del giurista e quello dello storico: convincere attraverso lo sviluppo di un ragionamento
Se pensiamo alla fortuna che ha avuto, nei secoli, la formula di Schiller (poi ripresa da Hegel) secondo cui «La Storia del mondo è il Tribunale del mondo», possiamo capire quanto e da quanto tempo il tema dei rapporti tra Storia e Giustizia abbia appassionato i pensatori moderni.
C’è una similitudine di fondo tra il mestiere del giurista e quello dello storico. All’avvocato e al pubblico ministero che sostengono la propria causa e anche al magistrato che motiva la sentenza si chiede, come allo storico, capacità argomentativa: convincere attraverso lo sviluppo di un ragionamento.
Ma le similitudini vanno ben oltre questa prima constatazione. L’analisi che sul punto, fino a qualche decennio fa, consideravamo definitiva era quella del saggio del 1939 di Piero Calamandrei (Il giudice e lo storico); il quale, a sua volta, era debitore delle riflessioni di Benedetto Croce (Riduzione della filosofia del diritto alla filosofia dell’economia).
Provo ad enucleare i punti essenziali dell’analisi del giurista fiorentino:
1. Poiché sia il giudice sia lo storico sono chiamati ad accertare la verità indagando su fatti del passato, entrambi devono basarsi su “dati preesistenti”.
2. Sia il buon giudice sia il buon storico devono essere imparziali e cercare la “oggettività” (a meno che le opere storiche siano agiografie o “tendenziose storie di partito” finalizzate a scopi pratici).
3. Per rappresentarsi fatti del passato – non potendoli osservare direttamente – sia il giudice sia lo storico devono servirsi di documenti e testimonianze che essi devono coordinare ed interpretare (per il giudice sarà la “valutazione del materiale probatorio”; per lo storico è la “critica delle fonti”). Entrambi devono avere la massima diffidenza verso la prova orale, sempre soggetta (anche quando resa in buona fede) a confusioni temporali, contaminazioni, sovrapposizioni.
4. A ben vedere – osserva ancora Calamandrei – le affinità tra il lavoro dello storico e quello del giudice non si fermano alla ricostruzione storica del fatto. Perché, anche quando il giudice è chiamato alla risoluzione della quaestio iuris (quale diritto applicare al fatto storicamente accertato), egli compie un’ulteriore ricostruzione storiografica: accertare che cosa il legislatore abbia effettivamente voluto per il fatto in questione. E qui noi sappiamo che le cose si complicano perché l’applicazione della norma (la sussunzione del fatto nella norma) non è così automatica come si teorizzava in passato: entrano in campo altre considerazioni che qui non possiamo affrontare.
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paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 4:26 pm
Sarebbe gradita un po' di argomentazione.
Anche perché, personalmente, quella frase che ti sembra una stronzata dice in maniera abbastanza semplice che il fine di un processo è capire se è stata infranta una legge. Stabilire i fatti è funzionale a quel fine che, a naso, così stronzata, non mi sembra.
Ti do un po' della vecchia medicina nickognitiana: il compito dei Pizzaioli non è fare bene l'impasto ma fare bene la pizza.
Scherzi a parte, l'accertamento dei fatti, la ricostruzione della verità processuale sono proprio elementi fondamentali del lavoro del tribunale specialmente nel processo penale.
Stucchevole poi il finto purism9 sull'inesistenza dei "cavilli". Qualsiasi norma è una norma, grazie, ma alcune puramente procedurali, o altre molto sofisticate finiscono per essere usate di chi può come grimaldell8 per farla franca. Cavilli appunto.
Ci si potrebbe poi soffermare su quello che scrive Sofri sulle finalità della legge per coglierlo pure lì in grave errore.
A me pare un articolo un po' spocchioso con l'obbiettivo di asserire una sorta di superiorità intellettuale dalla plebe dei forcaioli.
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Ci sono due piani diversi: il diritto che deve essere rigoroso e formale perché è garanzia di imparzialità e il giudizio che si trae dai fatti provati.
Nel caso specifico, per quanto riguarda il giudizio su un politico conta di più la parte formale o i comportamenti che ha messo in atto?
È stato provato e ci sono le confessioni delle venti ragazze con passaggio di milioni di euro per modificare le loro testimonianze.
Questo è stato provato e c’è nelle carte.
Poi la questione processuale. Si può arrivare a non essere condannati per decorrenza dei termini, per mancanza di una carta bollata perché la notifica è nulla etc.
ma questo cambia qualcosa sui fatti in se’?
Diverso se fosse stato provato che le ragazzo non avevano ricevuto soldi…
Quindi si, la condanna e l’assoluzione non sono sempre condanna e assoluzione dai fatti.
Quando i fatti deviano dalle sentenze per un qualcosa che non prova la inconsistenza dei fatti ma solo una non condanna, si può chiamare cavillo o meno ma poco cambia.
È giusto sia stato assolto? Si perché la legge dice questo.
Cambia il giudizio che si dovrebbe trarre dai fatti provati su Berlusconi? No. Perche ha effettivamente corrotto per nascondere altro reato.
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paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 4:41 pm
Posso dire che, francamente, non trovo in antitesi il pensiero di Luca Sofri da quanto tu riporti?
Posso dirti che lo trovo strano?
La frase "Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta" è una scemenza. E'proprio compito (e non fine) del tribunale stabilire i fatti.
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paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 4:41 pm
Posso dire che, francamente, non trovo in antitesi il pensiero di Luca Sofri da quanto tu riporti?
Posso dirti che lo trovo strano?
La frase "Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta" è una scemenza. E'proprio compito (e non fine) del tribunale stabilire i fatti.
Scusa, ma mi pare chiaro:
Non sta dicendo che i tribunali non ce lo abbiano come compito, ma che è un compito che non è finalizzato a se stesso. È finalizzato a capire se tra quei fatti, gli imputati hanno violato o meno leggi dello Stato, su cui basare il giudizio.
E infatti, stai dicendo tu stesso la medesima cosa, nella tua ultima frase del post da me quotato: “compito (ma non fine)”.
"C’è gente che magari sa scrivere, scrive e pubblica sui forum quello che scrive, ma non sa assolutamente leggere..."
(paoolino parafrasando Sciascia)
paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 4:41 pm
Posso dire che, francamente, non trovo in antitesi il pensiero di Luca Sofri da quanto tu riporti?
Posso dirti che lo trovo strano?
La frase "Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta" è una scemenza. E'proprio compito (e non fine) del tribunale stabilire i fatti.
Scusa, ma mi pare chiaro:
Non sta dicendo che i tribunali non ce lo abbiano come compito, ma che è un compito che non è finalizzato a se stesso. È finalizzato a capire se tra quei fatti, gli imputati hanno violato o meno leggi dello Stato, su cui basare il giudizio.
E infatti, stai dicendo tu stesso la medesima cosa, nella tua ultima frase del post da me quotato: “compito (ma non fine)”.
Ed è per questo che una assoluzione in tribunale non vuol dire essere innocente, in alcuni casi.
Quando le condotte “criminali” sono state accertate a processo ma per le regole e i regolamenti vieni assolto, si parla di cavilli.
Il giudizio sulla persona deve essere fatto sulla sostanza.
Se io rubo in chiesa ma mi scoprono dopo 10 anni o il parroco non mi denuncia e quindi non vengo condannato, questo non fa di me un innocente ma resto un ladro.
E soprattutto non devo rompere le palle con “visto, sono un perseguitato, sono uscito assolto dalla faccenda”
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paoolino ha scritto: ↑ven feb 17, 2023 4:41 pm
Posso dire che, francamente, non trovo in antitesi il pensiero di Luca Sofri da quanto tu riporti?
Posso dirti che lo trovo strano?
La frase "Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta" è una scemenza. E'proprio compito (e non fine) del tribunale stabilire i fatti.
Scusa, ma mi pare chiaro:
Non sta dicendo che i tribunali non ce lo abbiano come compito, ma che è un compito che non è finalizzato a se stesso. È finalizzato a capire se tra quei fatti, gli imputati hanno violato o meno leggi dello Stato, su cui basare il giudizio.
E infatti, stai dicendo tu stesso la medesima cosa, nella tua ultima frase del post da me quotato: “compito (ma non fine)”.
Se uno scrive:
"l’interpretazione ingannevole che in Italia si dà della legge e dei tribunali, ovvero quella per cui dovrebbero stabilire la verità e sancire i fatti accaduti. Non è cosi"
"Non è il loro compito definire “cosa sia successo”, se non come strumento per arrivare alla conclusione detta: un mezzo, non un fine."
Sono 2 sciocchezze e poi un ovvietà che le dovrebbe coprire.
Quinfi oltre a non sapere diritto o non sa nemmeno l'italiano oppure lo fa per fare un articolo controcorrente a tutti i costi.
Perché dovere, fini e compiti non sono la stessa cosa. Ed è compito e dovere del tribunale al fine di applicare la legge stabilire la verità dei fatti.
Poi magari l'architetto Sofri dovrebbe informarsi sulla norma quale precetto generale ed astratto che non ha le finalità di cui scrive.
Comunque sotto le " mie fonti" (povero Calamandrei) ti ho commentato anche perché non mi piace l'articolo al netto degli strafalcioni legali.
Me è evidente che una lezione di diritto è già difficile darla da una posizione professionalmente rilevante, e non mi pare che Sofri sia in quella posizione.
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Geniale il presidente dell'ANM Santalucia sul caso Uss: Per dare il carcere, quando si possono concedere i domiciliari con braccialetto elettronico, i giudici hanno un onere motivazionale molto pesante: devono spiegare perchè in concreto gli arresti domiciliari non sono sufficienti. E' un'assunzione di responsabilità che vuole il sistema". Nel caso specifico "la Corte ha spiegato che c'erano elementi specifici che facevano propendere per l'adeguatezza degli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico. Dopo di che noi valutiamo sempre giudizi di prognosi: si fa la prognosi , ma come in medicina, può essere fallace, come è stata in questo caso. E ad una prognosi che va male non possiamo pensare che ci sia dietro una responsabilità disciplinare.E' il rischio del sistema, perchè sennò i giudici avrebbero facile gioco a dare il carcere sempre e comunque, non rischierebbero nulla".
Per Santalucia non regge l'obiezione che in questo caso non si trattava di un imputato qualunque. "Noi dobbiamo tutelare la libertà personale di chiunque, anche di un soggetto per cui è stata chiesta l'estradizione perchè è un amico di Putin. Noi non abbiamo il nemico politico, abbiamo solo imputati e applichiamo le norme del codice".
Non si capisce se sia più stupido o in malafede. Propenderei per la seconda.
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Il programma di giustizia riparativa che si vorrebbe applicare a questo omicida:
"Attraverso i programmi di giustizia riparativa non si ripara dunque il danno, ma si progettano (preferibilmente in spazi nuovamente aperti alla relazione diretta fra le parti) azioni consapevoli e responsabili verso l’altro, che possano ridare significato, laddove possibile, ai legami fiduciari fra le persone. Come ricordano i documenti internazionali sopra menzionati, i programmi di giustizia riparativa hanno come obiettivo “la reintegrazione della vittima e del reo”, perché possano essere coinvolti,nella progettazione di un’azione che guarda al futuro come persone nuovamente integre, , e non sminuite per sempre dall’esperienza della colpa e dell’offesa."
«La giustizia riparativa è qualunque procedimento in cui la vittima e il reo e, laddove appropriato, ogni altro soggetto o comunità lesi da un reato, partecipano attivamente insieme alla risoluzione delle questioni emerse dall’illecito, generalmente con l’aiuto di un facilitatore. I procedimenti di giustizia riparativa possono includere la mediazione, la conciliazione, il dialogo esteso ai gruppi parentali [conferencing] e i consigli commisurativi [sentencing cirles]».
Gli strumenti principali della giustizia riparativa:
• la mediazione autore-vittima (Victim-Offender Mediation):
• le scuse formali (apologies / making amends) alla vittima da parte dell’autore del reato:
• gli incontri tra vittime e autori di reati analoghi a quello subito dalle vittime
• gli incontri di mediazione allargata, che tendono a realizzare un dialogo esteso ai gruppi parentali ovvero a tutti soggetti coinvolti dalla commissione di un reato
Pare uno scherzo.
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Crollano in appello le accuse contestate all'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano. Condanna a 1 anno e mezzo (pena sospesa). In primo grado gli erano stati inflitti 13 anni e 2 mesi;oggi la Procura generale chideva 10 anni e 5 mesi. Assolti tutti altri 17 imputati
tennisfan82 ha scritto: ↑mer ott 11, 2023 5:51 pmCrollano in appello le accuse contestate all'ex sindaco di Riace Domenico "Mimmo" Lucano. Condanna a 1 anno e mezzo (pena sospesa). In primo grado gli erano stati inflitti 13 anni e 2 mesi;oggi la Procura generale chideva 10 anni e 5 mesi. Assolti tutti altri 17 imputati
Menomale. Pareva veramente una follia.
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ANSA - Ha trent'anni da scontare per l'omicidio della fidanzata, compiuto nel 2017 in Sardegna, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha deciso che proseguirà nello scontare la pena a casa propria, a Biella, perché è un grande obeso e in carcere rischia la vita.
La vicenda è quella di Dimitri Fricano, che l'11 giugno del 2017 aveva inflitto 57 coltellate a Erika Preti, allora 28 anni, a San Teodoro (Sassari), poco prima di andare in spieggia, perché lei l'aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole.
La decisione sul futuro di Fricano, che ora ha 35 anni, viene riferita dalle pagine locali del quotidiano La Repubblica.
"I giudici hanno stabilito che debba essere curato" rispondono gli avvocati difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida. L'atto con cui il tribunale ritiene che Fricano non sia "compatibile con il regime carcerario", parla dei vari problemi di salute dell'uomo, specificando che dai 120 chilogrammi di peso di quando era entrato nel penitenziario è arrivato a 200 e che ciò comporta difficoltà di deambulazione, aggiunta all'impossibilità di seguire una dieta all'interno del carcere, creando dunque un "pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare".
Ci sarebbero tante domande da farsi. Una, magari non fondamentale, è come si può ingrassare di 80 chili in 5 anni (1,3 chili al mese) in carcere.
Comunque complimenti ai giudici e per chi ha l'ergastolo un consiglio: mangiate.
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Chi controlla che costui segua una qualche terapia? Stare agli arresti domiciliari in Italia assume contorni farseschi, dal momento che il braccialetto elettronico non pare utilizzato così frequentemente dai giudici.
Le solite storie di ordinaria italianità del nostro stato apparato.
Ultima modifica di rob il ven nov 10, 2023 6:13 pm, modificato 1 volta in totale.
klaus ha scritto: ↑ven nov 10, 2023 3:55 pm
ANSA - Ha trent'anni da scontare per l'omicidio della fidanzata, compiuto nel 2017 in Sardegna, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha deciso che proseguirà nello scontare la pena a casa propria, a Biella, perché è un grande obeso e in carcere rischia la vita.
La vicenda è quella di Dimitri Fricano, che l'11 giugno del 2017 aveva inflitto 57 coltellate a Erika Preti, allora 28 anni, a San Teodoro (Sassari), poco prima di andare in spieggia, perché lei l'aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole.
La decisione sul futuro di Fricano, che ora ha 35 anni, viene riferita dalle pagine locali del quotidiano La Repubblica.
"I giudici hanno stabilito che debba essere curato" rispondono gli avvocati difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida. L'atto con cui il tribunale ritiene che Fricano non sia "compatibile con il regime carcerario", parla dei vari problemi di salute dell'uomo, specificando che dai 120 chilogrammi di peso di quando era entrato nel penitenziario è arrivato a 200 e che ciò comporta difficoltà di deambulazione, aggiunta all'impossibilità di seguire una dieta all'interno del carcere, creando dunque un "pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare".
Ci sarebbero tante domande da farsi. Una, magari non fondamentale, è come si può ingrassare di 80 chili in 5 anni (1,3 chili al mese) in carcere.
Comunque complimenti ai giudici e per chi ha l'ergastolo un consiglio: mangiate.
1,3 kg al mese fattibilissimo anzi perfino molto poco.
Aggiungici il fatto che credo ci si muova non tanto in generale a maggior ragione uno che partiva da 120.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Johnny Rex ha scritto: ↑ven nov 10, 2023 5:31 pm
Che poi Boh, saranno le serie Tv ammerigane ma uno fa un po' fatica ad immaginarsi un carcere come un posto da abbuffate.
F.F.
Tuttavia pare non riesca a fornire pasti ipocalorici (assurdo visto che all'uopo pasta in bianco o con pomodoro e basta e verdura a pranzo e pollo/tacchino e verdura a cena fattibilissimo) quindi ci sta anche ingrassare.
Cucina del carcere non adeguata Secondo i tribunale di sorveglianza, infatti, la cucina del carcere non riesce a fornire pasti ipocalorici al detenuto che, di conseguenza, non può seguire la dieta per lui indicata e bisognoso di un'assistenza speciale.
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
klaus ha scritto: ↑ven nov 10, 2023 3:55 pm
ANSA - Ha trent'anni da scontare per l'omicidio della fidanzata, compiuto nel 2017 in Sardegna, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha deciso che proseguirà nello scontare la pena a casa propria, a Biella, perché è un grande obeso e in carcere rischia la vita.
La vicenda è quella di Dimitri Fricano, che l'11 giugno del 2017 aveva inflitto 57 coltellate a Erika Preti, allora 28 anni, a San Teodoro (Sassari), poco prima di andare in spieggia, perché lei l'aveva rimproverato perché stava facendo troppe briciole.
La decisione sul futuro di Fricano, che ora ha 35 anni, viene riferita dalle pagine locali del quotidiano La Repubblica.
"I giudici hanno stabilito che debba essere curato" rispondono gli avvocati difensori Alessandra Guarini e Roberto Onida. L'atto con cui il tribunale ritiene che Fricano non sia "compatibile con il regime carcerario", parla dei vari problemi di salute dell'uomo, specificando che dai 120 chilogrammi di peso di quando era entrato nel penitenziario è arrivato a 200 e che ciò comporta difficoltà di deambulazione, aggiunta all'impossibilità di seguire una dieta all'interno del carcere, creando dunque un "pericolo di vita legato al rischio cardiovascolare".
Ci sarebbero tante domande da farsi. Una, magari non fondamentale, è come si può ingrassare di 80 chili in 5 anni (1,3 chili al mese) in carcere.
Comunque complimenti ai giudici e per chi ha l'ergastolo un consiglio: mangiate.
1,3 kg al mese fattibilissimo anzi perfino molto poco.
Aggiungici il fatto che credo ci si muova non tanto in generale a maggior ragione uno che partiva da 120.
Boh magari si mangia bene. Allora Ergastolani mangiate tanto e poveracci delinquete che così magnate
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balbysauro ha scritto: ↑ven nov 10, 2023 6:40 pm
esistono anche gli squilibri ormonali
Certamente, ma ingrassare di circa 1,5 kg al mese ci sta alla grande pur da persona senza alcun problema di quel tipo.
Insomma. Un obeso(che ha un metabolismo basale più alto di una persona normopeso o sottopeso) dovrà introdurre un eccesso calorico di 15000/20000 calorie al mese per prendere 1,5 chili. Evidentemente in carcere o ti danno da mangiare di tutto o forse ci sono merendine e patatine per facilitare il compito dei neo Sumotori con la palla al piede.
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balbysauro ha scritto: ↑ven nov 10, 2023 6:40 pm
esistono anche gli squilibri ormonali
Certamente, ma ingrassare di circa 1,5 kg al mese ci sta alla grande pur da persona senza alcun problema di quel tipo.
Insomma. Un obeso(che ha un metabolismo basale più alto di una persona normopeso o sottopeso) dovrà introdurre un eccesso calorico di 15000/20000 calorie al mese per prendere 1,5 chili. Evidentemente in carcere o ti danno da mangiare di tutto o forse ci sono merendine e patatine per facilitare il compito dei neo Sumotori con la palla al piede.
Certo, lo avevo considerato e un eccesso calorico di 15 o 20K al mese direi che è fattibilissimo magari anche soltanto facendo il bis coi pasti che propina la galera pure prendendolo dal vicino di mensa meno famelico, ammesso si mangi tutti assieme (non conosco bene le dinamiche di una prigione).
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.