Non riesco ad intervenire con sufficiente costanza ma appena posso leggo e mi segno le domande.
Per il problema dei nodi ne avevamo parlato anche in passato, la tensione dell' ultima corda è praticamente impossibile portarla allo stesso valore delle altre ma vista la sua funzione ai fini del gioco è altrettanto inutile tentare di farlo.
E' giusto però tentare di tenerla vicina al valore impostato sulle altre corde, sia per non generare uno scompenso di tensioni sul telaio che per non far perdere tensione alle due corde precedenti ( verticali o orizzontali a seconda di modello/tecnica usata), che contano qualcosa di più della corda finale.
Macchine con un sistema di fissaggio economico porteranno ad una notevole differenza sulla corda finale sulla quale si fa il nodo, un valido aiuto per compensare la tensione persa per i cedimenti dei supporti di ancoraggio e per la parte distale di corda esterna al telaio che non può essere sottoposta a tensione può darvelo la pinza per i nodi.
In queste foto si può notare come aiuta a fare leva su quel breve tratto di corda, portando in tensione anche la corda esterna del telaio.
E' un operazione delicata perché lungo la curvatura c'è poca libertà di movimento e sui monofili si rischia di spezzarla, per non incorrere in questo spiacevole inconveniente ci si basa sull' osservazione, cioè si tira finché non si vede che si muove un po' il tratto di corda rimasto fuori tensione dalla pinza, a quel punto vuol dire che abbiamo recuperato sufficiente tensione.
Altra cosa importante che era stata già detta, è la distanza fra il nodo e il passaggio dell' ultima corda, per capirlo meglio ho fatto la foto di due esempi molto diversi:
La prima foto, con la n-code 95 mostra una situazione molto sfavorevole.
Il pattern della racchetta impone alla pinza di tenersi ad una certa distanza dal telaio sulla corda finale, si vede che mancano 2 o 3 cm per accostarsi alla cornice del telaio, sono tanti, vanno quindi recuperati.
Lo schema di incordatura invece ( ATW ) impone al tratto distale ( quello che esce dall' ultima corda e va al nodo ) di percorrere un tragitto lunghissimo, se si contano si vede che passa 5 fori prima di ancorarsi al nodo.
Quel tratto di corda non ha alcuna tensione, se non lo si tende, va ad assorbire ( insieme al pezzettino di corda interno rimasto fra telaio e pinza ) molti dei kg applicati su quella corda.
Il punteruolo sui monofili è controproducente, li shiaccia e senza colpirvi addosso ma anche soltanto vicino ( 3 o 4 corde sotto) salta la corda proprio lì in angolo.
In una situazione simile si possono aggiungere anche 6 kg in più, tanto vengono riassorbiti dal cedimento di un discreto tratto di corda, basta eseguirlo rapidamente.
Per chi ha una macchina a contrappeso, può usare anche la scorciatoia di Paolo, inclinando più in basso il peso, la miglior cosa per farlo però è usare un accorgimento che chiede 5 minuti.
Ovvero a macchina libera, la mettete a 25 Kg con un dinamometro, controllate sia precisa, a quel punto inclinate giù il braccio e guardate sul dinamometro quanti Kg in più vi da ogni grado.
Potete segnare quindi col pennarello il punto in cui vi da +2 o +3, così se vi fa fatica spostare il peso avete comunque un riferimento preciso da tarare una volta ed usare quando volete.
Nella foto seguente invece si vede che il nodo è praticamente a ridosso dell' ultima corda, lì è sufficiente mettere 2 kg in più.
- - - P R E S T I R A G G I O - - -
Va bene anche come nel video ma la parte addosso alla colonna subisce una trazione/compressione e fra l' altro sul tratto più importante della corda, quello centrale.
In mancanza di spazio va bene anche in quel modo ma per eseguirla a regola d' arte è meglio distenderla linearmente, legare un capo ad un supporto fisso e l' altro ad un dinamometro così che si sa bene a che tipo di prestiraggio si sta sottoponendo la corda.
E' un' operazione che cambia un po' la corda, quindi per tenere d'occhio questo allontanamento dagli standard è sempre bene sapere a quanti kg si è fatto il prestiraggio e per quanto tempo.
Fatto così a vanvera lasciandosi a peso morto sulla corda o in altri modi improvvisati non vi da un riferimento, a quel punto meglio affidarsi al prestretch impostabile sulle incordatrici che ha il problema di venire effettuato su tratti di corda di lunghezza sempre diversa, ma almeno è un errore sistematico, sempre uguale su ogni operazione.