Nickognito ha scritto:Riguardo ai punti due e tre si puo´anche dire che ´generalmente´accade in un certo modo. Per fare una statistica del genere non posso basarmi su chi conosco io, per ovvi motivi, ne´ho dati sufficienti. Basta che si riconosca che accade a volte in un modo, altre in un altro.
Questo lo riconosco senza alcuna fatica.
Nickognito ha scritto:Pero´tu riguardo a questo punto parli di competenza tecnica (che penso si possa tranquillamente acquisire, volendo, senza aver giocato, studiando, ma concordo che in generale non succeda), io mi riferivo al godersi lo spettacolo, e dicevo che capire piu´cose non mi fa godere di piu´lo spettacolo (non so cosa accada generalmente, ma so cosa non accade sempre)
Detta così, sono abbastanza d'accordo: ad esempio mia madre che non ha mai giocato a tennis è una vera patita, si guarda qualsiasi match maschile o femminile perché le piace quello spettacolo; quello che intendevo io è che però mia madre alcune volte fa considerazioni durante uno scambio del tipo "ma perché
nome del tennista non è andato a prendere quella palla corta, o perché ha tirato diagonale e non lungolinea, o perché non va a rete" tutte legittime, per carità, però io so (grazie alla mia esperienza sul campo) che in determinate situazioni, per la fisica del gioco, non si può correre su una palla corta, non si può scegliere un tiro incrociato anziché lungolinea, o non si può andare a rete. Certo, tutte cose che si possono spiegare e far capire, eh (basterebbe un bravo commentatore tecnico) ma che non sono di immediata comprensione per chi su un campo da tennis non ha mai messo piede. Ovviamente ci sono situazioni in cui questo tipo di incomprensione vale anche per me, che non avendo esperienza di tennis agonistico, potrei non capire alcune scelte che invece a quel livello sono giuste o obbligate.
Nickognito ha scritto:Riguardo al punto 4. Non ho mai detto che i professionisti lo facciano per divertire. Io penso che lo facciano soprattutto per soldi e, secondariamente, per prestigio. Come penso che accada in tutte le professioni del mondo dello spettacolo. Quello che intendevo dire e´che il tennis professionistico va avanti solo se e´uno spettacolo gradito al pubblico. Quindi, se il pubblico apprezza professionisti che si impegnano, paghera´per vederli, se no no. Se un giorno il pubblico non va piu´a vedere nessun torneo dove partecipano giocatori che hanno colpi bimani, per assurdo, i colpi bimani sparirebbero. Il tennista e´un lavoratore che ha come datore di lavoro uno che va a vedere uno spettacolo, e gli deve piacere. Quindi il suo obiettivo e´che il tennis funzioni, non di allenarsi di piu´e meglio. Ovviamente se lo sport in generale funziona, chi vince piu´soldi non e´chi fa piu´spettacolo ed e´piu´amato dal pubblico. Ma se un tennista diventa milionario nonostante non piaccia al pubblico, questo succede solo perche´altri suoi colleghi giocano un gioco gradevole per il pubblico. Il giorno che nel complesso il gioco dei tennisti non e´piu´considerato gradevole uno puo´essere anche il piu´forte, ben allenato, faticatore, lavoratore, di sempre, ma deve cambiar lavoro.
Il discorso qui secondo me è più compesso, perché, per come la vedo io, le entità in gioco sono tre: i tennisti, gli organizzatori di eventi tennistici e il pubblico. Io credo che il tennista, cerchi di giocare nel modo che ritiene più efficace per vincere la partita mentre l'organizzatore cercherà di organizzare l'evento per avere più pubblico.
Per dire, negli anni '90 il pubblico ha comiciato a lamentarsi del tennis basato sui servizi potenti e sugli ace; non è che i tennisti hanno volontariamente cominciato a servire più piano, sono stati gli organizzatori che hanno cercato sistemi per limitare l'importanza del servizio. E anche se gli ace annoiano il pubblico, i tennisti cercano di fare più ace possibile perché con più ace a segno hanno più chance di vincere un match.