La Classe Operaria
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Anche oggi cinque morti. Uno è caduto in un silos pieno di zolfo, quattro - sapendo ciò che rischiavano - si sono calati per salvarlo. Tutti morti.
La classe operaia.
Una volta era una massa, un partito, un corteo. Oggi esiste sempre, ma è invisibile. Te ne accorgi quando muore. Non contano più niente, gli operai.
Sono andati all'inferno, altro che in paradiso.
La classe operaia.
Una volta era una massa, un partito, un corteo. Oggi esiste sempre, ma è invisibile. Te ne accorgi quando muore. Non contano più niente, gli operai.
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- Massimo Carbone
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Per quanto mi sembri un po' di fare come chi prevede i morti per una guerra, non dobbiamo nasconderci dietro un dito e dire che possiamo evitare tutti i morti. Ci sono dei rischi, ed evitarli del tutto sarebbe impossibile, e troppo costoso. Certo mi augurerei che chi rischia almeno venisse ricompensato di piu'.
Ma al di là di questo secondo me dobbiamo essere un po' piu' razionali, e confrontarci con gli altri paesi. Quante persone muoiono, come e perché, e quali sono le misure di sicurezza prese. Statisticamente, non siamo messi così peggio degli altri, ma stiamo peggiorando mentre gli altri migliorano, se non mi sbaglio. Penso che possiamo prendere esempio da altri paesi. Senza demagogicamente volere annullare il problema, ma facendo piccole cose concrete (secondo me)
c.
Ma al di là di questo secondo me dobbiamo essere un po' piu' razionali, e confrontarci con gli altri paesi. Quante persone muoiono, come e perché, e quali sono le misure di sicurezza prese. Statisticamente, non siamo messi così peggio degli altri, ma stiamo peggiorando mentre gli altri migliorano, se non mi sbaglio. Penso che possiamo prendere esempio da altri paesi. Senza demagogicamente volere annullare il problema, ma facendo piccole cose concrete (secondo me)
c.
Nei posti di lavoro si muore, per carità. E' utopico azzerare il rischio.
Ma mille e 300 morti l'anno, in circa un milione di incidenti (con decine di migliaia di invalidi permanenti) sono una cosiddetta piaga sociale.
Anche in Francia il numero dei morti è intorno ai 1000, ma gli occupati sono dieci milioni di più.
Altrove i morti sono la metà. Nei paesi scandinavi in pratica non si muore sul lavoro (e lavorano tutti).
Mi sconvolge il dolo che alligna dietro certe dinamiche: gli estintori vuoti della Tyssen, i ponteggi senza rete dei cantieri edili, il casco optional. Questi sono reati. A cielo aperto.
E non c'è fatalismo che regga.
Ma mille e 300 morti l'anno, in circa un milione di incidenti (con decine di migliaia di invalidi permanenti) sono una cosiddetta piaga sociale.
Anche in Francia il numero dei morti è intorno ai 1000, ma gli occupati sono dieci milioni di più.
Altrove i morti sono la metà. Nei paesi scandinavi in pratica non si muore sul lavoro (e lavorano tutti).
Mi sconvolge il dolo che alligna dietro certe dinamiche: gli estintori vuoti della Tyssen, i ponteggi senza rete dei cantieri edili, il casco optional. Questi sono reati. A cielo aperto.
E non c'è fatalismo che regga.
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- Massimo Carbone
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Nickognito ha scritto:no, no, niente fatalismo.
per me in queste cose c'è da copiare, in toto, la legislazione dei paesi dove le cose funzionano meglio. Probabilmente non basterebbe, ma sarebbe già qualcosa.
Abbiamo le migliori leggi d'Europa, te lo giuro, me ne sono occupato 5 anni. Nessuno le rispetta, pochi controllano. In un paese serio non ci sarebbero grossi problemi ma dove non c'è cultura del lavoro, bisogna andarci a vedere, dentro i cantieri.
- Okefenokee
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Fatte salve tutte le situazioni davvero criminali da perseguire con severità ed escludendo ogni forma di fatalismo, posso dire con una certa cognizione di causa - papà muratore nei cantieri per una vita - che spesso, purtroppo, c'è una netta sottovalutazione del rischio da parte degli operai stessi.
E alle volte, sempre purtroppo, un certo grado di faciloneria: un po' come per il casco e le cinture di sicurezza.
Parlo in generale, ovviamente, ma un incidente simile è successo a Porto Marghera non più di un mese e mezzo fa. Credo che in questo caso di Molfetta sia stata fatale la generosità di salvare un amico senza pensare alle conseguenze. Un po' come succede quando persone coraggiose cercano di salvare qualcuno che sta annegando senza saper nuotare.
E' fuor di dubbio comunque che la sensazione che la classe operaia conti poco o nulla è fortissima e non aspettandomi nulla dall'esterno spero siano gli operai stessi a riconquistare una nuova dignità sociale anche se mi chiedo spesso a quale prezzo.
E alle volte, sempre purtroppo, un certo grado di faciloneria: un po' come per il casco e le cinture di sicurezza.
Parlo in generale, ovviamente, ma un incidente simile è successo a Porto Marghera non più di un mese e mezzo fa. Credo che in questo caso di Molfetta sia stata fatale la generosità di salvare un amico senza pensare alle conseguenze. Un po' come succede quando persone coraggiose cercano di salvare qualcuno che sta annegando senza saper nuotare.
E' fuor di dubbio comunque che la sensazione che la classe operaia conti poco o nulla è fortissima e non aspettandomi nulla dall'esterno spero siano gli operai stessi a riconquistare una nuova dignità sociale anche se mi chiedo spesso a quale prezzo.
Uno dei quattro operai era il titolare dell'azienda, dicono.
In ogni caso io ritengo, non da oggi, che i sindacati dovrebbero essere più attivi e vigili nell'attuazione delle regole che esistono, ma che vengono spesso disattese. Il Sindacato deve essere ativo e vigile, non limitarsi ad organizzare mestissimi scipoperi di protesta. Dopo.
In ogni caso io ritengo, non da oggi, che i sindacati dovrebbero essere più attivi e vigili nell'attuazione delle regole che esistono, ma che vengono spesso disattese. Il Sindacato deve essere ativo e vigile, non limitarsi ad organizzare mestissimi scipoperi di protesta. Dopo.
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- Bibliofilo onnisciente
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macksi ha scritto:Uno dei quattro operai era il titolare dell'azienda, dicono.
In ogni caso io ritengo, non da oggi, che i sindacati dovrebbero essere più attivi e vigili nell'attuazione delle regole che esistono, ma che vengono spesso disattese. Il Sindacato deve essere ativo e vigile, non limitarsi ad organizzare mestissimi scipoperi di protesta. Dopo.
I controlli delle norme di sicurezza in un cantiere o una ditta, vengono fatte eseguire dai sindacati o dagli imprenditori e/o padroni facendo chiudere due occhi?
Che poi i sindacati siano una pagliacciata in questo paese, si puo' discutere.
Ma i morti sulla coscienza li hanno nei piani alti.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
PINDARO ha scritto:macksi ha scritto:Uno dei quattro operai era il titolare dell'azienda, dicono.
In ogni caso io ritengo, non da oggi, che i sindacati dovrebbero essere più attivi e vigili nell'attuazione delle regole che esistono, ma che vengono spesso disattese. Il Sindacato deve essere ativo e vigile, non limitarsi ad organizzare mestissimi scipoperi di protesta. Dopo.
I controlli delle norme di sicurezza in un cantiere o una ditta, vengono fatte eseguire dai sindacati o dagli imprenditori e/o padroni facendo chiudere due occhi?
Che poi i sindacati siano una pagliacciata in questo paese, si puo' discutere.
Ma i morti sulla coscienza li hanno nei piani alti.
Se torniamo alla Tyssen, devo dire che la responsabilità sui controlli (che erano stati denunciati) dei massacranti turni di lavoro è del sindacato che ha omesso qualsiasi azione.
Che poi i morti li abbiano sulla coscienza, in primis, i piani alti sono assolutamente d'accordo.
macksi ha scritto:Se torniamo alla Tyssen, devo dire che la responsabilità sui controlli (che erano stati denunciati) dei massacranti turni di lavoro è del sindacato che ha omesso qualsiasi azione.
Giusto, poi se uno ha voglia di fare tanto casino ci sono un sacco di posti, tipo la Cina e la Romania dove "delocalizzare" (ahh, che suono elegante questa parola) senza tante rotture di còglioni, no?
Bye dudes.
Scusate, ma li guardate i muratori nei cantieri edili ? Quanti usano caschi, guanti e tutte le protezioni che, nei cartelli all'ingresso del cantiere, sono riportati ? Uno su 5 , se va bene. La colpa è di chi dice loro di indossare le protezioni o di chi non le indossa ?
Cominciamo a responsabilizzare anche i lavoratori, per cortesia, altrimenti facciamo come la monnezza di Napoli : la colpa è sempre di chi non accetta la spazzatura, non di chi la spazzatura la getta a sproposito.
Cominciamo a responsabilizzare anche i lavoratori, per cortesia, altrimenti facciamo come la monnezza di Napoli : la colpa è sempre di chi non accetta la spazzatura, non di chi la spazzatura la getta a sproposito.
Porta l’amante a casa e trova la moglie a letto con due uomini. Tecnicamente è un full.
Zonker ha scritto:macksi ha scritto:Se torniamo alla Tyssen, devo dire che la responsabilità sui controlli (che erano stati denunciati) dei massacranti turni di lavoro è del sindacato che ha omesso qualsiasi azione.
Giusto, poi se uno ha voglia di fare tanto casino ci sono un sacco di posti, tipo la Cina e la Romania dove "delocalizzare" (ahh, che suono elegante questa parola) senza tante rotture di còglioni, no?
Bye dudes.
Giusto, poi se mi spieghi che tipo di rilevanza abbia questa considerazione, ci portiamo avanti con l'analisi.
Bye macksi.
so che è difficile ma il capocantiere e le fabbriche dovrebbero essere dotate di etilometro.
chi al ritorno dopo pranzo è fuori dai limiti (la metà di quelli per guidare l'auto andrebbe bene) per prendere posto deve tornare sobrio.
si potrebbe decurtare dallo stipendio il tempo perso per tornare ai limiti.
questo perchè credo che l'alcool sul posto di lavoro sia piuttosto pericoloso.
conosco manovali che si bevono mezzo litro di vino a pranzo.
per e non possono essere lucidi per quanto loro credano di esserlo.
solo un piccolo consiglio che si riallaccia al discorso di marco rodella, è vero, bisogna fare molto di più ma anche responsabilizzare il lavoratore è necessario.
ha ragione, nei cantieri il cascetto lo si vede raramente.
comunque è facile risolvere la cosa, mandiamo il ministro del lavoro, una delegazione sindacale dei lavoratori e una rappresentanza degli industriali e dei lavori a rischio una settimana in norvegia.
guardiamo come fanno la , torniamo, e copiamo.
chi al ritorno dopo pranzo è fuori dai limiti (la metà di quelli per guidare l'auto andrebbe bene) per prendere posto deve tornare sobrio.
si potrebbe decurtare dallo stipendio il tempo perso per tornare ai limiti.
questo perchè credo che l'alcool sul posto di lavoro sia piuttosto pericoloso.
conosco manovali che si bevono mezzo litro di vino a pranzo.
per e non possono essere lucidi per quanto loro credano di esserlo.
solo un piccolo consiglio che si riallaccia al discorso di marco rodella, è vero, bisogna fare molto di più ma anche responsabilizzare il lavoratore è necessario.
ha ragione, nei cantieri il cascetto lo si vede raramente.
comunque è facile risolvere la cosa, mandiamo il ministro del lavoro, una delegazione sindacale dei lavoratori e una rappresentanza degli industriali e dei lavori a rischio una settimana in norvegia.
guardiamo come fanno la , torniamo, e copiamo.
Intervista al giurista Ichino sul Corriere della Sera di oggi:
http://www.corriere.it/cronache/08_marz ... c667.shtml
http://www.corriere.it/cronache/08_marz ... c667.shtml
Sempre sul Corriere, un'intervista all'ex Ministro Maroni:
http://www.corriere.it/cronache/08_marz ... c667.shtml
http://www.corriere.it/cronache/08_marz ... c667.shtml
Si va bene ma non credo che i lavoratori diventino piu' cretini negli anni, no? Se il numero di morti aumenta ogni anno sara' ben colpa di 'come' si lavora e non di 'chi' lavora.
Il fatto e' che stiamo rincorrendo la Cina e l'Europa dell'Est non solo sui salari o sulla precarieta' ma su tutto.
Come insegna l a Thyssen, la sicurezza costa e se si puo' evitare questo costo lo si evita. Costa sia in termini materiali ma anche di tempo, perche' se un lavoratore deve seguire una precisa procedura di sicurezza ogni volta che fa qualcosa perde tempo e alla fine del turno produce meno.
Il fatto e' che dopo gli anni 70 quando i sindacati erano fortissimi l'operaio poteva permettersi di puntare i piedi sulla sicurezza e dire "caro padrone, io in quel reparto con gli estintori vuoti non ci entro nemmeno, e se non ti sta bene ti facciamo un mazzo cosi'". Oggi lo stesso operaio non puo' permettersi nemmeno di stare a casa quando e' malato, se no non gli rinnovano il contratto da precario, altro che chiedere garanzie.
E' per questo che oggi si muore di piu', altro che no.
Il fatto e' che stiamo rincorrendo la Cina e l'Europa dell'Est non solo sui salari o sulla precarieta' ma su tutto.
Come insegna l a Thyssen, la sicurezza costa e se si puo' evitare questo costo lo si evita. Costa sia in termini materiali ma anche di tempo, perche' se un lavoratore deve seguire una precisa procedura di sicurezza ogni volta che fa qualcosa perde tempo e alla fine del turno produce meno.
Il fatto e' che dopo gli anni 70 quando i sindacati erano fortissimi l'operaio poteva permettersi di puntare i piedi sulla sicurezza e dire "caro padrone, io in quel reparto con gli estintori vuoti non ci entro nemmeno, e se non ti sta bene ti facciamo un mazzo cosi'". Oggi lo stesso operaio non puo' permettersi nemmeno di stare a casa quando e' malato, se no non gli rinnovano il contratto da precario, altro che chiedere garanzie.
E' per questo che oggi si muore di piu', altro che no.
Le responsabilità di Thyssen vanno ascritte nella logica di mancanza di cultura delle regole che ammorba qualunque aspetto della nostra vita in Italia, dalla strada, ai luoghi di lavoro ecc... Perché si è certi che le punizioni saranno blande come in effetti sono e perciò vale la pena di rischiare per ottenere un maggior vantaggio economico.
Tuttavia, al di là del fatto che nessuno pensa che i lavoratori siano diventati tutti cretini, si deve sottolineare anche la superficialità di tanti lavoratori, il caso dei cantieri edili è emblematico, perché si pensa scioccamente che a noi non possa capitare e che la negligenza non ci riguardi mai da vicino.
Tuttavia, al di là del fatto che nessuno pensa che i lavoratori siano diventati tutti cretini, si deve sottolineare anche la superficialità di tanti lavoratori, il caso dei cantieri edili è emblematico, perché si pensa scioccamente che a noi non possa capitare e che la negligenza non ci riguardi mai da vicino.
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rob ha scritto:Tuttavia, al di là del fatto che nessuno pensa che i lavoratori siano diventati tutti cretini, si deve sottolineare anche la superficialità di tanti lavoratori, il caso dei cantieri edili è emblematico
Peccato che gli ultimi morti sul lavoro non siano stati superficiali, ma si siano dovuti adattare pur di dare da mangiare ai figli.
Ma gli eroi in questo paese diventano altri.
Gios ha scritto: Fate del bene al mondo, ragazzi, non andate dietro le cazzate: comprate bei libri.
Nickognito ha scritto: Anche perché molte persone vivono una esistenza non grigia, vedono tanti bei posti e tramonti e non sono tutti pessimisti come su mymag
Io credo che siano due tragedie simboliche nel modo opposto.
A Torino fu la fabbrica a uccidere gli operai. Fu il "capitale", per usare un vecchio termine. C'era una dismissione in corso, stavano trasferendo tutto a Terni e in Germania. Così gli estintori erano malandati, così gli operai erano tutti stanchi per gli straordinari, fatti per mettere insieme due lire prima della cassaintegrazione. Così tubi non manutenuti scoppiano e uccidono.
Lì, ripeto, la fabbrica uccise. Il progresso uccise uomini invisibili, fuori moda.
A Molfetta è diverso, è l'emblema della mancanza di cultura degli italiani. La mascherina attaccata alla parete, e giù dentro a morire, gli altri che provano a salvarti e muoiono.
A Torino fu la fabbrica a uccidere gli operai. Fu il "capitale", per usare un vecchio termine. C'era una dismissione in corso, stavano trasferendo tutto a Terni e in Germania. Così gli estintori erano malandati, così gli operai erano tutti stanchi per gli straordinari, fatti per mettere insieme due lire prima della cassaintegrazione. Così tubi non manutenuti scoppiano e uccidono.
Lì, ripeto, la fabbrica uccise. Il progresso uccise uomini invisibili, fuori moda.
A Molfetta è diverso, è l'emblema della mancanza di cultura degli italiani. La mascherina attaccata alla parete, e giù dentro a morire, gli altri che provano a salvarti e muoiono.
Ultima modifica di Nevenez il gio mar 06, 2008 6:29 pm, modificato 1 volta in totale.
Nevenez ha scritto:Io credo che sia due tragedie simboliche nel modo opposto.
A Torino fu la fabbrica a uccidere gli operai. Fu il "capitale", per usare un vecchio termine. C'era una dismissione in corso, stavano trasferendo tutto a Terni e in Germania. Così gli estintori erano malandati, così gli operai erano tutti stanchi per gli straordinari, fatti per mettere insieme due lire prima della cassaintegrazione. Così tubi non manutenuti scoppiano e uccidono.
Lì, ripeto, la fabbrica uccise. Il progresso uccise uomini invisibili, fuori moda.
A Molfetta è diverso, è l'emblema della mancanza di cultura degli italiani. La mascherina attaccata alla parete, e giù dentro a morire, gli altri che provano a salvarti e muoiono.
Ottima analisi.
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- Massimo Carbone
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- Località: a due passi dal mare, non lontana dai boschi ...
E' già qualcosa...
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro ...
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro sarà varato domani mattina dal Consiglio dei ministri con l'aggravamento della sanzioni per i trasgressori. Ma è guerra Governo-Confindustria. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, avverte: «Questo non basta, serve l'impegno dei datori di lavoro e dei lavoratori nell'applicare giorno per giorno le regole di sicurezza».
Un invito che diventa invece un attacco frontale quando a parlare è il ministro del Lavoro Cesare Damiano: «Ci sono state resistenze di Confindustria sul tema delle sanzioni. Spero che queste resistenze vengano superate». Ma Confindustria replica: «L'inasprimento delle sanzioni è inaccettabile», ha commentato il direttore generale Maurizio Berretta.
L'accordo sul testo definitivo del decreto che sarà licenziato domani dal Governo è stato raggiunto ieri in una riunione a palazzo Chigi tra i rappresentanti dei ministeri competenti (Salute, Giustizia e Lavoro). Il sottosegretario al Lavoro, Giampaolo Patta, ha fatto sapere che «le sanzioni sproporzionate sono state limate ed è stato razionalizzato l'apparato in modo da evitare più multe per la stessa violazione». Ma il cuore del testo è inalterato: resta la previsione dell'arresto fino a due anni per i responsabili delle aziende con rischi chimici, esplosivi o cancerogeni che non facciano la valutazione del rischio. Una misura contestata con forza da Confindustria, che chiede l'alternativa dell'ammenda. «Parliamo solo di quelle imprese che svolgono attività molto pericolose - ha spiegato Patta - chi non fa la valutazione del rischio è un criminale».
Intanto è stato reso operativo il numero verde, 800609080, costituito da Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) e dalle Acli, che darà assistenza e informazioni per la sicurezza sul lavoro e tutela alle vittime di infortuni. Il numero verde vuole essere uno stimolo per tutti per informare sulle leggi, raccogliere segnalazioni e richieste di aiuto dai lavoratori rispetto ai propri diritti. Sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.
fonte
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro ...
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro sarà varato domani mattina dal Consiglio dei ministri con l'aggravamento della sanzioni per i trasgressori. Ma è guerra Governo-Confindustria. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, avverte: «Questo non basta, serve l'impegno dei datori di lavoro e dei lavoratori nell'applicare giorno per giorno le regole di sicurezza».
Un invito che diventa invece un attacco frontale quando a parlare è il ministro del Lavoro Cesare Damiano: «Ci sono state resistenze di Confindustria sul tema delle sanzioni. Spero che queste resistenze vengano superate». Ma Confindustria replica: «L'inasprimento delle sanzioni è inaccettabile», ha commentato il direttore generale Maurizio Berretta.
L'accordo sul testo definitivo del decreto che sarà licenziato domani dal Governo è stato raggiunto ieri in una riunione a palazzo Chigi tra i rappresentanti dei ministeri competenti (Salute, Giustizia e Lavoro). Il sottosegretario al Lavoro, Giampaolo Patta, ha fatto sapere che «le sanzioni sproporzionate sono state limate ed è stato razionalizzato l'apparato in modo da evitare più multe per la stessa violazione». Ma il cuore del testo è inalterato: resta la previsione dell'arresto fino a due anni per i responsabili delle aziende con rischi chimici, esplosivi o cancerogeni che non facciano la valutazione del rischio. Una misura contestata con forza da Confindustria, che chiede l'alternativa dell'ammenda. «Parliamo solo di quelle imprese che svolgono attività molto pericolose - ha spiegato Patta - chi non fa la valutazione del rischio è un criminale».
Intanto è stato reso operativo il numero verde, 800609080, costituito da Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) e dalle Acli, che darà assistenza e informazioni per la sicurezza sul lavoro e tutela alle vittime di infortuni. Il numero verde vuole essere uno stimolo per tutti per informare sulle leggi, raccogliere segnalazioni e richieste di aiuto dai lavoratori rispetto ai propri diritti. Sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.
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... e' che siamo bravissimi a giocare a nascondino. tana per danser, sei dietro seren! (Balby)
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- Iscritto il: gio set 04, 2003 8:55 am
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seren ha scritto:E' già qualcosa...
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro ...
Il decreto attuativo delle norme sulla sicurezza del lavoro sarà varato domani mattina dal Consiglio dei ministri con l'aggravamento della sanzioni per i trasgressori. Ma è guerra Governo-Confindustria. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, avverte: «Questo non basta, serve l'impegno dei datori di lavoro e dei lavoratori nell'applicare giorno per giorno le regole di sicurezza».
Un invito che diventa invece un attacco frontale quando a parlare è il ministro del Lavoro Cesare Damiano: «Ci sono state resistenze di Confindustria sul tema delle sanzioni. Spero che queste resistenze vengano superate». Ma Confindustria replica: «L'inasprimento delle sanzioni è inaccettabile», ha commentato il direttore generale Maurizio Berretta.
L'accordo sul testo definitivo del decreto che sarà licenziato domani dal Governo è stato raggiunto ieri in una riunione a palazzo Chigi tra i rappresentanti dei ministeri competenti (Salute, Giustizia e Lavoro). Il sottosegretario al Lavoro, Giampaolo Patta, ha fatto sapere che «le sanzioni sproporzionate sono state limate ed è stato razionalizzato l'apparato in modo da evitare più multe per la stessa violazione». Ma il cuore del testo è inalterato: resta la previsione dell'arresto fino a due anni per i responsabili delle aziende con rischi chimici, esplosivi o cancerogeni che non facciano la valutazione del rischio. Una misura contestata con forza da Confindustria, che chiede l'alternativa dell'ammenda. «Parliamo solo di quelle imprese che svolgono attività molto pericolose - ha spiegato Patta - chi non fa la valutazione del rischio è un criminale».
Intanto è stato reso operativo il numero verde, 800609080, costituito da Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro) e dalle Acli, che darà assistenza e informazioni per la sicurezza sul lavoro e tutela alle vittime di infortuni. Il numero verde vuole essere uno stimolo per tutti per informare sulle leggi, raccogliere segnalazioni e richieste di aiuto dai lavoratori rispetto ai propri diritti. Sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.
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aggravare la sanzione non ha senso se la sanzione stessa non ha certezza (e storicamente nei Tribunali italiani la certezza del diritto è una estranea presente solo nei libri universitari).
C'è chi ha il compito di controllare che i luoghi di lavoro siano "nei parametri di sicurezza": che fa?
"Troveremo una strada o la costruiremo" Khenu Baal baraq
macksi ha scritto:Se torniamo alla Tyssen, devo dire che la responsabilità sui controlli (che erano stati denunciati) dei massacranti turni di lavoro è del sindacato che ha omesso qualsiasi azione.
LICENZIATO PERCHE' RELATORE A CONVEGNO SU SICUREZZA PORTI
Zonker ha scritto:macksi ha scritto:Se torniamo alla Tyssen, devo dire che la responsabilità sui controlli (che erano stati denunciati) dei massacranti turni di lavoro è del sindacato che ha omesso qualsiasi azione.
LICENZIATO PERCHE' RELATORE A CONVEGNO SU SICUREZZA PORTI
Che si cominci a denunciare qualche azienda, che la CGIL inizi ad agire a tutela della sicurezza dei propri rappresentati.
Spero che questa vicenda di Carrara e che questa azione del sindacato locale sia presa ad esempio da altre federazioni, che costituisca prassi, che sia divulgata il più possibile.
Non si può far nulla contro la fatalità, ma si può far molto contro la superficialità di tante aziende in materia di sicurezza. Ed i sindacati devono stare in prima linea in questa battaglia.