Anna Magnani icona del neorealismo

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Anna Magnani icona del neorealismo

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2008-03-07 10:41
MAGNANI, CENT'ANNI DA 'LUPA ROMANA'
di Alessandra Magliaro

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ROMA - Due occhi di brace, un corpo bello con il seno pieno e le gambe snelle, i capelli scuri sempre arruffati, indomabili come lei, una personalità forte cui era difficile tenere testa, generosa di cuore quanto possessiva, persino morbosa, una risata travolgente e un'impulsività proverbiale: così era Anna Magnani, uno dei massimi talenti del teatro e del cinema italiano, di cui oggi 7 marzo, ricorre il centenario della nascita.

Un francobollo speciale da 60 centesimi con il suo volto sarà emesso dalle Poste Italiane e la Zecca conierà una moneta speciale da 5 euro in argento ma varie altre sono le iniziative, televisive ed editoriali. Piuttosto assente la Rai generalista, fatta eccezione per una puntata speciale di Cinematografo (sabato a mezzanotte su Raiuno) di Gigi Marzullo cui seguiranno durante la notte, i tre film tv del '71-'73, 'La sciantosa'; '1943: un incontro' e 'L'automobile' della collana Tre donne, ideati e sceneggiati da Alfredo Giannetti, unica eccezione televisiva dell'attrice (oltre ad un programma-omaggio al suo adorato compagno di teatro, Totò) RaiSat Cinema le rende omaggio trasmettendo dalle 17, due film tra i più significativi della sua lunga esperienza artistica: Mamma Roma (1962) di Pier Paolo Pasolini, che ne fa il simbolo dell'impossibile desiderio delle classi subalterne di assimilarsi alla società borghese contemporanea, e La rosa tatuata (1955), di Daniel Mann, un melodramma tratto dall'opera del suo amico Tennessee Williams e film che le valse l'Oscar. Sky Cinema Classics ricorda Nannarella con altri due film e un documentario.

Si comincia alle ore 14 con Carosello del Varietà (1955) di A. Bonaldi e A. Quinti, con Totò e Aldo Fabrizi e poi alle ore 16:30 Siamo donne (1953), commedia in cui Anna Magnani, diretta da Luchino Visconti, interpreta se stessa in uno dei quattro episodi. Si intitola invece Anna Magnani - Ritratto di attrice il documentario, in onda alle 15:35 prodotto da Sky Cinema e realizzato da Katia Ippaso, Linda Ranalli e Fausto Galosi.

Si parte da quella mattina del marzo 1956, quando Anna Magnani viene svegliata da una telefonata nella sua casa romana di via degli Astalli: ha vinto l'Oscar per il ruolo di Serafina delle Rose, la furiosa, incantata e primitiva protagonista di La rosa tatuata, personaggio che Tennessee Williams aveva scritto appositamente per Nannarella, diventata poi sua inseparabile amica. Il documentario si avvale poi di molte testimonianze tra cui il figlio Luca, la nipote attrice Olivia Magnani, l'attrice Marisa Pavan, Giancarlo Giannini, la scrittrice Dacia Maraini. Sotto il segno di Anna Magnani nasce addirittura un canale: TvCiak, il nuovo canale web di Rai.tv (www.rai.tv) interamente dedicato alla fiction televisiva.

La sciantosa, 1943: un incontro e L'automobile sono gli episodi di 'Tre donne', la storica serie Tv del 1971 che Rai.tv ripropone per la prima volta su internet a partire da oggi, perfetta antologia dei personaggi femminili che la Magnani aveva interpretato e reso popolari nella sua carriera teatrale e cinematografica: La canzonettista Flora, la coraggiosa Jolanda, l'ex prostituta Anna.

Esce invece in libreria una nuova edizione aggiornata di Nannarella, il romanzo di Anna Magnani, scritto da Giancarlo Governi (ed. Minimum Fax) che proprio oggi viene presentato a Roma dall'autore, dal figlio Luca Magnani e da Giovanna Ralli che fu una delle sue più care amiche. Sempre Luca Magnani ha inaugurato sabato scorso a Palazzo Altieri, dove la madre abitò per tanti anni fino alla morte nel 1973, le iniziative intitolate 'Ciao, Anna. Il centenario'.

Proseguiranno con un mostra fotografica, poi con uno spettacolo teatrale al Valle, uno dei 'suoi' teatri, poi a Furore, paesino della Costiera Amalfitana dove ebbe i giorni più felici accanto a Roberto Rossellini, per concludersi ad ottobre a San Felice Circeo, dove l'attrice è sepolta ma dove ha passato lunghi periodi nella sua villa sul mare. Anche la Cineteca di Bologna renderà omaggio ad Anna Magnani con una retrospettiva di suoi film per tutto il mese di marzo. Ad aprire l'evento, lunedì 10 lunedì sera la testimonianza di Carlo Di Carlo, che nel 1962 ha lavorato al fianco di Pasolini nel film Mamma Roma (1962, Italia).

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2008-03-07 10:10
100 ANNI DELL'ICONA DEL NEOREALISMO

Nata a Roma, nata di marzo, figlia illegittima di padre ignoto. Così potrebbe cominciare la biografia dell'attrice italiana più nota nel mondo, colei che forse meglio di chiunque ha incarnato il sentimento dell'italianità (come la Bardot lo fu per i francesi) e che direcente il presidente del festival di Cannes, Gilles Jacob, havoluto omaggiare in un breve film di montaggio chiamandola 'Lupa Romana'.

Anna Magnani era nata infatti a Roma il 7 marzo del 1908 ma per molti anni lasciò correre la leggenda per la quale sua madre Marina l'aveva concepita in Egitto, ad Alessandria. La confusione veniva dal fatto che la donna, una sarta originaria di Fano, abbandonò ben presto Anna alle cure della nonna materna e si trasferì in Egitto seguendo un facoltoso uomo d'affari austriaco.

Cresciuta nella Roma popolana e vitale degli anni Dieci, in una famiglia tutta di donne (oltre alla nonna c'erano cinque zie e un solo zio), Anna fu poi iscritta dalla madre (tornata per breve tempo in Italia, ma mai veramente legata a questa 'figlia della colpa') in un collegio di suore francesi, poi lasciato per il liceo e la scuola di recitazione. Solo molti anni dopo, inseguito a ricerche condotte in gran segreto, Anna avrebbe conosciuto il cognome del padre (un calabrese di nome Del Duce) e si sarebbe riappacificata con le sue radici.

Nel frattempo però, sotto la guida di Silvio D'Amico (che le insegnò recitazione) Anna Magnani era già diventata attrice, soubrette, cantante, dividendo i primi passi della carriera con Paolo Stoppa che le fu sempre amico fedele pur lamentandone gli eccessi caratteriali e la fragilità interiore. Arruolata nella compagnia Vergani-Cimara e poi in quella di Totò, la Magnani avvia dopo il 1929 una frenetica attività in palcoscenico, percorre tutta la penisola in tournee massacranti e viene instradata al cinema dal capocomico Antonio Gandusio che la presenta a Augusto Genina e Nunzio Malasomma che le offrirono piccoli ruoli nei film Scampolo e La Cieca di Sorrento (1934).

Il suo vero pigmalione resta però Totò con cui fa compagnia nel 1941, finché Vittorio de Sica le offre nello stesso anno la prima parte cinematografica di rilievo in Teresa Venerdì. Neglianni '30 era comunque apparsa in molte pellicole di successo,incoraggiata da Goffredo Alessandrini che la sposò (infelicemente) nel 1935 e che avrebbe poi ottenuto solo molto più tardi l'annullamento del matrimonio.

Il legame coniugale nonlimitò comunque la passionalità della Magnani che, nel 1942, ebbe anche un figlio (Luca), frutto della breve relazione con Massimo Serato. Proprio quella gravidanza impedì a Luchino Visconti di scritturarla per Ossessione (1943), ma l'appuntamento con il destino era solo rimandato: due anni dopo Roberto Rossellini le offrì la parte della Sora Pina in Roma Città Aperta e le schiuse definitivamente la porta del successo mondiale, diventandone anche il compagno nella vita privata.

Da quell'autentico trionfo, Anna Magnani divenne l'icona assoluta di un nuovo cinema italiano, il neorealismo, che conquistava le platee di tutto il mondo, celebrandone il personaggio e le straordinarie doti di veridicità drammatica inuna serie ininterrotta di capolavori: Abbasso la Ricchezza, L'Onorevole Angelina (Coppa Volpi alla Mostra di Venezia), Bellissima (Nastro d'Argento), Nella Città l'Inferno, Risate di Gioia.

Intanto, lasciata da Rossellini che le preferì Ingrid Bergman, Anna Magnani fu capace di emanciparsi dal ruolo di star totalmente italiana e, grazie all'amicizia con alcuni dei maggiori artisti dell'epoca, si inventò una seconda carriera internazionale: La carrozza d'Oro di Jean Renoir la rese beniamina di Francia, la Rosa Tatuata (scritta per lei da Tennessse Williams) e da lei interpretata per il cinema nel film di Daniel Mann, la portò a trionfare a Hollywood alla fine degli anni '50, prima italiana a vincere un Oscar come migliore attrice.

In verità in quei film, come nei successivi Selvaggio è il vento di George Cukor o Pelle di Serpente di Sidney Lumet, Magnani non veniva meno al clichè costruito sapientemente sul suo personaggio di popolana volitiva, donna appassionata, madre mediterranea. Proprio gli elementi che colpirono Pasolini e portarono questa inedita coppia allo straordinario successo di Mamma Roma, autentico terzo capitolo nella vita artistica dell'attrice. Che in seguito avrebbe tenuto a battesimo anche il cinema per la tv grazie al sodalizio con Alfredo Giannetti eavrebbe poi regalato a Federico Fellini, nel 1972 l'autentico volto di Roma nel film omonimo.

Era l'ultima apparizione sullo schermo della Lupa Romana che si sarebbe spenta l'anno seguente nella sua città, dopo una dolorosa malattia. Capelli corvini, pelle bianchissima (Tennessee Williams diceva ''la sua pelle ricorda il sapone del Devonshire''),sorriso contagioso, occhi immensi e appassionati, Anna Magnani è qualcosa di più di una grande attrice: è l'autentica diva del realismo cinematografico, un'interprete costantemente in presa diretta con la realtà che rappresenta. Proprio questo, agli occhi dei critici e degli spettatori, resta il suo più grande segreto che nessuno meglio di Rossellini (nella giovinezza) e Pasolini (nella maturità) avrebbe saputo cogliere e rappresentare.

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non vengo mai in queste sezioni...oggi ci sono per caso e sottolineo anche io la grandezza di anna magnani.
ho trovato su wikipedia questo pezzetto che mi piace aggiungere:

È figlia di Marina Magnani, una sarta originaria di Fano, e di padre ignoto. In realtà, facendo delle ricerche, Anna scoprirà le sue radici calabresi e quello che sarebbe dovuto essere il suo cognome, Del Duce; dirà poi, con la sua consueta ironia, di essersi fermata nelle ricerche perché non voleva passare come "la figlia del Duce".
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