Rosewall ha scritto: ↑gio set 21, 2023 11:47 am
"il problema è forse l'entità del bonus" è come dire "il problema è solo essere andati contromano in autostrada a fari spenti da ubriachi e non la guida in sè". Come se si discutesse di aver fissato un bonus al 30% invece che al 25%: in quale altro posto al mondo - inclusi i paesi dell'UE - esiste un bonus del genere?
Per te dovrebbero metterci altri duecento miliardi.
Riformuliamo: tutti gli italiani - poveri, alluvionati in attesa di ristori, studenti in affitto a settecento euro per un monolocale, infermieri in burn-out da carenza di personale, tutti inclusi - dovrebbero indebitarsi per regalare una ristrutturazioncina ad un'altra piccola minoranza di fortunati proprietari di case (con duecento miliardi fra facciate e superbonus si copre un altro 5% di immobili).
Bè, ma perché non lo fanno allora? Perché mai il governo più populista della storia dovrebbe rinunciare ad un provvedimento cosí popolare, che hanno sostenuto tutti i partiti, compresi i loro? Ti sei interrogato su quale vincolo di realtà glielo impedisca?
E ancora, dici "duecento miliardi". Ma perché non migliaia di miliardi, allora? Che è quanto costa adeguare tutti gli edifici.
E torniamo quindi all'aspetto "macro-economico", sul quale non mi ripeto oltre. Non è che scrivere che Fubini non ne capisce niente cambi le evidenze che ti sono state riportate.
Cosí come non cambiano se scrivi frasi fatte sull'edilizia sorvolando sulle quantità dei costi e dei benefici economici della misura. L'edilizia "traina" anche verso la recessione, luogo comune per luogo comune. Sai quanto ci mette ad esplodere una bolla imprenditoriale e di manodopera gonfiata in quel modo.
Ti ho già riportato come il PIL sia rimbalzato risalendo dell'11%, con l'edilizia che ha concorso per il 2%, e nell'edilizia va considerata anche quella commerciale, non toccata dal bonus (e in quella del bonus una quota di spesa ci sarebbe comunque stata: ergo per quella quota l'effetto del bonus è quello di un mero trasferimento di soldi, stima moltiplicatore 0,5).
Non c'è alcun beneficio in termini di futura crescita (formazione professionale, produttività aziendale, costi di produzione e trasporto...) a differenza del ponte, come tu stesso convieni. Peraltro, nel caso di un ponte, i ritorni vanno comunque quantificati e confrontati coi costi. Cioè, mica è detto che sia "sostenibile".
È una misura da voodoo economics lafferiana di Reagan: lo Stato si taglia le entrate a debito immaginando fantomatici quanto inesistenti ritorni economici che ripaghino la misura.
E a proposito: l'intento e l'obiettivo di una misura sono fondamentali perché permettono (dovrebbero permettere) di stimare l'efficacia e la sostenibilità ex ante e di valutarla nel mentre.
È falso che i bonus fossero varati solo a fini ambientali. Fu presentata proprio come una geniale trovata economica (posso recuperare le dichiarazioni dell'epoca), accompagnata da un paio di studi (Nomisma, Luiss) che già all'epoca apparivano farlocchi, e i cui autori oggi dovrebbero essere chiamati a rispondere in qualche sede pubblica (audizione parlamentare, mondo accademico, giornali) se non fosse che queste sedi sono state a suo tempo complici del furto.
Adesso, tu dici che no, è "strutturale" nel senso dell'efficienza energetica. Ora, il primo problema è che non ho ancora letto l'ammissione che dal punto di vista macroeconomico sia stata un immane disastro e al contrario leggo da te che Fubini che lo sostiene è un cretino e che l'edilizia traina.
L'altro problema è che il calo di emissioni di co2 è insignificante a fronte di una spesa di 120 miliardi. Quindi no, anche dal punto di vista ambientale non ci siamo. Anche lí vale il concetto di costo opportunità. Con un decimo di 120 miliardi investito nei trasporti pubblici fai senz'altro un taglio di emissioni maggiore.
Nei prossimi decenni, in ogni caso, i proprietari di case miglioreranno la loro efficienza energetica, a proprie spese, incentivati dal risparmio in bolletta, dalla coscienza ambientale, dalla immediata ricaduta sul valore commerciale dell'immobile, al limite da obblighi di legge. Un bonus fiscale del 20%-30% limitato per isee (per ridurre la regressività connaturata alla misura) potrebbe essere un ulteriore incentivo, ma non è detto che per colpa del debito da superbonus potremo permettercelo.