pocaluce ha scritto:la diffidenza ed ostilità secondo me sopravvengono perché (un po' come nel topic di megavideo) si combattono questi comportamenti nella maniera peggiore, oltre tutto cercando di far pagare anni di negligenze da parte dello stato.Rosewall ha scritto:sono anche queste le cose che fanno sì che lo Stato susciti una certa diffidenza quando non ostilità presso buona parte dei suoi sudditi_Kafelnikov_ ha scritto:ddl lauro d'urgenza per bloccare ogni possibile investimento nei bookmakers esteri
lavorando nel settore ed essendo prossimo a cambiare azienda (benché ugly e nick mi vorrebbero lasciare a piedi, ma li capisco e anzi, in una certa misura gli dò anche ragione), mi sono informato su quali ricadute può avere questo ddl.
allora, la ratio dietro a questo provvedimento è: in italia è legale giocare solo su siti con concessione AAMS, i quali devono avere una serie di requisiti fondamentali per ottenere tale concessione statale.
il ddl lauro dovrebbe appunto garantire innanzitutto un maggiore controllo per evitare infiltrazioni mafiose, bancarotte fraudolente (con appropriazione dei soldi dei giocatori), evasioni fiscali, riciclaggio ed introdurre una serie di tutele verso minori, ludopati e quant'altro. il punto del contendere di molti giocatori è che non è "liberale" vietare di giocare su siti esteri (i cosiddetti .com), come dispone questo ddl, in particolare applicando multe e sanzioni pesantissime (da 10000 € in su e fino a 10 volte gli importi giocati) obbligando quindi i giocatori a riversarsi sui .it, pagando tasse ed altre gabelle che non trovano sui siti stranieri. la cosa che fa riflettere è che molti dei "giocatori" che orbitano nei circuiti .com sarebbero ben felici di pagare le tasse sulle vincite ottenute all'estero, ma in italia ciò non è previsto per regolamento "fiscale" e da lì l'atteggiamento di ostilità che esce fuori quando vengono approvati decreti come questo...
Tempo fa avevo letto questo articolo:pocaluce ha scritto:non so paolino, non ho la competenza normativa specifica per darti una risposta esaustiva, però ti dico quello che ne capisco io dalle varie fonti nell'ambiente (che di sicuro conosci bene); la spinta comunitaria è che ogni paese dell'UE sia regolamentato "internamente" in materia di gioco a distanza, visto che si tratta di politica tributaria di ogni singolo stato. il discorso che fanno è molto semplice: essendo le politiche fiscali oggetto di decisione statale e non comunitarie e poiché il gioco rientra (seppur marginalmente) tra i possibili ambiti di tassazione a disposizione di uno stato, questo può decidere se limitarlo ai "confini" nazionali. però come ti dicevo, non so se ci sono possibilità di impugnare tale decreto presso i tribunali europei.paoolino ha scritto:Ma poi non è contrario alle normative comunitarie questo ddl?
http://brunosaetta.it/diritto/lunione-e ... nline.html
La normativa europea non è chiarissima in proposito perché da una parte ci sono sentenze in corte di giustizia europea che legittimano il blocco di siti legali da parte dei singoli governi quando prevale la lotta alla dipendenza del gioco d'azzardo o la lotta alla criminalità. D'altra parte però la Corte, con varie sentenze ha chiarito che spetta ai giudizi nazionali verificare se le misure adottate dagli Stati per tutelare la salute pubblica e la sicurezza pubblica siano proporzionate rispetto all’obiettivo sotteso, ma ha anche chiarito che se “le autorità di uno Stato membro inducono ed incoraggiano i consumatori a partecipare alle lotterie, ai giochi d’azzardo o alle scommesse affinché il pubblico erario ne benefici sul piano finanziario, le autorità di tale Stato non possono invocare l’ordine pubblico sociale con riguardo alla necessità di ridurre le occasioni di gioco per giustificare provvedimenti come quello oggetto della causa principale”. Questo orientamento, confermato da altre sentenze, sembra quindi contrario alle limitazioni apposte dalla normativa italiana (pre ddl Lauro, e ancor di più, post, secondo me) in quanto, come è palese, l’Italia incoraggia apertamente la diffusione dei giochi e delle scommesse, anche online, a puri fini finanziari.
Sulla base di questo, Stanley-Bet ha potuto aprire sale scommesse senza autorizzazione AAMS e in caso di denunce e sentenze di condanna impugnarle in sede Europea ed ottenere ragione.