Roda ha scritto: ↑mar ago 23, 2022 9:46 am
Ma che ragionamento è: io devo punire un reato commesso, non quello che e eventualmente, forse, commetterà. Se bevo un bicchiere di vino e centro un semaforo, devono ritirarmi la patente a vita perché la prossima volta potrei cecchinare qualcuno ?
certamente, se il tuo interesse e' punire un reato commesso, quello devi fare. In questo senso, penso che dare 40 anni di carcere a un assassino sia una bella punizione.
se il tuo interesse invece e' la sicurezza delle persone, non ti interessa molto sapere se il reo sta dentro 20 o 40 anni, ma cosa fa quando esce. Che sia un assassino, un rapinatore, un violentatore, uno violento. E ti interessa cosa fa anche chi non e' reo.
La nostra societa' non e' basata su,boh, la fede negli dei, ma sulla fede nel libero arbitrio. Per cui si pensa che un criminale e' uno che a un certo punto sceglie di delinquere, e' uno stronzo e quindi magari lo rifa' e va punito in quanto stronzo.
Oltre la fede, pero', esiste anche la scienza, che ci dice che le azioni criminali sono piu' o meno probabili in conseguenza di molti fattori diversi, nessuno dei quali ha a che fare col libero arbitrio. Ce lo dice fin dal 1700, ma diciamo che abbiamo sul tema una mentalita' molto simile a quella del 1500, si vede.
Se voglio impedire il crimine, se quello e' il mio obiettivo, devo semplicemente considerare certi fattori. Ovviamente, ho anche altri obiettivi (tipo la liberta' per chi non ha commesso ancora reati, non metto quindi in carcere un individuo statisticamente pericoloso finche' e' innocente, anche se dovrei farlo per puri motivi di sicurezza).
Ma il carcere non e' l'unica forma di prevenzione del crimine, e' evidente. C'e' l'educazione, la retribuzione economica, l'affidamento dei figli, la presenza della polizia sul territorio, mille altri aspetti.
L'importante, pero' e', essere oggettivi, e l'ogggettivita' ci dice questo:
- chiunque abbia commesso reati contro la persona, ha una certa probabilita' piu' della media che uscendo di galera lo rifaccia, o faccia anche molto peggio.
- come evitare che questa probabilita' diventi socialmente pericolosa: 1. carcere a vita per chiunque abbia commesso un qualunque reato contro la persona o pena di morte (anche dare un pugno in faccia) 2. valutazione statistica del tipo di profilo criminale associato a tale probabilita' e valutazione soggettiva del singolo caso
- nel caso di 2., ci saranno sempre degli errori.
- a quel punto dovremmo decidere cosa ci interessa e quindi: 1. parlare di questi errori e dare colpe 2. la sicurezza delle persone.
- nel caso di 2, se in una regione ci sono in top tempo 100 persone che ammazzano altre persone e una sola delle 100 e' un ex galeotto lasciato in liberta', e e vengono lasciati in liberta' 100, per dire, valutiamo se il rischio di farlo e' sostenibile o no per la societa', ma non ci soffermiamo troppo sul singolo caso, per quanto ovviamente drammatico. Inoltre, ci soffermeremo anche sugli altri 99 omicidi.
In parole povere, se una povera ragazza viene violentata da un ex stupratore galeotto, mentre altre 100 ragazze vengono violentate, oh, esempio surreale, da i 100 uomini piu' brutti della citta' che non riescono mai a scopare, se interessa la sicurezza delle donne di sicuro non pensi ai carcerati ma pensi che devi risolvere il problema dei brutti (che so, dando loro soldi, prostitute volontarie, educazione diversa, chirurgia plastica, quel che ti pare).
Caso piu' realistico: se vedi che sono molto piu' i reati dei figli dei carcerati di quelli degli ex carcerati, se ti interessa la sicurezza, perche' non ti interessi a come prevenire il crimine di questi figli (anche senza rinchiuderli per prevenzione, ma con altri mezzi?).
Non la considero una battaglia: se mi mettessi a fare una battaglia, ne uscirei distrutto (G.V.)