Insomma. Ogni mattina passo dai campi da tennis, molti bambini e ragazzi si allenano. Anche due ore al giorno. Li vedo.Nickognito ha scritto: Per me e' chiaro che sia quasi tutto acquisito.
Pero' la conseguenza di questo non e' che chiunque con l' esercizio diventi un campione. Serve un certo contesto complesso, per diventarlo, spesso casuale.
Tutti migliorano, qualcuno meno, qualcuno di più, qualcuno diventa bravo, palleggia bene, accelera, chiude.
Si vede anche in queste riduzioni del mondo a pochi esempi che nei miglioramenti c'è la tigna, la serietà, l'applicazione nel lavoro (la voglia)
e ci sono le qualità naturali: la coordinazione, la reattività, la sensibilità in alcuni gesti essenziali nel tennis (nello sport).
Ero un calciatore molto applicato e serio. Eppure in squadra ne avevo almeno 7-8 che calciavano meglio.
Magari andavano il sabato a ballare fino alle 3 di notte. Saltavano gli allenamenti (io, mai). Essendo più grandi, spesso lavoravano, scopavano, allevavano figli. Eppure la domenica calciavano meglio.
Molto è naturale (di natura). Molto è acquisito.
Dovessi fare percentuali, direi 100% naturale, 100% acquisito. E non è una battuta. La cosa più ridicola (per riprendere Rex) è parcellizzare, a certi livelli. Servono le due componenti, al massimo o quasi. Ma l'acquisizione, Nick, avviene in modo nettamente più robusto e importante su chi ha un certo talento, che può essere diverso da come lo intendiamo (non esiste un bambino di 8 anni che diventa un campione perché sa fare la stop volley - al limite diventa Bahrani). E non è solo un fatto di misure (le altezze che tu ricordavi).
Perfino gli sport più ottusi (ciclismo, corsa lunga, nuoto), chiedono requisiti di talento innato: fibre, capacità polmonare, anche dimensioni armoniche degli arti, articolazioni o tendini disposti a reggere l'usura. Ecco: anche questo è talento. Il problema è confondere (anzi: limitare, racchiudere) il talento a una sua scintillante dimostrazione.
E sopravvaluti anche il contesto (necessario): il Brasile ha prodotto calciatori sopraffini dalle favelas. Gli etiopi producono mezzofondisti dal niente. Il Dna e la cultura in questo caso sono nettamente superiori al contesto complesso che tu richiami, che penso sia riferito a strutture di che accompagnano il tentativo di diventare campioni.