Questi erano I numeri del passato; quando mi sono laureato io (1996) neanche ci si pensava ad andare all'estero per cercare lavoro. Nella peggiore (ma davvero peggiore) delle ipotesi ti trasferivi a Milano.
I numeri sono radicalmente cambiati negli ultimi anni (Il Sole 24 Ore:
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AEuX6nsB) e gia' nel 2013 il 30% degli emigranti sono laureati, ma il numero e' in crescita, probabilmente ora nettamente superiore alla media europea.
A parte le statistiche ufficiali, posso darti come esempio la mia esperienza personale. Quando ho lasciato l'Italia per andare a Londra nel 2006 la reazione dei miei colleghi italiani fu del tipo
"Dov'e' che vai? Perche'??? " Dieci anni dopo il 75% di quei colleghi erano a Berlino, Zurigo, San Francisco, Cambridge, Londra, Zurigo (un altro), Stoccolma.
Burano ha scritto:Ora, dati alla mano, perché noi abbiamo un'emergenza immigrazione e gli altri non hanno un'emergenza italiani?
Se vogliamo essere onesti, gli altri paesi hanno avuto per anni un'emergenza italiani, dopo tutto la strage di Duisburg e' del 2007. In Svizzera avevano bisogno di lavoratori ma per anni hanno fatto di tutto per evitare che questi portassero tutta la famiglia.
Oggi l'italiano che emigra in Europa appartiene per lo piu' a una di queste categorie: 1. Il giovane che vuole vivere a Londra o a Barcellona per un po' facendo lavoretti (barista e simili) e intanto imparare le lingue, conoscere gente, ecc.. 2. il giovane professionista che non ha sbocchi lavorativi in Italia e vuole fare carriera (finanza, ingegneria, architettura, medicina, scienza…) 3. Il pensionato che con i soldi della pensione vive meglio in Portogallo che in Italia. Nessuna di queste tre categorie causa alcun problema al paese ospitante, anzi la 3a porta soldi, la 2a porta un vantaggio competitivo alle aziende locali che sfruttano l'istruzione pagata dallo stato italiano. E tuttavia, una delle ragioni della Brexit e' il fatto che ci siano troppi europei, anche Italiani, che si trasferiscono nel Regno Unito.
Burano ha scritto:Sapete quanti sono i cittadini non comunitari residenti in Italia?
3.931.133 (dati del Ministero dell'Interno).
Sapete quanti sono gli italiani all'estero?
4.636.647 (dati dell'A.I.R.E.).
Poi questo discorso e' disonesto secondo me. Mette esattamente sullo stesso piano un italiano che emigra in Belgio con un somalo, per dire, che emigra in Italia. Si puo' dire senza passare per razzisti che non e' la stessa cosa, che e' piu' facile per un italiano integrarsi in Belgio (e lo era anche 50 anni fa, anche se molto meno)? E non e' certo questione di colore della pelle e' questione che ogni emigrante porta con se' la sua cultura.
Poi non viene detto che non e' che gli italiani prendessero il treno e andassero in Belgio cosi', all'insaputa dei Belgi. Molti di quei 4 milioni di emigrati sono emigrati tanti anni fa, quando in paesi come Belgio e Germania c'erano lavori che i locali non volevano fare o per cui non c'era abbastanza manodopera. Sono andati perche' servivano, altrimenti li avrebbero fermati al confine. Nessuno qua sta decidendo che quando in Italia servono lavoratori stranieri bisognerebbe comunque evitare di chiamarli (anche se, la storia recente di Francia e Gran Bretagna potrebbe anche farlo pensare). Il problema sono i migranti che arrivano e per cui non c'e' lavoro e poca possibilita' di integrazione.
Quindi se volete dire che non devono esistere nazioni e confini, come sostiene nickognito, mi sta bene, e' un'opinione anche condivisibile. Ma giocare con le statistiche come fa questo post di Facebook e' una presa in giro e non mi sta bene per niente.
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.