Storie di calcio e non...
Re: Storie di calcio e non...
Beh, meno male che se ne andò per tornare solo decenni dopo....se avesse messo piede in Italia lo avrebbero arrestato seduta stante per mega evasione fiscale
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Re: Storie di calcio e non...
Che soggetto!
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tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
Re: Storie di calcio e non...
Mosca era un cialtrone, però era molto molto simpatico.
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Re: Storie di calcio e non...
E' uno di quelli che sulla scia di Biscardi il calcio lo hanno sputtanato, non dimentichiamocelo. Fra lo stile iper compassato e notarile dei 70' e il Circo esiste la via di mezzo. Di culto la falsa intervista a Zico che gli costò l'allontanamento dalla gazzetta dello Sport (allora ancora"serio", pure se sotto cannavo' e post 1982 la deriva calcistica era già partita) .
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Storie di calcio e non...
Infatti ho detto che era un cialtrone.Johnny Rex ha scritto: ↑mar apr 04, 2023 8:17 amE' uno di quelli che sulla scia di Biscardi il calcio lo hanno sputtanato, non dimentichiamocelo. Fra lo stile iper compassato e notarile dei 70' e il Circo esiste la via di mezzo. Di culto la falsa intervista a Zico che gli costò l'allontanamento dalla gazzetta dello Sport (allora ancora"serio", pure se sotto cannavo' e post 1982 la deriva calcistica era già partita) .
F.F.
Più che altro era un grande comico, uno dei più grandi comici italiani dell'epoca.
Il problema è che invece di fare il giornalista sportivo, avrebbe dovuto fare delle serate al Derby o allo Zelig e qualche film.
Comunque mi stava simpatico, guardavo l'appello del martedi solo per vedere lui vestito da coglione che faceva battute e pendolini ed Herrera che dava del frocio a Miguel Bosè.
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Re: Storie di calcio e non...
un cialtrone, protagonista di un'epoca particolarmente buia del giornalismo sportivo televisivo in Italia
Quando c'era Lele i treni arrivavano in orario
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Re: Storie di calcio e non...
Ecco, diciamo le cose come realmente stavano.
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Storie di calcio e non...
Come scassi le balle te su Maradona ogni qualvolta ne hai l’occasione, nessuno mai.
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Re: Storie di calcio e non...
Re: Storie di calcio e non...
Yesssssss.
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Re: Storie di calcio e non...
Contento te, buon divertimento!
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Re: Storie di calcio e non...
Mi hanno talmente scassato le balle i suoi fans, i peggiori fanatici del mondo, che è il minimo.
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Re: Storie di calcio e non...
Pensare che qui nessuno aveva detto nulla, quindi il tuo commento da Hater non c’entrava un cazzo con i suoi fans.
Bla bla bla bla..
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Re: Storie di calcio e non...
In realtà è stata postata una cosa dove dice che è scappato dall'Italia e non è tornato fino al 2005.
Perchè è scappato? perchè era un drogato, è stato trovato drogato ed è fuggito.
Perchè non è più tornato? perchè era un evasore e sarebbe stato arrestato.
Ho solo risposto con dati di fatto inoppugnabili.
Poi sarò anche un hater, ma lui era un delinquente. Penso non ci siano dubbi.
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Re: Storie di calcio e non...
Era un “accadde oggi”.chiaky ha scritto: ↑mar apr 04, 2023 11:26 pmIn realtà è stata postata una cosa dove dice che è scappato dall'Italia e non è tornato fino al 2005.
Perchè è scappato? perchè era un drogato, è stato trovato drogato ed è fuggito.
Perchè non è più tornato? perchè era un evasore e sarebbe stato arrestato.
Ho solo risposto con dati di fatto inoppugnabili.
Poi sarò anche un hater, ma lui era un delinquente. Penso non ci siano dubbi.
La necessità del commento da Hater non c’era.
Ma vai avanti così tanto che quando si cita la parola Maradona spunti fuori come i funghi.
Sarà anche stato un delinquente ma sicuro ha fatto più cose positive nel mondo di te e di me messi assieme.
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Re: Storie di calcio e non...
Ma anche di Messi, e della sua jellabah Mundial
F.F.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Storie di calcio e non...
Eh ma l'accadde oggi aveva volutamente celato il motivo per cui il pibe divenne un desaparecido
È come se uscisse un accadde oggi su Putin e dicesse che ha messo piede in Europa nel 2021 per poi non tornare mai più, senza dire che fu perché ha invaso l'Ucraina ed è stato messo in arresto dall'Aja . Bizzarro.
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Re: Storie di calcio e non...
Dai sì, Chiaky un po' di ragione la ha, questo Mito del Maradonismo in eccesso rialimentato dal confronto con Messi (come se il resto del calcio non esistesse, i Pelè, Beckenbauer etc ) e con dietro il solito schema della 80vogliadite etc un bel po' stufa.
F.F.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Storie di calcio e non...
Parlando seriamente, si tratta di un grande campione, nemmeno il caso di sottolinearlo, ma anche enormemente montato dai media, anche per via della sua vita "maledetta", che fa tanto fico.Johnny Rex ha scritto: ↑mer apr 05, 2023 8:58 am Dai sì, Chiaky un po' di ragione la ha, questo Mito del Maradonismo in eccesso rialimentato dal confronto con Messi (come se il resto del calcio non esistesse, i Pelè, Beckenbauer etc ) e con dietro il solito schema della 80vogliadite etc un bel po' stufa.
F.F.
Come calciatore nulla questio, se non che non è il mio genere (mai amati i giocolieri plateali, sebbene qui si parli del massimo in quel campo)e che non lo ritengo affatto il più grande di sempre, ma uno da quinto sesto posto all times (e qui mi sono preso varie minacce di morte dai suoi tifosi malati di mente), come persona una merda, perchè se stiamo qui a inneggiare a un evasore/drogato/amico di camorristi e dittatori/padre degenere/truffatore anche nella professione (boccetta con urine di altri, bottiglie avvelenate agli avversari, gol di mano reiterato varie volte vantandosene eccetera) qualcosa non torna.
Quindi dico sempre attenzione, non esageriamo col Pibe, ma soprattutto la cosa più spiacevole (a parte i suoi tifosi malati, gente spaventosa che andrebbe studiata)è questo meccanismo della stampa e dei media volto a cancellare tutto il resto del calcio pro domo Maradoniano, davvero come se non fosse mai esistito nessun altro calciatore nella storia.
Una enorme montatura, pur parlando ovviamente di un grossissimo campione di calcio.
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Re: Storie di calcio e non...
Dalla pagina Facebook Calcio Totale.
Figlio di soldato ucraino fatto prigioniero in Italia durante la seconda guerra mondiale.
A 16 anni lavora come manovale ed idraulico.
Inizia a giocare a calcio per strada, a piedi nudi, poi all'oratorio.
Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Campione d’Italia con la Roma nel 1983 e con la Sampdoria nel 1991.
Campione d’Europa con la Juventus nel 1996 a 37 anni.
Si ritira dal calcio a 41 anni, una carriera molto longeva durata quasi 1000 partite.
Il segreto? Ha confessato di essere andato a dormire per vent’anni alla stessa ora, le dieci di sera.
Un fisico di acciaio nonostante avesse tre buchi nei polmoni.
Il primo lo scopre durante una partita, negli anni Novanta, con la maglia della Sampdoria. Gli manca l’aria. Non è mai successo.
Chiede il cambio a Boskov, e anche questo non è mai successo. E infatti gli dicono di resistere, e lui lo fa.
Il giorno dopo va a farsi visitare da uno pneumologo che gli scopre il buco nei polmoni, il primo dei tre che gli riscontreranno in seguito.
È solo un dettaglio, però, perché non si arrende e si ritira dal calcio senza aver mai accusato problemi fisici.
Leggendari i suoi duelli con Marco Van Basten che contro di lui non ha mai segnato su azione e soprattutto, con Diego Armando Maradona:
«Una volta ero addosso a Diego, incollato. L’avevo, come si dice adesso, ingabbiato. Si è girato con una piroetta, un tunnel ed è volato via.
Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde”».
Uno dei migliori difensori italiani di sempre.
Stopper tenace e grintoso, un marcatore come pochi.
Buon compleanno allo "Zar" Pietro Vierchowod! ❤
Figlio di soldato ucraino fatto prigioniero in Italia durante la seconda guerra mondiale.
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Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Campione d’Italia con la Roma nel 1983 e con la Sampdoria nel 1991.
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Si ritira dal calcio a 41 anni, una carriera molto longeva durata quasi 1000 partite.
Il segreto? Ha confessato di essere andato a dormire per vent’anni alla stessa ora, le dieci di sera.
Un fisico di acciaio nonostante avesse tre buchi nei polmoni.
Il primo lo scopre durante una partita, negli anni Novanta, con la maglia della Sampdoria. Gli manca l’aria. Non è mai successo.
Chiede il cambio a Boskov, e anche questo non è mai successo. E infatti gli dicono di resistere, e lui lo fa.
Il giorno dopo va a farsi visitare da uno pneumologo che gli scopre il buco nei polmoni, il primo dei tre che gli riscontreranno in seguito.
È solo un dettaglio, però, perché non si arrende e si ritira dal calcio senza aver mai accusato problemi fisici.
Leggendari i suoi duelli con Marco Van Basten che contro di lui non ha mai segnato su azione e soprattutto, con Diego Armando Maradona:
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Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde”».
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Re: Storie di calcio e non...
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Re: Storie di calcio e non...
Edmundo, anzi per dirla alla Buffa (adesso finito alle marchette..) Egmundo
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Re: Storie di calcio e non...
Marco Parolo è stato il protagonista della prima puntata del Podcast dalla Politica alla Brace:
"Le più grandi delusioni della mia carriera sono state la mancata qualificazione al Mondiale del 2018 e che con la Lazio abbiamo buttato via una semifinale di Europa League a Salisburgo. Non so come. Avevamo vinto 4-2 all'andata, facciamo gol al 60', dovevamo prendere 4 gol per uscire e siamo riusciti a subirli in 15 minuti. Un black out che ho ancora qui. Io mi ricordo ancora in testa un movimento fatto a metà campo che se avessi fatto diversamente magari non ci avrebbe fatto prendere gol. Ce l'ho ancora in testa e stampato negli occhi. Sono l'unico centrocampista ad aver fatto quattro gol. Quando li ho fatti non me ne sono reso conto, perché pensavo ad allenarmi. Quando ho smesso ho messo insieme i dati e mi sono rivalutato perché da calciatore non te la godi tanto".
DERBY - "E' stato bellissimo. Il primo mio derby nel 2015 a gennaio, il capitano Mauri ha organizzato una cena con alcuni tifosi. Avevo percepito che dovevamo vincere e il riscaldamento lo fai sotto la Nord con i capi ultrà intorno che ti trasmettono la voglia di vincere. Poi ti rendi conto che parlando con la gente, col tassista con chiunque. Quando c'è il derby la gente si trasforma. Per capire veramente Roma devi vivere il derby, devi entrare all'Olimpico e vivere la giornata nei due poli: la Roma e la Lazio. Quando lo vinci è bello".
DERBY DA TELECRONISTA - "Il derby dello scorso anno? La postazione era sotto la Curva Nord. Quando i calciatori sono andati a festeggiare, nel ritorno mi hanno visto. Io avevo smesso a giugno e la partita si è giocata a settembre. Quando mi hanno visto mi sono corsi incotro. Quando è passato Sarri ho letto negli occhi la gioia e sapevo cosa stava provando perché era successo anche a me. Leiva mi ha visto e mi ha abbracciato. Anche adesso sono passati e mi hanno dato il cinque, ma memori dell'altra volta niente abbracci. Porto bene, poi loro sono anche un po' scaramantici (ride, ndr)"
SPALLETTI VS TOTTI - "Difficile da capire, ma Spalletti non aveva tutti i torti nella gestione di Totti. Fisicamente tu cali e devi accettare un secondo ruolo, un ruolo diverso. Per Totti non è stato facile accettarlo. Se Totti oggi vivrebbe diversamente quei momenti? Quando sei dentro non è facile. Spesso si va lungo e poi ti chiedi ma chi te lo ha fatto fare"
RITIRO - "Finito con la Lazio, ho cercato squadra. Ma cercavo un progetto subito e non il 31 agosto, volevo essere considerato. Lavorare subito in tv mi affascinava. La cosa buffa è che mi hanno cercato per lavorare in tv il giorno di Bayern - Lazio, ottavo di ritorno di Champions. Il massimo della mia carriera da giocatore. Mi parlavano per giugno quando avrei smesso, ma quella partita ho fatto anche gol. Ho detto che non lo sapevo. E' stata particolare, poi quando ho smesso a 36 anni e mezzo di più non potevo fare. Ho preferito finire e godermi la vita".
GALLIANI - "Monza? No mi aveva cercato al Milan. Mi voleva dopo il primo anno alla Lazio quando ho fatto dieci gol. Aveva chiesto a Lotito di prendermi, ma il presidente disse:"Tutti tranne Parolo". Il Milan aveva offerto 20 milioni e poi prese Bertolacci. Lotito in ritiro mi disse, me chiamano per tutti ma l'unica vera offerta me l'hanno fatta per te venti milioni. Io pensavo fosse una battuta. Ho chiamato pure il procuratore e mi ha detto che non c'è niente. Poi un mio compagno me lo confermo. Poi in un Milan - Lazio, Galliani me lo ha confermato. Io nato milanista devo dire che un po' ci sono rimasto male, sarebbe stato bellissimo".
LOTITO - "Uno di parola: quando dice una cosa la fa. Se lui ti promette il rinnovo, poi lo fai. Non è facile farglielo promettere. Se le cose vanno bene, si lascia andare. Altrimenti lui cerca di comandare tanto. Figura aziendalista perché ha dovuto farla dopo lo spalma debiti per mantenere la squadra con un certo bilancio. Non è presidente alla Moratti che butta il cuore e fa il passo più lungo della gamba perché dietro ha una potenza. Lotito lavora così e difficilmente cambia prospettiva. Molto particolare e ci tiene a curare il centro sportivo. Lui magari passava al centro sportivo a mezzanotte per vedere le cose e che tutto andasse bene. Uno che guarda il particolare, fa 350 mila cose al giorno. Ho avuto un ottimo rapporto, ma a parte l'ultimo anno quando ho avuto un contrasto su un punto di vista. Se lui pensa che sei andato contro una sua idea, a quel punto se la prende. Non so se è permaloso, lui dà tanto, ma a volte due persone hanno punti di vista diversi ecco questo fa fatica ad accettarlo".
IMMOBILE - ""Antonioli, Chiellini, Pirlo, Parolo e Immobile è la squadra da calcetto per vincere. Ciro ha bisogno di essere coccolato all'interno di una società e da tutto l'ambiente. A Torino lo ha fatto, a Siviglia e col Dortmund ha fatto fatica. In Nazionale non si è mai sentito amato. Anche a livello di stampa non è mai stato tutelato. Due errori ed è sempre colpa di Immobile. Alla Lazio fa 80 minuti in cui sbaglia tutto, ma poi fa gol e ti trascina. La gente alla Lazio lo capisce e lo incita sempre. Lui ha bisogno di sentire questo, anche perché è un leader e poi ti trascina. In allenamento prende sempre la porta e fa gol. In Nazionale era impressionante, faceva gol a tutti da Buffon a Donnarumma. Sono stato 4 anni in camera con lui. Bravissimo a giocare alla Playstation, con il Joystick era clamoroso a giocare a Formula1, non sbagliava una curva. Non ho mai capito come facesse. Io spesso mi facevo prendere dalla gara, lui restava sempre lucido. Questa lucidità e freddezza la rivedevo anche in campo e per questo ha fatto così tanti gol".
KLOSE - "Mi ha insegnato una frase: "Culo, culo, culo alla fine è un talento". Se tre volte uno ha fortuna, forse è un talento anche quello. Lui rispettava il lavoro di tutti. Se c'era da raccogliere i palloni non si faceva problemi a farlo. Lui era un perfezionista. Un grande talento che, oltre a fisico e talento, anche di testa era un passo avanti"
"Le più grandi delusioni della mia carriera sono state la mancata qualificazione al Mondiale del 2018 e che con la Lazio abbiamo buttato via una semifinale di Europa League a Salisburgo. Non so come. Avevamo vinto 4-2 all'andata, facciamo gol al 60', dovevamo prendere 4 gol per uscire e siamo riusciti a subirli in 15 minuti. Un black out che ho ancora qui. Io mi ricordo ancora in testa un movimento fatto a metà campo che se avessi fatto diversamente magari non ci avrebbe fatto prendere gol. Ce l'ho ancora in testa e stampato negli occhi. Sono l'unico centrocampista ad aver fatto quattro gol. Quando li ho fatti non me ne sono reso conto, perché pensavo ad allenarmi. Quando ho smesso ho messo insieme i dati e mi sono rivalutato perché da calciatore non te la godi tanto".
DERBY - "E' stato bellissimo. Il primo mio derby nel 2015 a gennaio, il capitano Mauri ha organizzato una cena con alcuni tifosi. Avevo percepito che dovevamo vincere e il riscaldamento lo fai sotto la Nord con i capi ultrà intorno che ti trasmettono la voglia di vincere. Poi ti rendi conto che parlando con la gente, col tassista con chiunque. Quando c'è il derby la gente si trasforma. Per capire veramente Roma devi vivere il derby, devi entrare all'Olimpico e vivere la giornata nei due poli: la Roma e la Lazio. Quando lo vinci è bello".
DERBY DA TELECRONISTA - "Il derby dello scorso anno? La postazione era sotto la Curva Nord. Quando i calciatori sono andati a festeggiare, nel ritorno mi hanno visto. Io avevo smesso a giugno e la partita si è giocata a settembre. Quando mi hanno visto mi sono corsi incotro. Quando è passato Sarri ho letto negli occhi la gioia e sapevo cosa stava provando perché era successo anche a me. Leiva mi ha visto e mi ha abbracciato. Anche adesso sono passati e mi hanno dato il cinque, ma memori dell'altra volta niente abbracci. Porto bene, poi loro sono anche un po' scaramantici (ride, ndr)"
SPALLETTI VS TOTTI - "Difficile da capire, ma Spalletti non aveva tutti i torti nella gestione di Totti. Fisicamente tu cali e devi accettare un secondo ruolo, un ruolo diverso. Per Totti non è stato facile accettarlo. Se Totti oggi vivrebbe diversamente quei momenti? Quando sei dentro non è facile. Spesso si va lungo e poi ti chiedi ma chi te lo ha fatto fare"
RITIRO - "Finito con la Lazio, ho cercato squadra. Ma cercavo un progetto subito e non il 31 agosto, volevo essere considerato. Lavorare subito in tv mi affascinava. La cosa buffa è che mi hanno cercato per lavorare in tv il giorno di Bayern - Lazio, ottavo di ritorno di Champions. Il massimo della mia carriera da giocatore. Mi parlavano per giugno quando avrei smesso, ma quella partita ho fatto anche gol. Ho detto che non lo sapevo. E' stata particolare, poi quando ho smesso a 36 anni e mezzo di più non potevo fare. Ho preferito finire e godermi la vita".
GALLIANI - "Monza? No mi aveva cercato al Milan. Mi voleva dopo il primo anno alla Lazio quando ho fatto dieci gol. Aveva chiesto a Lotito di prendermi, ma il presidente disse:"Tutti tranne Parolo". Il Milan aveva offerto 20 milioni e poi prese Bertolacci. Lotito in ritiro mi disse, me chiamano per tutti ma l'unica vera offerta me l'hanno fatta per te venti milioni. Io pensavo fosse una battuta. Ho chiamato pure il procuratore e mi ha detto che non c'è niente. Poi un mio compagno me lo confermo. Poi in un Milan - Lazio, Galliani me lo ha confermato. Io nato milanista devo dire che un po' ci sono rimasto male, sarebbe stato bellissimo".
LOTITO - "Uno di parola: quando dice una cosa la fa. Se lui ti promette il rinnovo, poi lo fai. Non è facile farglielo promettere. Se le cose vanno bene, si lascia andare. Altrimenti lui cerca di comandare tanto. Figura aziendalista perché ha dovuto farla dopo lo spalma debiti per mantenere la squadra con un certo bilancio. Non è presidente alla Moratti che butta il cuore e fa il passo più lungo della gamba perché dietro ha una potenza. Lotito lavora così e difficilmente cambia prospettiva. Molto particolare e ci tiene a curare il centro sportivo. Lui magari passava al centro sportivo a mezzanotte per vedere le cose e che tutto andasse bene. Uno che guarda il particolare, fa 350 mila cose al giorno. Ho avuto un ottimo rapporto, ma a parte l'ultimo anno quando ho avuto un contrasto su un punto di vista. Se lui pensa che sei andato contro una sua idea, a quel punto se la prende. Non so se è permaloso, lui dà tanto, ma a volte due persone hanno punti di vista diversi ecco questo fa fatica ad accettarlo".
IMMOBILE - ""Antonioli, Chiellini, Pirlo, Parolo e Immobile è la squadra da calcetto per vincere. Ciro ha bisogno di essere coccolato all'interno di una società e da tutto l'ambiente. A Torino lo ha fatto, a Siviglia e col Dortmund ha fatto fatica. In Nazionale non si è mai sentito amato. Anche a livello di stampa non è mai stato tutelato. Due errori ed è sempre colpa di Immobile. Alla Lazio fa 80 minuti in cui sbaglia tutto, ma poi fa gol e ti trascina. La gente alla Lazio lo capisce e lo incita sempre. Lui ha bisogno di sentire questo, anche perché è un leader e poi ti trascina. In allenamento prende sempre la porta e fa gol. In Nazionale era impressionante, faceva gol a tutti da Buffon a Donnarumma. Sono stato 4 anni in camera con lui. Bravissimo a giocare alla Playstation, con il Joystick era clamoroso a giocare a Formula1, non sbagliava una curva. Non ho mai capito come facesse. Io spesso mi facevo prendere dalla gara, lui restava sempre lucido. Questa lucidità e freddezza la rivedevo anche in campo e per questo ha fatto così tanti gol".
KLOSE - "Mi ha insegnato una frase: "Culo, culo, culo alla fine è un talento". Se tre volte uno ha fortuna, forse è un talento anche quello. Lui rispettava il lavoro di tutti. Se c'era da raccogliere i palloni non si faceva problemi a farlo. Lui era un perfezionista. Un grande talento che, oltre a fisico e talento, anche di testa era un passo avanti"
Forza Aquilotti, riprendiamo a volare!
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Re: Storie di calcio e non...
Monheim ha scritto: ↑gio apr 06, 2023 6:16 pm Dalla pagina Facebook Calcio Totale.
Figlio di soldato ucraino fatto prigioniero in Italia durante la seconda guerra mondiale.
A 16 anni lavora come manovale ed idraulico.
Inizia a giocare a calcio per strada, a piedi nudi, poi all'oratorio.
Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Campione d’Italia con la Roma nel 1983 e con la Sampdoria nel 1991.
Campione d’Europa con la Juventus nel 1996 a 37 anni.
Si ritira dal calcio a 41 anni, una carriera molto longeva durata quasi 1000 partite.
Il segreto? Ha confessato di essere andato a dormire per vent’anni alla stessa ora, le dieci di sera.
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Il primo lo scopre durante una partita, negli anni Novanta, con la maglia della Sampdoria. Gli manca l’aria. Non è mai successo.
Chiede il cambio a Boskov, e anche questo non è mai successo. E infatti gli dicono di resistere, e lui lo fa.
Il giorno dopo va a farsi visitare da uno pneumologo che gli scopre il buco nei polmoni, il primo dei tre che gli riscontreranno in seguito.
È solo un dettaglio, però, perché non si arrende e si ritira dal calcio senza aver mai accusato problemi fisici.
Leggendari i suoi duelli con Marco Van Basten che contro di lui non ha mai segnato su azione e soprattutto, con Diego Armando Maradona:
«Una volta ero addosso a Diego, incollato. L’avevo, come si dice adesso, ingabbiato. Si è girato con una piroetta, un tunnel ed è volato via.
Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde”».
Uno dei migliori difensori italiani di sempre.
Stopper tenace e grintoso, un marcatore come pochi.
Buon compleanno allo "Zar" Pietro Vierchowod! ❤
Il padre Ivan Lukjanovič era un soldato dell’Armata Rossa originario di Kiev, il soprannome scontato lo accompagnò per tutta la carriera. Fisicamente esagerato, capace di intimidire e spostare gli avversari più temuti, Pietro era anche noto per il suo temperamento senza compromessi. Una delle sue skills principali era quella di litgare con i compagni di squadra, per antipatie insanabili o per consigli che i più giovani non accettavano. Ecco qualche esempio:
Vierchowod VS Pagliuca
Il feeling tra lo zar e il portiere non è mai sbocciato. Un esempio su tutti: gennaio 1990, a Marassi si gioca Sampdoria – Lazio. Troglio crossa, Pagliuca accenna l’uscita ma esita. Vierchowod riprende il compagno ad alta voce, il portiere non ci sta e corre verso di lui con il pugno alzato. Si sfiora la rissa, subito sedata dai compagni. Le frecciate tra i due continueranno a lungo, dopo una partita non perfetta di Pagliuca a Foggia Vierchowod parla alla stampa: “Il Pagliuca di un anno fa avrebbe parato quel gol”, nuovo casino. Qualche tempo prima a Budapest, in coppa dei Campioni, un’incomprensione tra Vierchowod e Pagliuca aveva regalato all’Honved una rete evitabile e i due erano usciti dal campo discutendo animatamente. Due anni prima, contro il Lecce, litigarono nuovamente sotto gli occhi di tutti, minacciando di prendersi a pugni.
Vierchowod VS Renica
Mentre il rapporto con gli altri era spesso difficile, quello di Vierchowod con Alessandro Renica era impossibile. In blucerchiato dal 1982 al 1985 si racconta di una clamorosa rissa tra i due una mattina di primavera a Celle Ligure. Una patata bollente per la società di Paolo Mantovani che decise di cedere Renica (scontento anche di essere impiegato come terzino da Bersellini).
Continua https://blucerchiando.com/2019/04/06/tu ... i-squadra/
Auguri allo Zar da Calcinate che oggi compie 64 anni
Lo voglio rivedere, Fabio
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Re: Storie di calcio e non...
Forse il fatto che fosse testa calda spiega il perché pur essendo un eccellente difensore, ancorché non dai piedi buoni ma si parla di nazionale pre sacchi quindi poteva starci di più che successivamente) non trovasse spazio in nazionale.Burano ha scritto: ↑ven apr 07, 2023 1:20 pmMonheim ha scritto: ↑gio apr 06, 2023 6:16 pm Dalla pagina Facebook Calcio Totale.
Figlio di soldato ucraino fatto prigioniero in Italia durante la seconda guerra mondiale.
A 16 anni lavora come manovale ed idraulico.
Inizia a giocare a calcio per strada, a piedi nudi, poi all'oratorio.
Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Campione d’Italia con la Roma nel 1983 e con la Sampdoria nel 1991.
Campione d’Europa con la Juventus nel 1996 a 37 anni.
Si ritira dal calcio a 41 anni, una carriera molto longeva durata quasi 1000 partite.
Il segreto? Ha confessato di essere andato a dormire per vent’anni alla stessa ora, le dieci di sera.
Un fisico di acciaio nonostante avesse tre buchi nei polmoni.
Il primo lo scopre durante una partita, negli anni Novanta, con la maglia della Sampdoria. Gli manca l’aria. Non è mai successo.
Chiede il cambio a Boskov, e anche questo non è mai successo. E infatti gli dicono di resistere, e lui lo fa.
Il giorno dopo va a farsi visitare da uno pneumologo che gli scopre il buco nei polmoni, il primo dei tre che gli riscontreranno in seguito.
È solo un dettaglio, però, perché non si arrende e si ritira dal calcio senza aver mai accusato problemi fisici.
Leggendari i suoi duelli con Marco Van Basten che contro di lui non ha mai segnato su azione e soprattutto, con Diego Armando Maradona:
«Una volta ero addosso a Diego, incollato. L’avevo, come si dice adesso, ingabbiato. Si è girato con una piroetta, un tunnel ed è volato via.
Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde”».
Uno dei migliori difensori italiani di sempre.
Stopper tenace e grintoso, un marcatore come pochi.
Buon compleanno allo "Zar" Pietro Vierchowod! ❤
Il padre Ivan Lukjanovič era un soldato dell’Armata Rossa originario di Kiev, il soprannome scontato lo accompagnò per tutta la carriera. Fisicamente esagerato, capace di intimidire e spostare gli avversari più temuti, Pietro era anche noto per il suo temperamento senza compromessi. Una delle sue skills principali era quella di litgare con i compagni di squadra, per antipatie insanabili o per consigli che i più giovani non accettavano. Ecco qualche esempio:
Vierchowod VS Pagliuca
Il feeling tra lo zar e il portiere non è mai sbocciato. Un esempio su tutti: gennaio 1990, a Marassi si gioca Sampdoria – Lazio. Troglio crossa, Pagliuca accenna l’uscita ma esita. Vierchowod riprende il compagno ad alta voce, il portiere non ci sta e corre verso di lui con il pugno alzato. Si sfiora la rissa, subito sedata dai compagni. Le frecciate tra i due continueranno a lungo, dopo una partita non perfetta di Pagliuca a Foggia Vierchowod parla alla stampa: “Il Pagliuca di un anno fa avrebbe parato quel gol”, nuovo casino. Qualche tempo prima a Budapest, in coppa dei Campioni, un’incomprensione tra Vierchowod e Pagliuca aveva regalato all’Honved una rete evitabile e i due erano usciti dal campo discutendo animatamente. Due anni prima, contro il Lecce, litigarono nuovamente sotto gli occhi di tutti, minacciando di prendersi a pugni.
Vierchowod VS Renica
Mentre il rapporto con gli altri era spesso difficile, quello di Vierchowod con Alessandro Renica era impossibile. In blucerchiato dal 1982 al 1985 si racconta di una clamorosa rissa tra i due una mattina di primavera a Celle Ligure. Una patata bollente per la società di Paolo Mantovani che decise di cedere Renica (scontento anche di essere impiegato come terzino da Bersellini).
Continua https://blucerchiando.com/2019/04/06/tu ... i-squadra/
Auguri allo Zar da Calcinate che oggi compie 64 anni
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Re: Storie di calcio e non...
Può darsi.Burano ha scritto: ↑ven apr 07, 2023 1:23 pmForse il fatto che fosse testa calda spiega il perché pur essendo un eccellente difensore, ancorché non dai piedi buoni ma si parla di nazionale pre sacchi quindi poteva starci di più che successivamente) non trovasse spazio in nazionale.Burano ha scritto: ↑ven apr 07, 2023 1:20 pmMonheim ha scritto: ↑gio apr 06, 2023 6:16 pm Dalla pagina Facebook Calcio Totale.
Figlio di soldato ucraino fatto prigioniero in Italia durante la seconda guerra mondiale.
A 16 anni lavora come manovale ed idraulico.
Inizia a giocare a calcio per strada, a piedi nudi, poi all'oratorio.
Campione del mondo con la nazionale italiana nel 1982.
Campione d’Italia con la Roma nel 1983 e con la Sampdoria nel 1991.
Campione d’Europa con la Juventus nel 1996 a 37 anni.
Si ritira dal calcio a 41 anni, una carriera molto longeva durata quasi 1000 partite.
Il segreto? Ha confessato di essere andato a dormire per vent’anni alla stessa ora, le dieci di sera.
Un fisico di acciaio nonostante avesse tre buchi nei polmoni.
Il primo lo scopre durante una partita, negli anni Novanta, con la maglia della Sampdoria. Gli manca l’aria. Non è mai successo.
Chiede il cambio a Boskov, e anche questo non è mai successo. E infatti gli dicono di resistere, e lui lo fa.
Il giorno dopo va a farsi visitare da uno pneumologo che gli scopre il buco nei polmoni, il primo dei tre che gli riscontreranno in seguito.
È solo un dettaglio, però, perché non si arrende e si ritira dal calcio senza aver mai accusato problemi fisici.
Leggendari i suoi duelli con Marco Van Basten che contro di lui non ha mai segnato su azione e soprattutto, con Diego Armando Maradona:
«Una volta ero addosso a Diego, incollato. L’avevo, come si dice adesso, ingabbiato. Si è girato con una piroetta, un tunnel ed è volato via.
Io allora sono scattato e l’ho raggiunto e chiuso in angolo e lui si è messo ridere: “Hanno ragione a dire che sei Hulk: ti manca solo il colore verde”».
Uno dei migliori difensori italiani di sempre.
Stopper tenace e grintoso, un marcatore come pochi.
Buon compleanno allo "Zar" Pietro Vierchowod! ❤
Il padre Ivan Lukjanovič era un soldato dell’Armata Rossa originario di Kiev, il soprannome scontato lo accompagnò per tutta la carriera. Fisicamente esagerato, capace di intimidire e spostare gli avversari più temuti, Pietro era anche noto per il suo temperamento senza compromessi. Una delle sue skills principali era quella di litgare con i compagni di squadra, per antipatie insanabili o per consigli che i più giovani non accettavano. Ecco qualche esempio:
Vierchowod VS Pagliuca
Il feeling tra lo zar e il portiere non è mai sbocciato. Un esempio su tutti: gennaio 1990, a Marassi si gioca Sampdoria – Lazio. Troglio crossa, Pagliuca accenna l’uscita ma esita. Vierchowod riprende il compagno ad alta voce, il portiere non ci sta e corre verso di lui con il pugno alzato. Si sfiora la rissa, subito sedata dai compagni. Le frecciate tra i due continueranno a lungo, dopo una partita non perfetta di Pagliuca a Foggia Vierchowod parla alla stampa: “Il Pagliuca di un anno fa avrebbe parato quel gol”, nuovo casino. Qualche tempo prima a Budapest, in coppa dei Campioni, un’incomprensione tra Vierchowod e Pagliuca aveva regalato all’Honved una rete evitabile e i due erano usciti dal campo discutendo animatamente. Due anni prima, contro il Lecce, litigarono nuovamente sotto gli occhi di tutti, minacciando di prendersi a pugni.
Vierchowod VS Renica
Mentre il rapporto con gli altri era spesso difficile, quello di Vierchowod con Alessandro Renica era impossibile. In blucerchiato dal 1982 al 1985 si racconta di una clamorosa rissa tra i due una mattina di primavera a Celle Ligure. Una patata bollente per la società di Paolo Mantovani che decise di cedere Renica (scontento anche di essere impiegato come terzino da Bersellini).
Continua https://blucerchiando.com/2019/04/06/tu ... i-squadra/
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Non sapevo nulla di questo suo temperamento specie nei confronti dei compagni di squadra.
Insomma a sto punto non so neanche se si può dire "meglio averlo nella tua squadra".
tennisfan82 ha scritto:Per il calcio tutto è consentito.
Villo ha scritto:Questo sport dà una chance a tutti.
Horst Tappert ha scritto:Il mio personaggio piace perché rappresenta l'ordine.
chiaky ha scritto:Sempre meglio il tuo pene su onlyfans che la faccia di Speranza in televisione.
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Re: Storie di calcio e non...
Le cosce di Rummenigge...Nastyyy
L'altro è Amodio. Non ripiombava nella mia mente credo da 35 anni
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Re: Storie di calcio e non...
“A Valdemarsvik, negli inverni prima della guerra c’erano 20 gradi sotto zero. Per irrobustirmi giocavo a bandy. Come l’hockey, ma più virile. Ci gettavamo uno contro l’altro, pattinando a tutta velocità. Tornavo a casa pesto e sanguinante. Ero gracile, volevo diventare forte. E la mattina facevo 5 chilometri di corsa nel bosco per andare a scuola. Più che un bosco era una foresta, abitata da zingari. Una volta uno di loro mi lesse la mano. Disse che avrei girato il mondo, avrei trovato molte cose ma non sarei diventato ricco..
Il calcio è cominciato dopo. Con Gren, Nordhal e me, il Gre-No-Li, noi dilettanti svedesi battevamo i maestri britannici. Giovanni Agnelli mi vide nel Norrköping e mi chiese di andare alla Juve. Dissi no e lui prese John Hansen. Poi venne a giocare il Milan, e perse 3 a 1. Restai a trattare con i dirigenti tutta la notte. Firmai alle 4 di mattina.
Milano nel ’47 era piena di macerie ma era una città straordinaria. C’era ancora il mito del bicampeon Meazza, la squadra per eccellenza era l’Inter, ma con il Gre-No-Li è cambiato tutto!
La massima ovazione l’ho avuta a San Siro, per un passaggio sbagliato. Sa, erano tre anni che non sbagliavo un passaggio.. E ogni volta che la racconto, aggiungo un mese!”
-Nils Liedholm
Il “Barone”…
#nonèpiùdomenica
#Liedholm
Il calcio è cominciato dopo. Con Gren, Nordhal e me, il Gre-No-Li, noi dilettanti svedesi battevamo i maestri britannici. Giovanni Agnelli mi vide nel Norrköping e mi chiese di andare alla Juve. Dissi no e lui prese John Hansen. Poi venne a giocare il Milan, e perse 3 a 1. Restai a trattare con i dirigenti tutta la notte. Firmai alle 4 di mattina.
Milano nel ’47 era piena di macerie ma era una città straordinaria. C’era ancora il mito del bicampeon Meazza, la squadra per eccellenza era l’Inter, ma con il Gre-No-Li è cambiato tutto!
La massima ovazione l’ho avuta a San Siro, per un passaggio sbagliato. Sa, erano tre anni che non sbagliavo un passaggio.. E ogni volta che la racconto, aggiungo un mese!”
-Nils Liedholm
Il “Barone”…
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Re: Storie di calcio e non...
Che grande personaggio
Siamo tutti testimoni "Perchè ti chiamano Pilone?"
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Re: Storie di calcio e non...
E poi, se provavi a chiamarlo, faceva rispondere che era nella vigna
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Re: Storie di calcio e non...
"Bella Partita" era solito ripetere a ogni match, anche dopo il più orrido degli 0 a 0balbysauro ha scritto: ↑mer apr 26, 2023 3:23 pm E poi, se provavi a chiamarlo, faceva rispondere che era nella vigna
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
- balbysauro
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Re: Storie di calcio e non...
Socrates era praticamente in perizoma