Coronavirus la sindrome mondiale

Dibattito sulla vita sociale, sui problemi politici e sui microchip nei vaccini
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Ombra84
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

Secondo me ci sarebbero cose da sperimentare, specie se si dovrà restare fermi ai box ancora per un pò. Un evento live streaming su una tv in HD comunque secondo me renderebbe bene.
Se poi c'è la volontà di aspettare i vecchi che vengano a teatro, mi sa che è proprio il concetto di teatro lirico che è destinato morire, ma a prescindere dal Covid.
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da laplaz »

Ombra84 ha scritto:Secondo me ci sarebbero cose da sperimentare, specie se si dovrà restare fermi ai box ancora per un pò. Un evento live streaming su una tv in HD comunque secondo me renderebbe bene
E bisognerà anche tornare a giocare a Virtua Tennis :)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tennisfan82 »

Ombra84 ha scritto:Secondo me ci sarebbero cose da sperimentare, specie se si dovrà restare fermi ai box ancora per un pò. Un evento live streaming su una tv in HD comunque secondo me renderebbe bene.
Se poi c'è la volontà di aspettare i vecchi che vengano a teatro, mi sa che è proprio il concetto di teatro lirico che è destinato morire, ma a prescindere dal Covid.
Potrebbe essere l'occasione per promuovere la lirica in tv ad esempio.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Ombra84 ha scritto:Secondo me ci sarebbero cose da sperimentare, specie se si dovrà restare fermi ai box ancora per un pò. Un evento live streaming su una tv in HD comunque secondo me renderebbe bene.
Se poi c'è la volontà di aspettare i vecchi che vengano a teatro, mi sa che è proprio il concetto di teatro lirico che è destinato morire, ma a prescindere dal Covid.
Ad aprile si sono fatti streaming. Ma è un controsenso. Noi siamo live.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto: Chi viene da noi vuole musica dal vivo e, di solito, non è così smanettone on line
ottima diversificazione dei target di mercato :D

Ma spero non sia la posizione ufficiale. Spero che il Maggio abbia un team di responsabili di marketing e social media che adesso stia lavorando per reagire alla chiusura, no? Siamo nel 2020.
La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile. Il pubblico dell' opera già si incazza con i CD se il suono non è pulito, stereofonico, ampio. Figurati davanti a uno schermo.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

chiaky ha scritto: Il teatro si fa dal vivo. Già l' opera in TV ha poco senso. La prosa ancora meno.
Mio padre vedeva sempre l'opera in tv. A volte ci cantava sopra. Questo pur avendo abbonamento pagato dall'ufficio al Maggio, dove andava per far piacere a mia madre, addormentandosi ogni volta.

Anche del Maggio trovo gli streaming, ma sono di giugno... Ci clicco sopra, si apre una pagina, potrei pensare a comprare un concerto di giugno, pure. Pero' non c'e' nessun segno di dove comprare i biglietti. Ci passo due minuti, non capisco come comprare i biglietti, esco.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto: Il teatro si fa dal vivo. Già l' opera in TV ha poco senso. La prosa ancora meno.
Mio padre vedeva sempre l'opera in tv. A volte ci cantava sopra. Questo pur avendo abbonamento pagato dall'ufficio al Maggio, dove andava per far piacere a mia madre, addormentandosi ogni volta.

Anche del Maggio trovo gli streaming, ma sono di giugno... Ci clicco sopra, si apre una pagina, potrei pensare a comprare un concerto di giugno, pure. Pero' non c'e' nessun segno di dove comprare i biglietti. Ci passo due minuti, non capisco come comprare i biglietti, esco.
Ecco esci che è meglio.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

chiaky ha scritto: La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile. Il pubblico dell' opera già si incazza con i CD se il suono non è pulito, stereofonico, ampio. Figurati davanti a uno schermo.
Ma cerca di prendere altro pubblico in quel caso. :)
Mi pare il discorso della Kodak, prima dell' avvento delle macchine digitali( La vera fotografia è solo quella nella camera oscura)
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da tennisfan82 »

chiaky ha scritto:
Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto: Chi viene da noi vuole musica dal vivo e, di solito, non è così smanettone on line
ottima diversificazione dei target di mercato :D

Ma spero non sia la posizione ufficiale. Spero che il Maggio abbia un team di responsabili di marketing e social media che adesso stia lavorando per reagire alla chiusura, no? Siamo nel 2020.
La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile. Il pubblico dell' opera già si incazza con i CD se il suono non è pulito, stereofonico, ampio. Figurati davanti a uno schermo.
Però magari qualcuno si appassiona e poi a teatro ci viene
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

chiaky ha scritto:
Gios ha scritto:Sinceramente un botto di teatro in tv me lo guarderei anche io, con una discreta regia.
Il teatro in TV è come fare una festa per gli animali al mattatoio. :D
Eh ho capito Chiaky, ma abito anche a 48 chilometri dal primo teatro, porta pazienza. In una tv dignitosa, con un audio un po' carico, una regia furba, non c'è ovviamente la stessa sensazione, ma almeno è un surrogato decente, per chi gli piace.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

Per dire avrei la tradizione, ogni domenica sera che passo in casa, di vedere uno Shakespeare (persino quelli un po' meh della BBC degli anni 80).
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Gios ha scritto:
chiaky ha scritto:
Gios ha scritto:Sinceramente un botto di teatro in tv me lo guarderei anche io, con una discreta regia.
Il teatro in TV è come fare una festa per gli animali al mattatoio. :D
Eh ho capito Chiaky, ma abito anche a 48 chilometri dal primo teatro, porta pazienza. In una tv dignitosa, con un audio un po' carico, una regia furba, non c'è ovviamente la stessa sensazione, ma almeno è un surrogato decente, per chi gli piace.
Ma io sono d' accordo, figurati. Qualche teatro lo fa, noi lo abbiamo fatto. Sono surrogati. È come fare sesso al telefono. Va bene in casi di emergenza.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Gios ha scritto:Per dire avrei la tradizione, ogni domenica sera che passo in casa, di vedere uno Shakespeare (persino quelli un po' meh della BBC degli anni 80).
Ma lì non c' è il discorso acustico. Manca la musica. Ci sta. Anche se la prosa in TV è noiosa, almeno per me.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Comunque l' idea è di riprendere le prove di Otello, che andrebbe in scena il 30, tra due settimane.
Però poi il 24 ci richiudono di sicuro..
Abbiamo annullato Barbiere, Butterfly e un concerto.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Gios »

Per dire il Globe (che ok è il Globe) durante il lockdown aveva messo online alcune rappresentazioni. Vedo ce n'è ancora una, il Romeo and Juliet del 2019

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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

chiaky ha scritto: La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile.
Beh, il Metropolitan di solo biglietti streaming ne vende 250 mila a evento, in media, con 18 milioni di dollari di guadagno netto.

Il teatro di Berlino ha iniziato piu' tardi, comunque 25mila spettatori.

I teatri fanno accordi con cinema, istituzioni, unversita', Netflix, tv a pagamento, tv nazionali. L'Opera di Philadelphia ha fatto un canale proprio, 99 dollari l'anno per un abbonamento, in seguito ad un'indagine di mercato che suggeriva che gli spettatori fossero molto interessati alla cosa.

Ma ok, son tutti scemi, non vale la pena nemmeno provare!
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Gios ha scritto:Per dire il Globe (che ok è il Globe) durante il lockdown aveva messo online alcune rappresentazioni. Vedo ce n'è ancora una, il Romeo and Juliet del 2019

Il problema è la musica, Gios.
La mia musica è ricerca continua della perfezione esecutiva e acustica. Il ma pubblico non accetta un suono men che perfetto. Questo è possibile solo dal vivo e o con audio di altissima qualità (incisioni DG, EMI, DECCA) etc. Già le riprese rai radiofoniche e televisive sono oggetto di malumore diffuso nel pubblico.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto: La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile.
Beh, il Metropolitan di solo biglietti streaming ne vende 250 mila a evento, in media, con 18 milioni di dollari di guadagno netto.

Il teatro di Berlino ha iniziato piu' tardi, comunque 25mila spettatori.

I teatri fanno accordi con cinema, istituzioni, unversita', Netflix, tv a pagamento, tv nazionali. L'Opera di Philadelphia ha fatto un canale proprio, 99 dollari l'anno per un abbonamento, in seguito ad un'indagine di mercato che suggeriva che gli spettatori fossero molto interessati alla cosa.

Ma ok, son tutti scemi, non vale la pena nemmeno provare!
Sai tutto su ogni argomento.
Incredibile.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:
chiaky ha scritto: La musica dal vivo non è in alcun modo rimpiazzabile.
Beh, il Metropolitan di solo biglietti streaming ne vende 250 mila a evento, in media, con 18 milioni di dollari di guadagno netto.

Il teatro di Berlino ha iniziato piu' tardi, comunque 25mila spettatori.

I teatri fanno accordi con cinema, istituzioni, unversita', Netflix, tv a pagamento, tv nazionali. L'Opera di Philadelphia ha fatto un canale proprio, 99 dollari l'anno per un abbonamento, in seguito ad un'indagine di mercato che suggeriva che gli spettatori fossero molto interessati alla cosa.

Ma ok, son tutti scemi, non vale la pena nemmeno provare!
Lo facciamo. Mandiamo opere al cinema ma i cinema sono chiusi. Abbiamo fatto streaming. Abbiamo contratti con la rai ma la rai se non c' è lo spettacolo cosa registra?
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

Se sapessi cosa fare esattamente manderei il curriculum. Chiaro che lo streaming nel cinema al momento non va bene.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Nickognito ha scritto:Se sapessi cosa fare esattamente manderei il curriculum. Chiaro che lo streaming nel cinema al momento non va bene.
Siamo governati dallo storico sovrintendente della Scala e di Salisburgo. Per ora ha scelto di lasciarci a casa due settimane . Poi si vedrà
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

Va detto che ci impedisce di provare (cosa fattibile)anche perché vuol recuperare i 1,4 milioni che il governo non ci ha fatto pervenire.
Sulla ns pelle, si.
Non siamo mica contenti... I sindacati sono sul piede di guerra.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Nickognito ha scritto:Anche del Maggio trovo gli streaming, ma sono di giugno...
:D
“LA VITA È COSÌ: VIENI, FAI FAI E POI TE NE VAI” S.B.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

uglygeek ha scritto:
Nickognito ha scritto:Anche del Maggio trovo gli streaming, ma sono di giugno...
:D
Il giugno musicale fiorentino
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

:lol:
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Mr Moonlight »

Nickognito ha scritto:Comunque io sono uscito un attimo e il baretto sottocasa (non un ristorante buono), aveva 11 persone in fila all'aperto per il cibo da asporto.

Mettiamo che vengano solo a pranzo cena, stai aperto poche ore. Ti farai 60 clienti al giorno, a star bassi? Anche se spendono 10 euro a testa sono comunque 18mila euro al mese, con solo due persone che ci lavorano per poche ore al giorno, con una sola stanza da tenere illuminata, dove ci lavori, le spese di affitto/gestione certo rimangono le stesse, del personale no che tanto sta quasi sempre tutto a nero e sono cavoli loro, meno piatti da lavare, certo materia prima, ma meno.

Io penso si possa sopravvivere per un po' eh. Sbaglio? E parlo di un posto che non fa consegne a domicilio.
Sta' bono, che non foraggi nulla :)
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

uglygeek ha scritto:Quasi tutti i post hanno lo stesso messaggio:

SE IL GOVERNO PRENDE LA MISURA 'X' PER CONTRASTARE IL COVID È MALE PERCHÉ...

e ci spiegano perché è male.
Nessuno che spieghi quali misure il governo dovrebbe prendere per limitare l'epidemia.


Un mio amico che vive nel torinese dice che ora sente spesso sirene di ambulanze. Risulta anche a voi?
Ma si, chi ha il ristorante dice di chiudere i teatri chi lavora in teatro e non ha figli dice chiudere le scuole chi ha figli piccoli che non sanno dove metterli dice di chiudere i ristoranti ma non le elementari, al limite le università.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

chiaky ha scritto:Il risultato dei divieti serali? Mio nipote di 20 anni si è ritrovato a casa di amici, erano 11 mi ha detto. L'ho infamato, ma tant' è.
Un mio gruppo di amici in Romagna ha fatto una grigliata a casa e poi giochi di società e mia zia sessantenne ha organizzato lo yoga a casa sua con 8 amiche.
A quel punto lascia aperto che almeno non ti danno foco e porti a casa la pelle :D
Poi non è che una legge è sbagliata perché 11 ragazzotti la infrangono di nascosto.
Rischiando molto tra l’altro.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

Il viminale ha detto che non ci sono multe se fai feste a casa. :D
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Nickognito »

alessandro ha scritto:

Un mio amico che vive nel torinese dice che ora sente spesso sirene di ambulanze. Risulta anche a voi?
Uno su Facebook (uno suo conoscente, eh, non un tipo a caso), ha appena risposto a una mia amica che di lavoro fa l'infermiera per malattie infettive che le sirene sono finte, le ambulanze girano a vuoto, e' tutto un piano dei piani alti contro il popolo.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da alessandro »

Ombra84 ha scritto:Il viminale ha detto che non ci sono multe se fai feste a casa. :D
In pratica non mandano i carabinieri nelle case a dare multe. Certo chi organizza feste in casa adesso... si commenta da solo
Il primo a postare un messaggio alla nascita di questo forum
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

alessandro ha scritto:
chiaky ha scritto:Il risultato dei divieti serali? Mio nipote di 20 anni si è ritrovato a casa di amici, erano 11 mi ha detto. L'ho infamato, ma tant' è.
Un mio gruppo di amici in Romagna ha fatto una grigliata a casa e poi giochi di società e mia zia sessantenne ha organizzato lo yoga a casa sua con 8 amiche.
A quel punto lascia aperto che almeno non ti danno foco e porti a casa la pelle :D
Poi non è che una legge è sbagliata perché 11 ragazzotti la infrangono di nascosto.
Rischiando molto tra l’altro.
Eh ma lo fanno quasi tutti. Fatta la legge trovato l' inganno. La gente è così...
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da Ombra84 »

alessandro ha scritto:
Ombra84 ha scritto:Il viminale ha detto che non ci sono multe se fai feste a casa. :D
In pratica non mandano i carabinieri nelle case a dare multe. Certo chi organizza feste in casa adesso... si commenta da solo
La famosa responsabilità individuale.
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Dal corriere.it:
Il modello cinese sta conquistando il mondo
Danilo Taino | 27 ottobre 2020

George Kennan, uno dei maggiori strateghi della politica estera americana del secolo scorso, nel 1946 scrisse da Mosca un famoso Long Telegram a Washington nel quale analizzava la natura dell’Unione Sovietica e proponeva un metodo per affrontare il regime di Stalin. Il lungo telegramma finiva così: «Dopo tutto, il maggiore pericolo che può capitarci nell’affrontare questo problema del comunismo sovietico è che noi consentiamo a noi stessi di diventare come coloro che affrontiamo». Era un invito a differenziare gli Stati Uniti e l’Occidente dalla dittatura espansionista dell’Urss, a non seguirne le orme nell’illusione di vincere in quel modo la sfida del dopoguerra. In questa logica, Kennan fu uno degli architetti del Piano Marshall del 1948.

In questi mesi, siamo entrati come sonnambuli nel rischio che il diplomatico americano riteneva essere «il maggiore», abbagliati ovviamente non dall’Unione Sovietica ma dal regime cinese. Il modello Pechino è diventato dominante a cominciare dalla risposta alla Covid-19.

La reazione alla pandemia dell’Europa, degli Stati Uniti e di alcune altre democrazie è stata, nel panico creato dalla virulenza del virus, del tutto non pensata, quasi un riflesso condizionato: chiudiamoci in casa, così come ha fatto la Cina. Comprensibile, probabilmente, nelle prime fasi di crescita epidemica, quando il mondo era impreparato: non conosceva il coronavirus, vedeva i morti, non aveva le strutture per affrontare la crisi. In quei momenti, si è deciso — per prima l’Italia — di seguire il cartamodello tracciato da Pechino: lockdown. Forse era inevitabile: chi è colto di sorpresa non ha tempo di ragionare. Il problema è che la soluzione cinese era applicabile con successo solo in Cina, dove infatti sembra abbia abbastanza funzionato (al lordo della retorica trionfalistica del presidente Xi Jinping). Nelle democrazie — dove un poliziotto davanti a ogni appartamento contagiato non può essere schierato, dove l’informazione non può essere limitata, dove i critici non possono essere incarcerati — è impossibile congelare la vita. Per fortuna è impossibile.

E’ questa contraddizione che ha impedito a Europa e Stati Uniti di battere la pandemia, è per questo che ancora oggi contiamo i contagiati e i morti. Abbiamo scelto un modo di affrontare la crisi che non poteva essere il nostro, che non poteva avere successo. Siamo diventati parecchio cinesi – nel senso di seguaci del Partito Comunista Cinese – e ne stiamo pagando le conseguenze. Dire che la situazione è fuori controllo, o rischia di esserlo, è la presa d’atto dell’impossibilità di controllare un fenomeno con i metodi e gli strumenti di una dittatura. Ciò che forse era se non giustificabile almeno comprensibile nei primi tempi della pandemia è però improponibile oggi: se un approccio non funziona, non ha senso insistere a ripeterlo.

Il problema è che la pandemia durerà a lungo. Non sarà risolta a livello delle singole Nazioni, Cina compresa, rimarrà pericolosa fino a quando il virus non sarà battuto in buona parte del mondo. E’ possibile rimanere nella prospettiva di un lockdown dopo l’altro, di uno stop and go di intere società ed economie? Magari per tutto il 2021 o oltre? Con il risultato di distruggere intere comunità, di creare povertà nei Paesi già poveri e in quelli sempre meno ricchi, di vedere uomini e donne che ruotano attorno al pivot della paura, con il risultato di malattie piscologiche e sociali distruttive? Continuare oggi a seguire il modello cinese, senza neppure avere la possibilità di eguagliarlo, non significa solo condannarci a un lungo periodo di impoverimento e di angoscia in ogni aspetto della vita: significa anche consegnare al modello totalitario, illiberale e poliziesco cinese una vittoria sul resto del mondo, sulle democrazie, ottenuta senza nemmeno combattere. L’apertura di una fase buia, e probabilmente non pacifica, per tutto il mondo.

Con il coronavirus dovremo convivere per parecchio tempo. Dovremo rafforzare le misure sanitarie, soprattutto per proteggere infermieri, medici, anziani e malati più a rischio. Dovremo investire per ridurre i decessi. Ma allo stesso tempo dovremo riaprire il mondo secondo modelli diversi da quelli che la Cina sviluppa come conseguenza diretta del modo di governare nella dittatura. Senza cultura, senza libertà di scelta e di movimento, senza diritto di dibattito e di critica saremo tutti non solo più poveri e più angosciati: saremo anche omologati al modello del Paese da cui la pandemia è partita. La responsabilità delle società democratiche e libere è di evitarlo, come insisteva 75 anni fa George Kennan. Dubitare che oggi i governi siano in grado di farlo è legittimo. Ma più legittimo è metterli di fronte alle loro responsabilità.
E' un discorso anche condivisibile, ma parte dall'idea che si possa convivere con il virus e riaprire il mondo, come se gli effetti del virus non portassero comunque le persone a chiudersi.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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alessandro ha scritto:
Ombra84 ha scritto:Il viminale ha detto che non ci sono multe se fai feste a casa. :D
In pratica non mandano i carabinieri nelle case a dare multe. Certo chi organizza feste in casa adesso... si commenta da solo
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uglygeek
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da uglygeek »

Nickognito ha scritto:
alessandro ha scritto:

Un mio amico che vive nel torinese dice che ora sente spesso sirene di ambulanze. Risulta anche a voi?
Uno su Facebook (uno suo conoscente, eh, non un tipo a caso), ha appena risposto a una mia amica che di lavoro fa l'infermiera per malattie infettive che le sirene sono finte, le ambulanze girano a vuoto, e' tutto un piano dei piani alti contro il popolo.
Bisognerebbe chiudere queste persone una settimana nei reparti covid. Anche senza mascherina, tanto loro non la usano. Educarne 10 mila per educarli tutti.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

Messaggio da chiaky »

uglygeek ha scritto:Dal corriere.it:
Il modello cinese sta conquistando il mondo
Danilo Taino | 27 ottobre 2020

George Kennan, uno dei maggiori strateghi della politica estera americana del secolo scorso, nel 1946 scrisse da Mosca un famoso Long Telegram a Washington nel quale analizzava la natura dell’Unione Sovietica e proponeva un metodo per affrontare il regime di Stalin. Il lungo telegramma finiva così: «Dopo tutto, il maggiore pericolo che può capitarci nell’affrontare questo problema del comunismo sovietico è che noi consentiamo a noi stessi di diventare come coloro che affrontiamo». Era un invito a differenziare gli Stati Uniti e l’Occidente dalla dittatura espansionista dell’Urss, a non seguirne le orme nell’illusione di vincere in quel modo la sfida del dopoguerra. In questa logica, Kennan fu uno degli architetti del Piano Marshall del 1948.

In questi mesi, siamo entrati come sonnambuli nel rischio che il diplomatico americano riteneva essere «il maggiore», abbagliati ovviamente non dall’Unione Sovietica ma dal regime cinese. Il modello Pechino è diventato dominante a cominciare dalla risposta alla Covid-19.

La reazione alla pandemia dell’Europa, degli Stati Uniti e di alcune altre democrazie è stata, nel panico creato dalla virulenza del virus, del tutto non pensata, quasi un riflesso condizionato: chiudiamoci in casa, così come ha fatto la Cina. Comprensibile, probabilmente, nelle prime fasi di crescita epidemica, quando il mondo era impreparato: non conosceva il coronavirus, vedeva i morti, non aveva le strutture per affrontare la crisi. In quei momenti, si è deciso — per prima l’Italia — di seguire il cartamodello tracciato da Pechino: lockdown. Forse era inevitabile: chi è colto di sorpresa non ha tempo di ragionare. Il problema è che la soluzione cinese era applicabile con successo solo in Cina, dove infatti sembra abbia abbastanza funzionato (al lordo della retorica trionfalistica del presidente Xi Jinping). Nelle democrazie — dove un poliziotto davanti a ogni appartamento contagiato non può essere schierato, dove l’informazione non può essere limitata, dove i critici non possono essere incarcerati — è impossibile congelare la vita. Per fortuna è impossibile.

E’ questa contraddizione che ha impedito a Europa e Stati Uniti di battere la pandemia, è per questo che ancora oggi contiamo i contagiati e i morti. Abbiamo scelto un modo di affrontare la crisi che non poteva essere il nostro, che non poteva avere successo. Siamo diventati parecchio cinesi – nel senso di seguaci del Partito Comunista Cinese – e ne stiamo pagando le conseguenze. Dire che la situazione è fuori controllo, o rischia di esserlo, è la presa d’atto dell’impossibilità di controllare un fenomeno con i metodi e gli strumenti di una dittatura. Ciò che forse era se non giustificabile almeno comprensibile nei primi tempi della pandemia è però improponibile oggi: se un approccio non funziona, non ha senso insistere a ripeterlo.

Il problema è che la pandemia durerà a lungo. Non sarà risolta a livello delle singole Nazioni, Cina compresa, rimarrà pericolosa fino a quando il virus non sarà battuto in buona parte del mondo. E’ possibile rimanere nella prospettiva di un lockdown dopo l’altro, di uno stop and go di intere società ed economie? Magari per tutto il 2021 o oltre? Con il risultato di distruggere intere comunità, di creare povertà nei Paesi già poveri e in quelli sempre meno ricchi, di vedere uomini e donne che ruotano attorno al pivot della paura, con il risultato di malattie piscologiche e sociali distruttive? Continuare oggi a seguire il modello cinese, senza neppure avere la possibilità di eguagliarlo, non significa solo condannarci a un lungo periodo di impoverimento e di angoscia in ogni aspetto della vita: significa anche consegnare al modello totalitario, illiberale e poliziesco cinese una vittoria sul resto del mondo, sulle democrazie, ottenuta senza nemmeno combattere. L’apertura di una fase buia, e probabilmente non pacifica, per tutto il mondo.

Con il coronavirus dovremo convivere per parecchio tempo. Dovremo rafforzare le misure sanitarie, soprattutto per proteggere infermieri, medici, anziani e malati più a rischio. Dovremo investire per ridurre i decessi. Ma allo stesso tempo dovremo riaprire il mondo secondo modelli diversi da quelli che la Cina sviluppa come conseguenza diretta del modo di governare nella dittatura. Senza cultura, senza libertà di scelta e di movimento, senza diritto di dibattito e di critica saremo tutti non solo più poveri e più angosciati: saremo anche omologati al modello del Paese da cui la pandemia è partita. La responsabilità delle società democratiche e libere è di evitarlo, come insisteva 75 anni fa George Kennan. Dubitare che oggi i governi siano in grado di farlo è legittimo. Ma più legittimo è metterli di fronte alle loro responsabilità.
E' un discorso anche condivisibile, ma parte dall'idea che si possa convivere con il virus e riaprire il mondo, come se gli effetti del virus non portassero comunque le persone a chiudersi.
Più o meno la Capua, nell' ultima intervista, ha detto la stessa cosa. Andate e contagiatevi tutti, ma non tutti assieme. Perché è lunga e x il vaccino ci vuol tempo.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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chiaky ha scritto:
alessandro ha scritto:
Ombra84 ha scritto:Il viminale ha detto che non ci sono multe se fai feste a casa. :D
In pratica non mandano i carabinieri nelle case a dare multe. Certo chi organizza feste in casa adesso... si commenta da solo
I giovani non li blocchi in nessuna maniera.
Non so se questa cosa succeda in Italia, ma negli Stati Uniti gruppi di ragazzi affittano su AirBnb una casa, bella e spaziosa, con giardino e tutto per organizzare feste con decine di persone, come alternativa ai locali ora chiusi.
Spesso con la complicita' delle societa' immobiliari che hanno comprato molti appartamenti per affittarli su AirBnb e che ora altrimenti sarebbero in difficolta'.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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uglygeek ha scritto:
Nickognito ha scritto:
alessandro ha scritto:

Un mio amico che vive nel torinese dice che ora sente spesso sirene di ambulanze. Risulta anche a voi?
Uno su Facebook (uno suo conoscente, eh, non un tipo a caso), ha appena risposto a una mia amica che di lavoro fa l'infermiera per malattie infettive che le sirene sono finte, le ambulanze girano a vuoto, e' tutto un piano dei piani alti contro il popolo.
Bisognerebbe chiudere queste persone una settimana nei reparti covid. Anche senza mascherina, tanto loro non la usano. Educarne 10 mila per educarli tutti.
Vabbè ma quella è gente senza cervello. Ostinarsi a negare il covid a questo punto è pura follia.
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Re: Coronavirus la sindrome mondiale

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chiaky ha scritto: Più o meno la Capua, nell' ultima intervista, ha detto la stessa cosa. Andate e contagiatevi tutti, ma non tutti assieme. Perché è lunga e x il vaccino ci vuol tempo.
Discorso che sarebbe quasi inaccettabile persino se ci si potesse contagiare di Covid una sola volta nella vita. Ma le ricerche dicono che gli anticorpi spariscono dopo pochi mesi, specie per chi ha avuto casi lievi. https://www.ft.com/content/f75418a9-9ef ... 8635e906b1
Quindi sarebbe come avere un virus dell'influenza che puoi prendere ogni anno, e che ti puo' mandare ogni volta in rianimazione. Buona fortuna far andare avanti il mondo come prima in questa situazione.
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