Si, che poi cura...da solista continuo a cagarmi addosso, mentre come corista non ho più alcun timore, sono proprio calmissimo.uglygeek ha scritto:Allora la tua passione e' stata anche in un certo senso una cura, che e' una cosa molto bella.chiaky ha scritto:Io avevo, infatti, scelto un lavoro da perfetto introverso. L'impiegato comunale.uglygeek ha scritto: Beh no, l'autismo e' un'altra cosa ancora, e' una malattia seria, non andrebbe confusa.
Poi si' ci sono varie sfumature ma io credo che chi e' davvero introverso molto difficilmente spinga se stesso verso un lavoro che comporti non solo il confronto con il pubblico ma anche una vita sociale comunque molto intensa, tra prove, tournee, collaborazioni, insegnamento, ecc...
Non e' nemmeno giusto dire "Io sono introverso, se tu lo sei di piu' allora sei malato". Sarebbe come se una modella dicesse, "Io sono grassa, perche' ormai ho la taglia 44, se poi tu hai la 52 allora non sei grassa, sei malata". Non funziona cosi'.
L'introversione mi ha davvero condizionato la vita, e quasi automaticamente mi ha anche portato a fare un lavoro in cui l'interazione con altre persone e' limitata e molto codificata.
Solo che poi la tipa (devo averlo raccontato, quella che rimaneva sempre incinta e dicevano che ero io ma non sarebbe stato possibile, era un cesso intrombabile. Il marito l'ho sempre considerato un eroe) tornò a io finii il mio lavoro. Già cantavo in maniera non prettamente professionale, ma comunque visto che ero disoccupato mi iscrissi al conservatorio, non sapendo davvero cosa fare e poi vinsi subito dei concorsi di canto, ma fu tutto molto veloce e casuale. Mi trovai quindi proiettato in questa dimensione quasi casualmente.
Con impatto traumatico, devo dire.
Poi certo, la passione fa molto per superare certi ostacoli.
La cosa mi ha portato a privilegiare e a rendere prevalente, negli anni, l'attività coristica, perchè voglio dormire bene la notte.