Avrò letto male, ma nell'ultima pagina (abbondante) non mi pare ci sia una sola sillaba a favore della Juve. Oppure non ho capito cosa intendi.
Inchiesta Prisma
Re: Inchiesta Prisma
Re: Inchiesta Prisma
Come ti ho detto, se il processo è parziale o imparziale lo stabiliranno i giudici, in base anche al lavoro della difesa.scooter ha scritto: ↑mar feb 07, 2023 10:39 pmTi sto dicendo che se per te questo è un processo imparziale allora ti auguro di averne uno così anche tu, se mai ti dovesse capitare (mica ti auguro in generale di avere processi a carico, non sono mica impazzito!).Ombra84 ha scritto: ↑mar feb 07, 2023 10:21 pmSe indagano il Napoli calcio certo non monto sto teatrino.scooter ha scritto: ↑mar feb 07, 2023 10:19 pm Finora abbiamo PM che dichiarano pubblicamente di odiare la Juve, membri del consiglio garanzia del Coni che sui loro social pubblicano foto in cui abbracciano Moratti, meme di carcerati come fossero i giocatori della Juve, poi ci sono quelli che nel CV vantano di essere stati nel CDA del Napoli (l'altra volta fu un ex consigliere Inter a fare in modo che lo scudetto andasse all'Inter, attendo Rosewall che viene a spiegarci le coincidenze), poi abbiamo presidenti di commissione imparentati con il giudice di Calciopoli (occasione irripetibile per una doppietta di Rosewall).
Per voi è tutto normale? Abbiate il coraggio di dirlo, e di augurare a voi stessi (se mai doveste essere coinvolti in un processo) di essere immersi in altrettanta imparzialità e simpatica goliardia.
Poi magari sei Andrea Agnelli in incognito che ci vuoi augurare un processo sul personale, ma vabbe...
E se il giudice di un processo contro il Napoli dovesse dire che odia il Napoli perché sono dei farabutti mi gioco un caffè che qualcosa da ridire ce l'avrai.
Io non ho accesso alle prove( non faccio mica il giornalista ), nel leggere le motivazioni della sentenza sportiva pare che, al netto della questione plusvalenze, dove i 15 punti sono stati per me esagerati, ci fosse comunque l.intenzione di fare delle correzioni artificiose al bilancio. E te lo prova il fatto che Elkann stesso si sia tolto Agnelli e compagnia dai piedi.
Nel caso di un processo al Napoli è un po difficile, in genere i giudici vengono quasi tutti dalla Federico II di Napoli. Dovremmo acchiappare il.giudice anti ADL Semmai
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
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dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
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Re: Inchiesta Prisma
Ma poi se le accuse sono infondate qual è il problema?
Sarà un gioco da ragazzi essere assolti
Sarà un gioco da ragazzi essere assolti
Ti piace il doppio? Preferisco il threesome
Re: Inchiesta Prisma
Considerando che siamo già al secondo processo in cui siamo accusati del reato X, ma poi ci affibbiano quello Y (dopo averlo inventato), e in considerazione dell'evidente mancanza di serenità e obiettività di giudizio di questi organi di pseudo giustizia, direi che di problemi ce ne sono eccome.
Ma poiché l'importante è che tutto finisca in culo alla Juve a voi sta bene così. Complimenti, cosa volete che vi dica?
Ma poiché l'importante è che tutto finisca in culo alla Juve a voi sta bene così. Complimenti, cosa volete che vi dica?
Re: Inchiesta Prisma
PS mi sia consentito sottolineare ancora una volta che non sto parlando di arbitri, né di plusvalenze
Re: Inchiesta Prisma
Ma il fatto che la juve sia colpevole (e lo è) non significa che si possa mettere lì un PM che non è super partestennisfan82 ha scritto: ↑mar feb 07, 2023 11:00 pm Ma poi se le accuse sono infondate qual è il problema?
Sarà un gioco da ragazzi essere assolti
"Senza Xavi e Iniesta Messi non ha mai vinto niente".
Re: Inchiesta Prisma
Appunto.Ace Man ha scritto: ↑mer feb 08, 2023 4:30 pmMa il fatto che la juve sia colpevole (e lo è) non significa che si possa mettere lì un PM che non è super partestennisfan82 ha scritto: ↑mar feb 07, 2023 11:00 pm Ma poi se le accuse sono infondate qual è il problema?
Sarà un gioco da ragazzi essere assolti
Quindi i giudici potrebbero anche invalidare il processo.
djagermaister ha scritto:Dzumhur è il troll che controlla il ponte tra i challenger e gli Atp.
.
dsdifr ha scritto:Nel primo set della messa lei dichiarerà di voler sposare Istomin, poi piano piano Andreas riguadagnerà' terreno fino al lieto fine.
Re: Inchiesta Prisma
Incontro del Presidente della Repubblica con i magistrati ordinari in tirocinio nominati con d.m. 02.03.2021
Intervento del Presidente del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura, Giorgio Lattanzi
Roma, Palazzo del Quirinale, 30 marzo 2022
Signor Presidente della Repubblica
Signora Ministra della giustizia
Signor Vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura
Signor Primo Presidente della Corte di cassazione
Signor Procuratore generale della Corte di cassazione
Cari magistrati in tirocinio, vorrei dire cari colleghi, anche se io ormai ho concluso il percorso che voi vi accingete a iniziare.
1. In questo tradizionale incontro dei magistrati ordinari in tirocinio con il Presidente della Repubblica, che è anche Presidente del Consiglio superiore della magistratura, porto il saluto della Scuola superiore della magistratura.
Anche se da anni sono cessate le mie funzioni di magistrato, vi ho chiamato colleghi perché continuo a sentirmi un magistrato, come generalmente continua a sentirsi chiunque ha fatto il magistrato, anche se non è più in servizio.
Un magistrato rimane sempre tale.
La sua attività professionale non è assimilabile a nessun’altra e nel tempo forma la sua personalità, per le responsabilità che implica e per le aspettative che determina nella collettività, aspettative delle quali il magistrato è ben consapevole.
Mi sono chiesto il perché di queste aspettative.
Perché ai magistrati, anche sul piano personale, viene chiesto qualcosa di più di quello che viene in genere chiesto ai funzionari pubblici: un
comportamento etico irreprensibile, un’assoluta onestà e una grande professionalità e correttezza nell’esercizio delle funzioni.
Perché, mi sono chiesto, è fonte di un maggiore scandalo una corruzione di poco significato di un giudice rispetto a quella di un uomo politico o di un
amministratore pubblico che per favorire persone prive di scrupoli ha ricevuto somme o utilità ingenti, con grande danno per i cittadini. E si tratta di un sentire comune che è stato recepito anche dal legislatore quando, con l’introduzione dell’art. 319‐ter c.p., ha stabilito di punire più gravemente la corruzione in atti giudiziari.
Penso che ciò accada perché il giudice costituisce l’ultima istanza; è a lui che si può ricorrere per denunciare la corruzione e per chiedere la
riparazione di torti subiti dalla pubblica amministrazione o da un potere; di fronte a un giudice corrotto, come anche di fronte a un giudice non imparziale, non indipendente, o anche soltanto pavido si è indifesi.
Ecco perché il giudice, con le sue virtù civili e reso forte da un ordinamento che lo garantisce, deve ispirare fiducia.
È infelice il Paese che non ha fiducia nei suoi giudici, e purtroppo in Italia in questo periodo la fiducia non è al massimo.
Se deve difendere la propria indipendenza, una magistratura che non dà fiducia difficilmente trova il sostegno dei cittadini ed è in pericolo, perché in una situazione del genere sarebbe facile far passare leggi che, motivate dalla necessità di rimuovere le cause della sfiducia, finiscono con l’incidere sulla stessa indipendenza della magistratura.
Perché possa considerarsi violato il principio di indipendenza non occorre che il magistrato sia condizionato, ma è sufficiente che possa esserlo, e il solo sospetto che possa esserlo basta a far venire meno la fiducia dei cittadini. La magistratura italiana non merita di essere considerata con sospetto, come è avvenuto negli ultimi tempi, ma è lei stessa che deve rimuoverne le cause e riconquistare sotto tutti gli aspetti la fiducia dei cittadini, e i protagonisti di questa impresa dovete essere innanzi tutto voi, voi con la determinazione della vostra ancor giovane età e con l’impegno di chi si accinge ad intraprendere questa appassionante e delicata professione.
2. «Ci sarà pure un giudice a Berlino», è la frase che pronuncia il mugnaio Arnold di Sanssouci che dopo aver avuto torto da un giudice locale corrotto, aveva deciso di rivolgersi ai giudici di Berlino per vedersi riconoscere il diritto negato, e che alla fine aveva ottenuto giustizia da Federico il Grande. È una frase che viene spesso citata perché esprime fiducia, quella fiducia che i giudici devono ricevere per averla meritata.
E per meritarla sono molte le qualità richieste, tra le quali in primo luogo l’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio.
Il giudice, come anche il pubblico ministero, non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire imparziale, e per apparire tale occorre che sia privo di legami politici, economici, sociali, personali o anche solo ideologici che possano farlo ritenere condizionato o condizionabile. Non deve potersi anche solo dubitare che il giudice sia parziale, che cioè agisca tradendo la sua naturale posizione di terzietà e prenda in qualche modo parte nella contesa, e di questa esigenza ha preso atto l’art. 98 Cost. nel prevedere che per i magistrati si «possono con legge stabilire limitazioni al diritto di iscriversi ai partiti politici», limitazioni che poi sono state introdotte dall’art. 3, comma 1, lett. h) del d. lgs. n. 109 del 2006, a norma del quale costituisce illecito disciplinare «l’iscrizione o la partecipazione
sistematica e continuativa a partiti politici ovvero il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato».
Si tratta di norme che evidentemente intendono tutelare innanzi tutto l’apparenza, perché non è detto che l’iscrizione o la partecipazione a un partito politico e gli altri comportamenti indicati dalla citata disposizione dell’art. 3 d. lgs. n. 109 del 2006, siano necessariamente causa di imparzialità, ma ciò che conta è che potrebbero esserlo o meglio che si potrebbe pensare che possano esserlo.
3. La Costituzione vuole dunque un giudice che sia e appaia indipendente e imparziale, e ha disegnato una sistema articolato per averlo così.
Ci si chiede se la magistratura è un potere o un ordine, data la formula dell’art. 104, primo comma, Cost., che la definisce «ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere». È vero dunque che la si qualifica ordine, ma si tratta di un ordine «indipendente da ogni altro potere» e non, più semplicemente, «da ogni potere», come sarebbe stato corretto dire se si fosse voluto negare che costituisce un potere. Comunque, ordine o potere che sia, quello giudiziario costituisce un pilastro fondamentale della costruzione costituzionale, con il compito innanzi tutto di vigilare affinché le leggi siano in armonia con tale costruzione. E questo compito è svolto proprio dal giudice, in primo luogo adottando nei limiti del possibile un’interpretazione conforme alla Costituzione, per far sì che la legge ordinaria non contrasti con essa, e in secondo luogo investendo la Corte costituzionale, in tutti quei casi in cui ai suoi sospetti di incostituzionalità non può porre rimedio con un’interpretazione conforme. È il giudice comune che ha le chiavi della Consulta, se lui non apre la porta la Corte costituzionale non è in grado di rimuovere dall’ordinamento il vulnus che una legge ha arrecato alla Costituzione.
4. Ed è nel quadro in cui la Costituzione ha collocato la magistratura che si rinviene la legittimazione del giudice, della quale la preparazione giuridica è elemento cardine. Preparazione che viene accertata attraverso un impegnativo (e voi sapete quanto) vaglio iniziale.
Ma, per quanto completa e approfondita, la preparazione iniziale non basta; deve essere seguita da quella più specifica e anche pratica, fatta durante il tirocinio, e proseguire nel tempo, durante tutta la vita professionale con il supporto anche della Scuola Superiore della
Magistratura.
5. Come ho già avuto occasione di rilevare, in occasione dell’incontro con il Presidente della Repubblica dei magistrati in tirocinio di un precedente concorso (il 12 febbraio 2020), il mestiere del giurista e in particolare quello del giudice si è fatto sempre più difficile.
L’ordinamento giuridico è divenuto assai complesso e mutevole; sopravvengono continuamente nuove leggi per disciplinare nuove materie o
per modificare normative esistenti, e al giudice non basta conoscere le nuove leggi, perché deve conoscerne anche le interpretazioni che ne dà la giurisprudenza, specie quella della Corte di cassazione o della Corte costituzionale, che sovente nasconde le sue interpretazioni nelle pieghe di sentenze di rigetto o di inammissibilità. E non finisce qui perché occorre anche conoscere la normativa sovranazionale e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ci troviamo di fronte a un sistema labirintico, secondo la felice espressione di Vittorio Manes, e con i due ordinamenti sovranazionali quello nazionale deve armonizzarsi, ponendo al giudice un non facile compito, che si complica ulteriormente perché i due sistemi sovranazionali sono dotati a loro volta di organi giurisdizionali, anch’essi sovraordinati, sicché pure di questi il giudice deve tenere conto. Le loro decisioni si impongono nell’ambito nazionale e alle loro decisioni
occorre fare riferimento anche per interpretare la legge nazionale. Questa situazione ci interroga sul ruolo che ha acquisito la giurisprudenza.
La formazione dell’ordinamento passa più che mai attraverso l’interpretazione e l’applicazione giurisprudenziale. L’atto legislativo
costituisce la fonte della disposizione ma non di rado è l’applicazione giurisprudenziale a produrre la norma, stabilendone il significato.
Non c’è legge che non richieda un’interpretazione, sia pure molto semplice, solo letterale, ma oggi in realtà il compito dell’interprete è
diventato ben altro e non di rado richiede operazioni assai complesse, e di fronte a questa situazione delle fonti il giudice in realtà diventa un protagonista nella formazione del diritto. Del resto la Corte costituzionale da tempo, per valutare la legittimità di una norma, fa riferimento al “diritto vivente”.
6. In sede teorica è vivace il dibattito sulla legalità e sul rapporto tra la legge e il diritto, specie quello di origine giurisprudenziale, sul valore della certezza giuridica e sulla necessità che ad assicurarla sia la legge. Ma, quali che siano le nostre visioni teoriche, allo stato non possiamo non prendere atto del ruolo che la giurisprudenza è di fatto chiamata a svolgere. Non c’è più solo un rapporto tra il giudice e la legge, secondo
un’impostazione tradizionale, legata anche al modo di intendere l’indipendenza e l’autonomia, ma c’è anche un rapporto tra il giudice e il diritto di fonte giurisprudenziale.
Se questo è il sistema occorre allora che si evolva la cultura del giudice; occorre che il giudice si abitui a ragionare restando fedele alla
giurisprudenza, specie a quella di legittimità, e tenendo sempre conto dei precedenti, senza pensare, come oggi talvolta avviene, che questo modo di operare costituisca una limitazione della propria indipendenza. L’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, predicata dall’art. 3 Cost., non può non essere anche uguaglianza davanti all’applicazione della legge, e di ciò il giudice deve darsi carico.
Signor Presidente, anche di questa cultura la Scuola della magistratura vuole farsi promotrice, come più in generale della formazione, oltre che giuridica, pure comportamentale ed etica dei magistrati, di quelli in tirocinio e anche di tutti gli altri che partecipano ai corsi, ricordando loro che alle guarentigie riconosciute alla magistratura corrispondono altrettanti impegnativi doveri.
Come in un precedente incontro con i magistrati in tirocinio ebbe a dire Gaetano Silvestri, che mi ha preceduto nella presidenza del Comitato
direttivo della Scuola, «una buona formazione non può limitarsi al sapere e al saper fare dei magistrati, ma deve comprendere, come sua parte essenziale, il saper essere».
Sono certo signor Presidente che i giovani magistrati qui presenti sapranno essere degni della toga che si accingono ad indossare.
Intervento del Presidente del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura, Giorgio Lattanzi
Roma, Palazzo del Quirinale, 30 marzo 2022
Signor Presidente della Repubblica
Signora Ministra della giustizia
Signor Vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura
Signor Primo Presidente della Corte di cassazione
Signor Procuratore generale della Corte di cassazione
Cari magistrati in tirocinio, vorrei dire cari colleghi, anche se io ormai ho concluso il percorso che voi vi accingete a iniziare.
1. In questo tradizionale incontro dei magistrati ordinari in tirocinio con il Presidente della Repubblica, che è anche Presidente del Consiglio superiore della magistratura, porto il saluto della Scuola superiore della magistratura.
Anche se da anni sono cessate le mie funzioni di magistrato, vi ho chiamato colleghi perché continuo a sentirmi un magistrato, come generalmente continua a sentirsi chiunque ha fatto il magistrato, anche se non è più in servizio.
Un magistrato rimane sempre tale.
La sua attività professionale non è assimilabile a nessun’altra e nel tempo forma la sua personalità, per le responsabilità che implica e per le aspettative che determina nella collettività, aspettative delle quali il magistrato è ben consapevole.
Mi sono chiesto il perché di queste aspettative.
Perché ai magistrati, anche sul piano personale, viene chiesto qualcosa di più di quello che viene in genere chiesto ai funzionari pubblici: un
comportamento etico irreprensibile, un’assoluta onestà e una grande professionalità e correttezza nell’esercizio delle funzioni.
Perché, mi sono chiesto, è fonte di un maggiore scandalo una corruzione di poco significato di un giudice rispetto a quella di un uomo politico o di un
amministratore pubblico che per favorire persone prive di scrupoli ha ricevuto somme o utilità ingenti, con grande danno per i cittadini. E si tratta di un sentire comune che è stato recepito anche dal legislatore quando, con l’introduzione dell’art. 319‐ter c.p., ha stabilito di punire più gravemente la corruzione in atti giudiziari.
Penso che ciò accada perché il giudice costituisce l’ultima istanza; è a lui che si può ricorrere per denunciare la corruzione e per chiedere la
riparazione di torti subiti dalla pubblica amministrazione o da un potere; di fronte a un giudice corrotto, come anche di fronte a un giudice non imparziale, non indipendente, o anche soltanto pavido si è indifesi.
Ecco perché il giudice, con le sue virtù civili e reso forte da un ordinamento che lo garantisce, deve ispirare fiducia.
È infelice il Paese che non ha fiducia nei suoi giudici, e purtroppo in Italia in questo periodo la fiducia non è al massimo.
Se deve difendere la propria indipendenza, una magistratura che non dà fiducia difficilmente trova il sostegno dei cittadini ed è in pericolo, perché in una situazione del genere sarebbe facile far passare leggi che, motivate dalla necessità di rimuovere le cause della sfiducia, finiscono con l’incidere sulla stessa indipendenza della magistratura.
Perché possa considerarsi violato il principio di indipendenza non occorre che il magistrato sia condizionato, ma è sufficiente che possa esserlo, e il solo sospetto che possa esserlo basta a far venire meno la fiducia dei cittadini. La magistratura italiana non merita di essere considerata con sospetto, come è avvenuto negli ultimi tempi, ma è lei stessa che deve rimuoverne le cause e riconquistare sotto tutti gli aspetti la fiducia dei cittadini, e i protagonisti di questa impresa dovete essere innanzi tutto voi, voi con la determinazione della vostra ancor giovane età e con l’impegno di chi si accinge ad intraprendere questa appassionante e delicata professione.
2. «Ci sarà pure un giudice a Berlino», è la frase che pronuncia il mugnaio Arnold di Sanssouci che dopo aver avuto torto da un giudice locale corrotto, aveva deciso di rivolgersi ai giudici di Berlino per vedersi riconoscere il diritto negato, e che alla fine aveva ottenuto giustizia da Federico il Grande. È una frase che viene spesso citata perché esprime fiducia, quella fiducia che i giudici devono ricevere per averla meritata.
E per meritarla sono molte le qualità richieste, tra le quali in primo luogo l’indipendenza, l’imparzialità e l’equilibrio.
Il giudice, come anche il pubblico ministero, non solo deve essere imparziale ma deve anche apparire imparziale, e per apparire tale occorre che sia privo di legami politici, economici, sociali, personali o anche solo ideologici che possano farlo ritenere condizionato o condizionabile. Non deve potersi anche solo dubitare che il giudice sia parziale, che cioè agisca tradendo la sua naturale posizione di terzietà e prenda in qualche modo parte nella contesa, e di questa esigenza ha preso atto l’art. 98 Cost. nel prevedere che per i magistrati si «possono con legge stabilire limitazioni al diritto di iscriversi ai partiti politici», limitazioni che poi sono state introdotte dall’art. 3, comma 1, lett. h) del d. lgs. n. 109 del 2006, a norma del quale costituisce illecito disciplinare «l’iscrizione o la partecipazione
sistematica e continuativa a partiti politici ovvero il coinvolgimento nelle attività di soggetti operanti nel settore economico o finanziario che possono condizionare l’esercizio delle funzioni o comunque compromettere l’immagine del magistrato».
Si tratta di norme che evidentemente intendono tutelare innanzi tutto l’apparenza, perché non è detto che l’iscrizione o la partecipazione a un partito politico e gli altri comportamenti indicati dalla citata disposizione dell’art. 3 d. lgs. n. 109 del 2006, siano necessariamente causa di imparzialità, ma ciò che conta è che potrebbero esserlo o meglio che si potrebbe pensare che possano esserlo.
3. La Costituzione vuole dunque un giudice che sia e appaia indipendente e imparziale, e ha disegnato una sistema articolato per averlo così.
Ci si chiede se la magistratura è un potere o un ordine, data la formula dell’art. 104, primo comma, Cost., che la definisce «ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere». È vero dunque che la si qualifica ordine, ma si tratta di un ordine «indipendente da ogni altro potere» e non, più semplicemente, «da ogni potere», come sarebbe stato corretto dire se si fosse voluto negare che costituisce un potere. Comunque, ordine o potere che sia, quello giudiziario costituisce un pilastro fondamentale della costruzione costituzionale, con il compito innanzi tutto di vigilare affinché le leggi siano in armonia con tale costruzione. E questo compito è svolto proprio dal giudice, in primo luogo adottando nei limiti del possibile un’interpretazione conforme alla Costituzione, per far sì che la legge ordinaria non contrasti con essa, e in secondo luogo investendo la Corte costituzionale, in tutti quei casi in cui ai suoi sospetti di incostituzionalità non può porre rimedio con un’interpretazione conforme. È il giudice comune che ha le chiavi della Consulta, se lui non apre la porta la Corte costituzionale non è in grado di rimuovere dall’ordinamento il vulnus che una legge ha arrecato alla Costituzione.
4. Ed è nel quadro in cui la Costituzione ha collocato la magistratura che si rinviene la legittimazione del giudice, della quale la preparazione giuridica è elemento cardine. Preparazione che viene accertata attraverso un impegnativo (e voi sapete quanto) vaglio iniziale.
Ma, per quanto completa e approfondita, la preparazione iniziale non basta; deve essere seguita da quella più specifica e anche pratica, fatta durante il tirocinio, e proseguire nel tempo, durante tutta la vita professionale con il supporto anche della Scuola Superiore della
Magistratura.
5. Come ho già avuto occasione di rilevare, in occasione dell’incontro con il Presidente della Repubblica dei magistrati in tirocinio di un precedente concorso (il 12 febbraio 2020), il mestiere del giurista e in particolare quello del giudice si è fatto sempre più difficile.
L’ordinamento giuridico è divenuto assai complesso e mutevole; sopravvengono continuamente nuove leggi per disciplinare nuove materie o
per modificare normative esistenti, e al giudice non basta conoscere le nuove leggi, perché deve conoscerne anche le interpretazioni che ne dà la giurisprudenza, specie quella della Corte di cassazione o della Corte costituzionale, che sovente nasconde le sue interpretazioni nelle pieghe di sentenze di rigetto o di inammissibilità. E non finisce qui perché occorre anche conoscere la normativa sovranazionale e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ci troviamo di fronte a un sistema labirintico, secondo la felice espressione di Vittorio Manes, e con i due ordinamenti sovranazionali quello nazionale deve armonizzarsi, ponendo al giudice un non facile compito, che si complica ulteriormente perché i due sistemi sovranazionali sono dotati a loro volta di organi giurisdizionali, anch’essi sovraordinati, sicché pure di questi il giudice deve tenere conto. Le loro decisioni si impongono nell’ambito nazionale e alle loro decisioni
occorre fare riferimento anche per interpretare la legge nazionale. Questa situazione ci interroga sul ruolo che ha acquisito la giurisprudenza.
La formazione dell’ordinamento passa più che mai attraverso l’interpretazione e l’applicazione giurisprudenziale. L’atto legislativo
costituisce la fonte della disposizione ma non di rado è l’applicazione giurisprudenziale a produrre la norma, stabilendone il significato.
Non c’è legge che non richieda un’interpretazione, sia pure molto semplice, solo letterale, ma oggi in realtà il compito dell’interprete è
diventato ben altro e non di rado richiede operazioni assai complesse, e di fronte a questa situazione delle fonti il giudice in realtà diventa un protagonista nella formazione del diritto. Del resto la Corte costituzionale da tempo, per valutare la legittimità di una norma, fa riferimento al “diritto vivente”.
6. In sede teorica è vivace il dibattito sulla legalità e sul rapporto tra la legge e il diritto, specie quello di origine giurisprudenziale, sul valore della certezza giuridica e sulla necessità che ad assicurarla sia la legge. Ma, quali che siano le nostre visioni teoriche, allo stato non possiamo non prendere atto del ruolo che la giurisprudenza è di fatto chiamata a svolgere. Non c’è più solo un rapporto tra il giudice e la legge, secondo
un’impostazione tradizionale, legata anche al modo di intendere l’indipendenza e l’autonomia, ma c’è anche un rapporto tra il giudice e il diritto di fonte giurisprudenziale.
Se questo è il sistema occorre allora che si evolva la cultura del giudice; occorre che il giudice si abitui a ragionare restando fedele alla
giurisprudenza, specie a quella di legittimità, e tenendo sempre conto dei precedenti, senza pensare, come oggi talvolta avviene, che questo modo di operare costituisca una limitazione della propria indipendenza. L’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, predicata dall’art. 3 Cost., non può non essere anche uguaglianza davanti all’applicazione della legge, e di ciò il giudice deve darsi carico.
Signor Presidente, anche di questa cultura la Scuola della magistratura vuole farsi promotrice, come più in generale della formazione, oltre che giuridica, pure comportamentale ed etica dei magistrati, di quelli in tirocinio e anche di tutti gli altri che partecipano ai corsi, ricordando loro che alle guarentigie riconosciute alla magistratura corrispondono altrettanti impegnativi doveri.
Come in un precedente incontro con i magistrati in tirocinio ebbe a dire Gaetano Silvestri, che mi ha preceduto nella presidenza del Comitato
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Re: Inchiesta Prisma
A poche ore dalle tanto discusse battute all'interno di un dibattito del 2019, dal mondo social emerge una nuova frase del pm dell'inchiesta Prisma Ciro Santoriello che chiama nuovamente in causa (ironicamente) la Juventus. Il contesto è un altro intervento pubblico ed il pm, nel chiudere un altro ragionamento, fa riferimento proprio alla società bianconera: "un auspicio che è assolutamente irrealizzabile, al pari ad esempio della Juventus che vinca la coppa dei Campioni". Parole che non vogliono sottintendere niente, ma che arrivano nel bel mezzo della tormenta mediatica provocata dalle precedenti dichiarazioni
Beh qui c'ha ragione però
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Re: Inchiesta Prisma
Il concittadino di Nasty ci andava giù pesante per telefono
https://www.corriere.it/sport/calcio/se ... 4477.shtml
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Re: Inchiesta Prisma
Non capisco perché devono diventare pubbliche queste intercettazioni che non hanno alcun valore per l'inchiesta
- Nasty
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Re: Inchiesta Prisma
Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani.
E ti credo con 3 milioni e mezzo
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Re: Inchiesta Prisma
Ma poi sto' antianimalismo verso questi poveri cani
F.F.
“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
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Re: Inchiesta Prisma
L'AD della #SerieA Luigi De Siervo: «#Juventus? L’auspicio è che la sanzione possa essere riconsiderata»
Il presidente della #FIGC #Gravina torna sul caso plusvalenze: «Ritengo che non ci siano dati oggettivi nel caso di scambi di mercato»
La Juve riavrà i 15 punti, questo lo abbiamo ormai capito.
Poi vedremo cosa accadrà con gli altri procedimenti
Il presidente della #FIGC #Gravina torna sul caso plusvalenze: «Ritengo che non ci siano dati oggettivi nel caso di scambi di mercato»
La Juve riavrà i 15 punti, questo lo abbiamo ormai capito.
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Re: Inchiesta Prisma
La Procura di Torino avrebbe messo gli occhi anche sugli affari dell'Atalanta, club che, nell'ambito dell'inchiesta Prisma, che coinvolge già la Juventus, potrebbe adesso rischiare grosso: come riportato da "La Repubblica", ci sarebbero delle side letters che attesterebbero 14,5 milioni di euro di debiti non messi a bilancio. Il denaro non messo a bilancio riguarderebbe 4 trattative fatte con la Juve, ovvero quelle per Mattiello (4 milioni), Muratore (4 milioni), Caldara (3,5 milioni) e Romero (3 milioni).
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Re: Inchiesta Prisma
Sassuolo squadra parcheggio, chi l'avrebbe detto
Inchiesta Juve: nel mirino gli accordi sul 'riacquisto' scrive il Corriere della Sera raccontando che i pm di Torino hanno inviato gli atti a sei Procure:
"Si tratterebbe di opzioni di cessioni e riacquisti che non troverebbero corrispondenza nei bilanci. Tra i club, che rischiano di essere travolti dalla bufera juventina, ci sono Atalanta, Udinese, Sassuolo, Bologna, Cagliari e Sampdoria. A meno di un mese dall’udienza preliminare — fissata per il 27 marzo — e a pochi giorni dalla scadenza del termine entro il quale la Juve deve depositare ricorso al Collegio di garanzia, la Procura di Torino sta valutando contestazioni supplettive. Nei documenti sono descritti i presunti accordi segreti che avrebbero permesso alla Juve di realizzare alchimie contabili. Nel caso dell’Atalanta, «fuori bilancio» ci sarebbero accordi per 14,5 milioni per impegni di riacquisto «non federali» riguardanti quattro calciatori: Mattiello (per 4 milioni), Muratore (4), Caldara (3,5) e Romero (3).
I magistrati cagliaritani si occuperanno dell’affare Cerri, che nel 2018 viene ceduto dalla Juve al Cagliari: frutta ai bianconeri una plusvalenza di 8 milioni. Ma parallelamente alla cessione con obbligo di riscatto, ci sarebbe una mail — datata 12 luglio 2018 — firmata dalla Juve e dal Cagliari che garantisce al club torinese il riacquisto. Dal nuovo filone investigativo emergerebbe poi il ruolo del Sassuolo — come squadra «parcheggio» della Juve —, protagonista di due diversi impegni scritti: uno per Traoré e l’altro per Demiral. Giocatori che la Juve avrebbe chiesto al Sassuolo di comprare, garantendogli il riacquisto incondizionato: le cifre sui documenti scoperti sono di 4 milioni per Demiral e 8,7 per Traoré (che la Juve non poteva comprare perché extracomunitario). Nelle mani degli inquirenti ci sarebbe persino una «side letter» tra Paratici e Carnevali. Traoré in realtà non ha mai giocato nella Juve, ma le «side letter» racconterebbero di accordi che hanno generato debiti. Per la Sampdoria le presunte operazioni «viziate» sarebbero quelle di Audero, Peeters e Mulé. I possibili guai per l’Udinese sono legati a Mandragora; per il Bologna a quelli per l’operazione Orsolini".
Inchiesta Juve: nel mirino gli accordi sul 'riacquisto' scrive il Corriere della Sera raccontando che i pm di Torino hanno inviato gli atti a sei Procure:
"Si tratterebbe di opzioni di cessioni e riacquisti che non troverebbero corrispondenza nei bilanci. Tra i club, che rischiano di essere travolti dalla bufera juventina, ci sono Atalanta, Udinese, Sassuolo, Bologna, Cagliari e Sampdoria. A meno di un mese dall’udienza preliminare — fissata per il 27 marzo — e a pochi giorni dalla scadenza del termine entro il quale la Juve deve depositare ricorso al Collegio di garanzia, la Procura di Torino sta valutando contestazioni supplettive. Nei documenti sono descritti i presunti accordi segreti che avrebbero permesso alla Juve di realizzare alchimie contabili. Nel caso dell’Atalanta, «fuori bilancio» ci sarebbero accordi per 14,5 milioni per impegni di riacquisto «non federali» riguardanti quattro calciatori: Mattiello (per 4 milioni), Muratore (4), Caldara (3,5) e Romero (3).
I magistrati cagliaritani si occuperanno dell’affare Cerri, che nel 2018 viene ceduto dalla Juve al Cagliari: frutta ai bianconeri una plusvalenza di 8 milioni. Ma parallelamente alla cessione con obbligo di riscatto, ci sarebbe una mail — datata 12 luglio 2018 — firmata dalla Juve e dal Cagliari che garantisce al club torinese il riacquisto. Dal nuovo filone investigativo emergerebbe poi il ruolo del Sassuolo — come squadra «parcheggio» della Juve —, protagonista di due diversi impegni scritti: uno per Traoré e l’altro per Demiral. Giocatori che la Juve avrebbe chiesto al Sassuolo di comprare, garantendogli il riacquisto incondizionato: le cifre sui documenti scoperti sono di 4 milioni per Demiral e 8,7 per Traoré (che la Juve non poteva comprare perché extracomunitario). Nelle mani degli inquirenti ci sarebbe persino una «side letter» tra Paratici e Carnevali. Traoré in realtà non ha mai giocato nella Juve, ma le «side letter» racconterebbero di accordi che hanno generato debiti. Per la Sampdoria le presunte operazioni «viziate» sarebbero quelle di Audero, Peeters e Mulé. I possibili guai per l’Udinese sono legati a Mandragora; per il Bologna a quelli per l’operazione Orsolini".
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Re: Inchiesta Prisma
La Gazzetta dello Sport in edicola stamani fa il punto della situazione. L’inchiesta Prisma si sta allargando
Accordi segreti per sistemare i bilanci, scritture private non depositate e operazioni sospette che ora potrebbero inguaiare altre società. La Procura di Torino ieri ha trasmesso gli atti dell’inchiesta Prisma — che si occupa dei conti della Juventus dal 2018 al 2021 e nell’ambito della quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per 12 indagati più il club, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, ai colleghi di altre città perché valutino eventuali profili penali nei confronti delle società su cui hanno competenza territoriale: i fascicoli arriveranno a Genova, Bologna, Udine, Modena, Cagliari e Bergamo perché le squadre coinvolte sono Sampdoria, Bologna, Udinese, Sassuolo, Cagliari e Atalanta, finite nel mirino per le intercettazioni e per i documenti trovati dal pool di magistrati che si occupa del caso (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) nell’ambito delle perquisizioni alla Juve. Si tratta del filone relativo alle partnership sospette e rapporti opachi con società considerate amiche, su cui anche la procura federale ha aperto un fascicolo (ma qui siamo ancora nella fase istruttoria). Le varie procure dovranno stabilire se anche per loro si configura l’ipotesi di reato del falso in bilancio, pur non essendo quotate in borsa.
Il caso Romero. Nel caso dell’Atalanta le operazioni sospette riguarderebbero 4 calciatori (Mattiello, Muratore, Caldara e Romero), per un totale di 14 milioni di euro fuori bilancio. Di Romero, che non ha mai giocato nella Juventus ma è passato direttamente dall’Atalanta al Tottenham, parlano Federico Cherubini (diesse della Signora, non indagato) e il segretario Paolo Morganti in un’intercettazione del 4 agosto 2021. Al segretario che chiede se su Romero ci fosse l’obbligo di riscatto nella stagione in corso, Cherubini risponde che «l’obbligo non era federale». C’è poi un’altra intercettazione che coinvolge il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi con l’ex capo dell’area sportiva Fabio Paratici, ora al Tottenham, ai tempi del passaggio del difensore argentino in Premier League: «Io quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori, perché dovessimo andare in giudizio viene fuori che ho fatto un falso in bilancio». Secondo la ricostruzione dell’accusa, si tratterebbe di un obbligo di riscatto mascherato da diritto, un accordo privato tra le due società mai depositato in Lega. Queste operazioni per i pm torinesi non sarebbero state contabilizzate nei bilanci e sarebbero state effettuate per truccare i conti.
Plusvalenze nel mirino. Sarebbero sospetti anche gli accordi tra Juventus e Sassuolo per Merih Demiral e Hamed Junior Traorè (che non ha mai giocato nella Juve): i bianconeri avrebbero chiesto al club emiliano di acquistarli, ma con la garanzia che li avrebbero ricomprati. Tutto ciò sarebbe confermato da side letter utilizzate per mettere nero su bianco obblighi (pari in questo caso a 12,7 milioni) che hanno generato debiti non iscritti regolarmente a bilancio. Il Cagliari è coinvolto per Alberto Cerri, ceduto dalla Juventus con obbligo di riscatto e finito a bilancio come plusvalenza da 8 milioni: l’accusa avrebbe trovato la mail con la quale i bianconeri si impegnavano a riacquistare il giocatore. Discorso più o meno simile per Rolando Mandragora, passato dalla Juventus all’Udinese nel 2018 per 20 milioni (con plusvalenza di 12 milioni e 700 mila euro) ma con diritto di riacquisto mantenuto dai bianconeri.
Un mese all’udienza. Infine il Bologna, che è coinvolto per Riccardo Orsolini, mentre alla Sampdoria potrebbero essere contestate le operazioni relative a Emil Audero, Daouda Peeters ed Erasmo Mulé. Quanto alla Juve, il 27 marzo è prevista l’udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco.
Accordi segreti per sistemare i bilanci, scritture private non depositate e operazioni sospette che ora potrebbero inguaiare altre società. La Procura di Torino ieri ha trasmesso gli atti dell’inchiesta Prisma — che si occupa dei conti della Juventus dal 2018 al 2021 e nell’ambito della quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per 12 indagati più il club, tra cui l’ex presidente Andrea Agnelli, ai colleghi di altre città perché valutino eventuali profili penali nei confronti delle società su cui hanno competenza territoriale: i fascicoli arriveranno a Genova, Bologna, Udine, Modena, Cagliari e Bergamo perché le squadre coinvolte sono Sampdoria, Bologna, Udinese, Sassuolo, Cagliari e Atalanta, finite nel mirino per le intercettazioni e per i documenti trovati dal pool di magistrati che si occupa del caso (Ciro Santoriello, Mario Bendoni e l’aggiunto Marco Gianoglio) nell’ambito delle perquisizioni alla Juve. Si tratta del filone relativo alle partnership sospette e rapporti opachi con società considerate amiche, su cui anche la procura federale ha aperto un fascicolo (ma qui siamo ancora nella fase istruttoria). Le varie procure dovranno stabilire se anche per loro si configura l’ipotesi di reato del falso in bilancio, pur non essendo quotate in borsa.
Il caso Romero. Nel caso dell’Atalanta le operazioni sospette riguarderebbero 4 calciatori (Mattiello, Muratore, Caldara e Romero), per un totale di 14 milioni di euro fuori bilancio. Di Romero, che non ha mai giocato nella Juventus ma è passato direttamente dall’Atalanta al Tottenham, parlano Federico Cherubini (diesse della Signora, non indagato) e il segretario Paolo Morganti in un’intercettazione del 4 agosto 2021. Al segretario che chiede se su Romero ci fosse l’obbligo di riscatto nella stagione in corso, Cherubini risponde che «l’obbligo non era federale». C’è poi un’altra intercettazione che coinvolge il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi con l’ex capo dell’area sportiva Fabio Paratici, ora al Tottenham, ai tempi del passaggio del difensore argentino in Premier League: «Io quella lettera lì non potrò mai tirarla fuori, perché dovessimo andare in giudizio viene fuori che ho fatto un falso in bilancio». Secondo la ricostruzione dell’accusa, si tratterebbe di un obbligo di riscatto mascherato da diritto, un accordo privato tra le due società mai depositato in Lega. Queste operazioni per i pm torinesi non sarebbero state contabilizzate nei bilanci e sarebbero state effettuate per truccare i conti.
Plusvalenze nel mirino. Sarebbero sospetti anche gli accordi tra Juventus e Sassuolo per Merih Demiral e Hamed Junior Traorè (che non ha mai giocato nella Juve): i bianconeri avrebbero chiesto al club emiliano di acquistarli, ma con la garanzia che li avrebbero ricomprati. Tutto ciò sarebbe confermato da side letter utilizzate per mettere nero su bianco obblighi (pari in questo caso a 12,7 milioni) che hanno generato debiti non iscritti regolarmente a bilancio. Il Cagliari è coinvolto per Alberto Cerri, ceduto dalla Juventus con obbligo di riscatto e finito a bilancio come plusvalenza da 8 milioni: l’accusa avrebbe trovato la mail con la quale i bianconeri si impegnavano a riacquistare il giocatore. Discorso più o meno simile per Rolando Mandragora, passato dalla Juventus all’Udinese nel 2018 per 20 milioni (con plusvalenza di 12 milioni e 700 mila euro) ma con diritto di riacquisto mantenuto dai bianconeri.
Un mese all’udienza. Infine il Bologna, che è coinvolto per Riccardo Orsolini, mentre alla Sampdoria potrebbero essere contestate le operazioni relative a Emil Audero, Daouda Peeters ed Erasmo Mulé. Quanto alla Juve, il 27 marzo è prevista l’udienza preliminare davanti al Gup Marco Picco.
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Re: Inchiesta Prisma
A botte di squalifiche la Salernitana finisce in Europa
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Re: Inchiesta Prisma
Il Sassuolo.
F.F.
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“Volevo cambiare il mondo. L'ho fatto. L'ho reso peggiore”. -Arthur FinkelsteinNevenez 2019 ha scritto: Se nel 2022 Nadal non è ancora sparito, spariremo noi.
Re: Inchiesta Prisma
Siamo sempre lì: per me è fuffa al 100%, perché una volta riacquistati i giocatori il passivo a bilancio ci va eccome (e non so in base a quale principio contabile se mi impegno a spendere tot fra 3 anni dovrei mettere un debito a bilancio oggi, se c'è qualcuno che capisce di queste cose magari saprà illuminarmi). Viceversa, ancora una volta mi aspetto condanne esemplari (fino alla radiazione) per TUTTE le squadre coinvolte.
PS e lo dico adesso, il principio di lealtà sportiva non dovrebbe mai essere messo in secondo piano da prescrizioni di alcun tipo
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Re: Inchiesta Prisma
Nuove dichiarazioni di Maurizio Lombardo, era l'ex segretario generale che si occupava dei contratti di casa Juventus prima di essere fatto fuori dopo 9 anni «in 5 minuti», quando il 29 ottobre 2020 gli dicono: «Paolo Morganti è più manager di te». L'ex dirigente è stato ascoltato dai PM, come racconta in maniera dettagliata l'edizione odierna di Repubblica.
"Il 17 febbraio, in procura, Lombardo attacca gli ex colleghi. Così su Paratici: «Aveva smanie di onnipotenza, voleva acquistare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre». E si trasforma nel teste chiave: spiega che alcune società hanno fatto «da banca» per permettere alla Juventus di fare le plusvalenze. Ed era proprio lui a custodire le side letter «in una valigetta, sempre con me, anche a casa», perché poteva capitare «anche di notte» di essere chiamato da Paratici. «C’erano quelle del Cagliari, dell’Atalanta..», erano «firmate», gli dicevano «tienile tu» perché «era meglio che non uscissero».
Sembra che Dybala sia intenzionato a fare causa alla Juventus(deve avere 3mln di mensilità posticipate)mentre a metà marzo potrebbe testimoniare Cristiano Ronaldo
"Il 17 febbraio, in procura, Lombardo attacca gli ex colleghi. Così su Paratici: «Aveva smanie di onnipotenza, voleva acquistare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre». E si trasforma nel teste chiave: spiega che alcune società hanno fatto «da banca» per permettere alla Juventus di fare le plusvalenze. Ed era proprio lui a custodire le side letter «in una valigetta, sempre con me, anche a casa», perché poteva capitare «anche di notte» di essere chiamato da Paratici. «C’erano quelle del Cagliari, dell’Atalanta..», erano «firmate», gli dicevano «tienile tu» perché «era meglio che non uscissero».
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Re: Inchiesta Prisma
Ma no dai, e' tutto nella norma
Re: Inchiesta Prisma
Beh finché non si sa cosa fanno gli altri è difficile dire se è nella norma
Se per norma non si intende il giusto ma quello che fanno gli altri...
Per il resto sembra abbastanza chiaro che il colpevole è decisamente Paratici
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Re: Inchiesta Prisma
A me di cosa fanno o cosa hanno fatto gli altri, per ora, mi interessa il giusto.
So solo che voi avete imbrogliato, come spesso vi e' accaduto nella vs storia, e per questo dovete pagare (paratici o non paratici, che cmq lavorava per uno che sapeva tutto)
Sicuramente verra' fuori anche altro su altre societa', infatti si sta indagando anche su Atalanta, Sassuolo e altre.
Ma sta cosa: lo hanno fatto anche gli altri, fa cadere le braccia.
Come se, estremizzando, Riina alla cattura avesse detto: "eh ma anche altri sono mafiosi e hanno ucciso"
So solo che voi avete imbrogliato, come spesso vi e' accaduto nella vs storia, e per questo dovete pagare (paratici o non paratici, che cmq lavorava per uno che sapeva tutto)
Sicuramente verra' fuori anche altro su altre societa', infatti si sta indagando anche su Atalanta, Sassuolo e altre.
Ma sta cosa: lo hanno fatto anche gli altri, fa cadere le braccia.
Come se, estremizzando, Riina alla cattura avesse detto: "eh ma anche altri sono mafiosi e hanno ucciso"
Re: Inchiesta Prisma
Beh se ti danno una multa perché vai a 141kmh in autostrada mentre ti sfrecciano tutte le altre auto alla stessa velocità mi sa che un po' ti girano!
Lasciando stare il fatto che non si tratta di reato la plusvalenza
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Re: Inchiesta Prisma
Non si tratta di reato se non altera i bilanci in maniera illecita, cosa che mi sembra voi abbiate fatto.
Come cazzo fate a difendere l'indifendbile solo per il tifo che vi accieca gli occhi, Dio solo lo sa.
Re: Inchiesta Prisma
Lascio al buon scooter le difese tecniche, lui ne capisce a differenza di me.
Re: Inchiesta Prisma
Che quindi scrivi in questo topic per....?
Quando c'era Lele i treni arrivavano in orario
Re: Inchiesta Prisma
Stavolta ho un nuovo approccio, vorrete perdonarmi se eccedo con i tecnicismi ma in certi casi non si può restare alla superficie e tocca addentrarsi nei meandri di certe questioni per capire bene ogni sfaccettatura.
Ebbene, spero che abbiamo davvero rubato e spero che corromperemo anche i giudici, così saremo assolti, risarciti di tutti i punti e continueremo a vincere solo noi, così anche i prossimi 50 anni andranno di traverso a tutti i Lucagian di 'sto mondo.
Ebbene, spero che abbiamo davvero rubato e spero che corromperemo anche i giudici, così saremo assolti, risarciti di tutti i punti e continueremo a vincere solo noi, così anche i prossimi 50 anni andranno di traverso a tutti i Lucagian di 'sto mondo.
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Re: Inchiesta Prisma
A me francamente frega 0, per me potete vincere altri 100 scudetti di fila ma la mia considerazione verso la A e verso di voi e' pari allo zero, forse meno.
So solo che se io commetto irregolarita' o illeciti nella mia azienda (piccola ma e' sempre una partita iva) vengo punito.
Qua si discute sul fatto se sia giusto o meno.
Ripeto: possono ridarvi i punti, aggiungerne altri 20 ma la vostra e' stata, e' e sara' sempre una societa' di ladri e poveracci
So solo che se io commetto irregolarita' o illeciti nella mia azienda (piccola ma e' sempre una partita iva) vengo punito.
Qua si discute sul fatto se sia giusto o meno.
Ripeto: possono ridarvi i punti, aggiungerne altri 20 ma la vostra e' stata, e' e sara' sempre una societa' di ladri e poveracci
Re: Inchiesta Prisma
Certo, ed è bellissimo rubarvi tutto quanto
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Re: Inchiesta Prisma
Basterebbe avere società formate da persone oneste, non mi pare ci voglia tanto.
Questo ovviamente vale non solo per la Juventus ma per tutte le altre.
Nel caso specifico la Juve ha avuto un management che per diversi anni ha dominato il calcio italiano con investimenti mirati(con una proprietà ricchissima ovviamente) e spesso spendendo anche il giusto per i calciatori.
Poi il suo presidente è stato colpito da megalomania e ha iniziato a stressare i conti del club con operazioni di mercato fuori scala(a partire dai 90mln per Higuain), aumentando in modo mostruoso il monte ingaggi e cominciando a cambiare un allenatore all'anno fino al ritorno di Allegri con un ingaggio folle.
I risultati sono questi.
Questo ovviamente vale non solo per la Juventus ma per tutte le altre.
Nel caso specifico la Juve ha avuto un management che per diversi anni ha dominato il calcio italiano con investimenti mirati(con una proprietà ricchissima ovviamente) e spesso spendendo anche il giusto per i calciatori.
Poi il suo presidente è stato colpito da megalomania e ha iniziato a stressare i conti del club con operazioni di mercato fuori scala(a partire dai 90mln per Higuain), aumentando in modo mostruoso il monte ingaggi e cominciando a cambiare un allenatore all'anno fino al ritorno di Allegri con un ingaggio folle.
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Re: Inchiesta Prisma
Ma perche' voleva vincere a tutti i costi la CL, era ossessionato da questo trofeo come Siffredi per la figa
E questi sono i risultati, una squadra dovrebbe fallire e l'altro dovrebbe appendere l'uccello al chiodo
E questi sono i risultati, una squadra dovrebbe fallire e l'altro dovrebbe appendere l'uccello al chiodo
Re: Inchiesta Prisma
Ma perché dovrebbe fallire? La proprietà ha abbastanza soldi per comprarsi tutte le squadre di A...
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Re: Inchiesta Prisma
Beh in effetti ho sbagliato, vi dovrebbero
RADIAREEEEEEEEEEEEEEE
RADIAREEEEEEEEEEEEEEE
Re: Inchiesta Prisma
metti le faccine, ma a proporre un argomento non ci provi manco per sbaglio
la domanda era seria: in quale universo parallelo la Juventus SpA dovrebbe fallire? cioè, tu sai quali sono le condizioni legali, finanziarie e patrimoniali stanti le quali un'azienda dichiara fallimento?
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Re: Inchiesta Prisma
Una società, proprio perché ha a disposizione un pozzo di soldi senza fondo, nel momento in cui va a falsare sistematicamente i bilanci per anni, a maggior ragione dovrebbe essere punita in modo esemplare, molto più di altre società coinvolte.
Non è questione di tecnicismi o altro, è questione di pudore, di decenza.
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Il problema non è l'acqua che beviamo, è l'acqua che mangiamo.