uglygeek ha scritto: ↑lun nov 27, 2023 11:53 am
Non ci credereste ma il giovane Fazio scriveva su "Cuore", era molto di sinistra.
Puo' risultare simpatico o antipatico, ma e' stato un grande autore televisivo. "Anima mia" e soprattutto "Quelli che il calcio", che e' stato un'ottima invenzione, che oltretutto lui lo conduceva benissimo, li' dava il meglio perche' tutto il contesto era piu' leggero. Ora e' diventato troppo serioso forse. (Quella della seriosita' e' poi un'involuzione in parte comune a molti dei talk show alla Letterman negli USA in questi ultimi anni).
Diciamo che però c'è sempre lo spazio leggero con il tavolo e la Littizzetto però, se non altro.
Il problema della seriosità è generale, si parlava di comici nei giorni scorsi, anche la comicità sta tramontando e i motivi possono essere diversi.
I grandi comici ormai sono solo dei monologhisti, mentre al cinema quasi non ne esistono più.
Dove stanno i Totò, i Troisi, i Benigni, i Villaggio, i Pozzetto, i Fabrizi etc? Non ci sono. Uno dei motivi può essere un deciso cambio di gusto e di mentalità e ovviamente l'arrivo del PC.
Praticamente tutti i comici all'unanimità riconoscono che non si può più scherzare quasi su nulla oggi, perchè tutti se la prendono e rischi di pestare merdoni ad ogni mossa.
De Sica settimana scorsa, per dire l'ultimo, ha dichiarato che se facesse uno qualsiasi dei suoi film comici oggi verrebbe arrestato. Infatti avviene questo strano fenomeno che è il viraggio del comico verso il drammatico/serio, infatti lo stesso De Sica (intendiamoci, comico che ho sempre apprezzato poco) ha appena debuttato come attore drammatico, stessa cosa la Cortellesi, Albanese e altri, Benigni stesso ha definitivamente appeso la comicità al chiodo.
E' sempre più difficile ridere e far ridere, è facile solo se si fa satira politica. La satira politica è una cosa tuttora ben accetta qui da noi (in Giappone, per dire, è impensabile fare satira politica), e i vari comici "politici" che vediamo in tv e nei monologhi ci sguazzano, alcuni sono molto bravi.
Al cinema è difficile fare satira politica, li devi far ridere veramente, e oggi lo spazio di manovra è molto ridotto.
Da sempre la risata è suscitata dalla presa in giro dei difetti fisici o psicologici, o da comici che a loro volta rappresentano questi difetti.
Da che mondo e mondo si è sempre riso col ciccione o col magrolino, con quello col naso grosso, con lo scemo, con il sesso, anche con una certa dose di violenza (ve li immaginate oggi che viene criticato zio Paperone perchè tira bastonate in testa a Paperino, films come quelli con Giannini che prende a mazzate la Vitti o ancora come quelli con Sordi che prendono a mazzate la Vitti, o che ne so gli schiaffoni in faccia a Bombolo, piuttosto che il turpiloquio di Tomas Millian, o i cazzotti di Bud Spencer?).
Sentivo ieri Cirilli, comico teleisivo di secondo piano, che diceva di non poter più fare il personaggio di Tatiana, la sua amica grassa, talmente grassa che "quando si sdraia diventa più alta".
Oggi nulla fa più ridere, tutto scandalizza. Dici una cosa ed è catcalling, ne dici un'altra ed è maschilismo, un'altra ancora ed è omofobia oppure razzismo. Come ti muovi sbagli.
In questo contesto ci vuole una comicità di estrema intelligenza e sopraffina paraculaggine, ed è ben difficile. Infatti i films comici sono quasi spariti e quei pochi non fanno affatto ridere.