scooter ha scritto: ↑gio gen 04, 2024 3:08 pm
Dal prossimo turno sarà praticamente impossibile scegliere
È difficile senza alcun dubbio. A volte, una suggestione del momento fa pendere la bilancia a favore di uno anziché dell'altro comunque meritevole.
Ci sono sfide interessanti, ad esempio quella tra i due album third stream di Davis con Evans e Zawinul, il secondo direi inatteso che si gioca gli ottavi sino alla fine.
E si profila una sfida fratricida per Mingus.
Per evitare che si scontrino album già inclusi in uno stesso girone, adotterò lo schema con scontri fra i seguenti vincitori: 1-8; 2-7; 3-6; 4-5; 9-16; 10-15; 11-14; 12-13.
P.S. Davis che le busca regolarmente da Mingus non è niente male...
Considerazioni sparse... è uscito l'album di Mingus votato da Scaruffi (per quel che vale! ) come il miglior album jazz dei Sessanta; semifinale stile Real Madrid-Manchester City per Coltrane e il Davis elettrico; album acustici di Davis progressivamente caduti come mosche nell'eliminazione diretta dopo le alte votazioni dei gironi e qui permettetemi di rammaricarmi per l'abbandono di Pocaluce dal forum e dal thread.
1) beh, a 'sti livelli è impossibile non avere vittime eccellenti e per quanto in generale Scaruffi capisca quasi un cazzo di praticamente qualsiasi cosa non c'è dubbio che Black Saint sia un capolavoro assoluto
2) semifinali durissime, soprattutto la seconda
3) ma com'è che abbiamo accelerato al punto da fare 3 turni in meno di 2 giorni?
balbysauro ha scritto: ↑sab gen 06, 2024 12:51 pm
(forse però è questa la vera finale, per me, la sfida con Coltrane)
Mah, Village Vanguard è praticamente il manuale di un certo modo di suonare in trio (è di sicuro un vero spartiacque di un tipo di jazz). LMO è magari un po' troppo "komunista" per il gusto di alcuni, ma per chi pensa che la musica non sia solo belle note una dopo l'altra è un disco imprescindibile almeno quanto gli altri contendenti.
Poi certamente anche Coltrane e Davis firmano due dei massimi capolavori della loro carriera, e non c'è dubbio che anche in questo caso esistano un jazz prima e uno post quegli album.
Insomma, magari nel complesso è un decennio con meno pietre miliari. Ma cazzo quelle che ci sono, sono davvero di livello siderale.
balbysauro ha scritto: ↑sab gen 06, 2024 12:51 pm
(forse però è questa la vera finale, per me, la sfida con Coltrane)
Mah, Village Vanguard è praticamente il manuale di un certo modo di suonare in trio (è di sicuro un vero spartiacque di un tipo di jazz). LMO è magari un po' troppo "komunista" per il gusto di alcuni, ma per chi pensa che la musica non sia solo belle note una dopo l'altra è un disco imprescindibile almeno quanto gli altri contendenti.
Poi certamente anche Coltrane e Davis firmano due dei massimi capolavori della loro carriera, e non c'è dubbio che anche in questo caso esistano un jazz prima e uno post quegli album.
Insomma, magari nel complesso è un decennio con meno pietre miliari. Ma cazzo quelle che ci sono, sono davvero di livello siderale.
Sì, Bill Evans con quel trio dove contrabbasso e batteria sono "alla pari" col pianoforte porta ad una svolta importante a cui in qualche modo guardano tutti o quasi i trii jazz di pianoforte successivi partendo da Keith Jarrett per arrivare a Brad Mehldau. Bitches Brew e A Love Supreme sono capolavori che sono andati oltre i confini del jazz suscitando vasto interesse anche negli ambiti del rock più sperimentale quello canterburiano per intenderci.
scooter ha scritto: ↑sab gen 06, 2024 12:51 pm
1) beh, a 'sti livelli è impossibile non avere vittime eccellenti e per quanto in generale Scaruffi capisca quasi un cazzo di praticamente qualsiasi cosa non c'è dubbio che Black Saint sia un capolavoro assoluto
2) semifinali durissime, soprattutto la seconda
3) ma com'è che abbiamo accelerato al punto da fare 3 turni in meno di 2 giorni?
Siamo solo in cinque a partecipare. Facciamo presto.
Charles Mingus: The Black Saint And The Sinner Lady (1963)
John Coltrane: A Love Supreme (1964)
Cecil Taylor: Unit Structures (1966)
John Coltrane: Ascension (1965)
Albert Ayler: Spiritual Unity (1964)
Michael Mantler: Jazz Composers' Orchestra (1968)
Sun Ra: Atlantis (1967)
Don Cherry: Mu (1969)
Anthony Braxton: For Alto (1969)
Miles Davis: Bitches Brew (1969)
Ornette Coleman: Free Jazz (1960)
Charles Mingus: Epitaph (1962)
Sun Ra: The Magic City (1965)
Gary Burton: A Genuine Tong Funeral (1967)
Eric Dolphy Out to Lunch (1964)
Roscoe Mitchell: Sound (1966)
Sam Rivers: Dimensions And Extensions (1967)
Pharoah Sanders: Karma (1969)
Albert Ayler: New York Eye And Ear Control (1964)
Miles Davis: In a Silent Way (1969)
Roscoe Mitchell: Old Quartet (1967)
Don Cherry: Symphony For Improvisers (1966)
Max Roach: Freedom Now Suite (1960)
Charlie Haden: Liberation Music Orchestra (1969)
Art Ensemble Of Chicago: People in Sorrow (1969)
Roscoe Mitchell: Congliptious (1968)
Bill Dixon: Intents And Purposes (1967)
Charles Mingus: Presents (1960)
Cecil Taylor: Nefertiti (1962)
Sun Ra: Cosmic Tones For Mental Therapy (1963)
Jimmy Giuffre: Free Fall (1962)
Albert Ayler: Witches and Devils (1964)
Marion Brown: Quartet (1965)
Gunther Schuller: Jazz Abstractions (1960)
Cecil Taylor: Conquistador (1966)
Joe Harriott: Movement (1963)
George Russell: Electronic Sonata For Souls Loved By Nature (1969)
Joe Harriott: Free Form (1960)
Eric Dolphy Far Cry (1960)
Alex Schlippenbach: Globe Unity (1966)
Art Ensemble Of Chicago: Reese and the Smooth Ones (1969)
George Russell: Jazz in the Space Age (1960)
Ornette Coleman: Ornette (1961)
John Coltrane: Impressions (1961)
Joe Harriott: Abstract (1962)
Andrew Hill: Point of Departure (1964)
Sam Rivers: Fuchsia Swing Song (1964)
Tina Brooks: True Blue (1960)
Archie Shepp: Mama Too Tight (1966)
Steve Lacy: The Forest And The Zoo (1966)
Don Cherry: Complete Communion (1965)
Sam Rivers: Contours (1965)
George Russell: Othello Ballet Suite (1967)
Muhal Richard Abrams: Levels and Degrees of Light (1967)
Charles Mingus: Oh Yeah (1961)
Yusef Lateef: Eastern Sounds (1961)
Don Cherry: Eternal Rhythm (1968)
Miles Davis: Filles de Kilimanjaro (1968)
Kalaparush Maurice McIntyre: Humility In The Light Of Creator (1969)
Andrew Hill: Black Fire (1963)
Archie Shepp: The Magic of Ju-Ju (1967)
Bill Evans: Explorations (1961)
Peter Broetzmann: Machine Gun (1968)
George Russell: Ezz-thetic (1961)
John Surman: John Surman (1968)
Randy Weston: Uhuru Africa (1960)
Wayne Shorter: Speak No Evil (1964)
Herbie Hancock: Empyrean Isles (1964)
Jackie McLean: New and Old Gospel (1967)
balbysauro ha scritto: ↑mer dic 20, 2023 7:07 pm
GIRONE P
Miles Davis: Bitches Brew (1969) 5 vabbè, per me si dovrebbe competere per il secondo posto in questo fantatorneo
McCoy Tyner:The Real McCoy (1967) 1
Joe Henderson: Inner Urge (1964) 3
Ringrazio balbysauro, gianlu, Nick, scooter e naturalmente anche Pocaluce per la parte in cui è stato presente per aver partecipato al primo fantatorneo di jazz.
Ho intenzione di riprovarci ancora magari con gli anni Cinquanta e magari anche col jazz vocale e, se si farà, dovrebbe essere compreso tutto l'arco storico dalle origini fino ai cantanti di oggi come Gregory Porter e Cécile McLorin Salvant. In previsione ci sarebbero anche i Settanta con tante cose interessanti. Un fantatorneo pre lp era dalle origini fino al bebop di Parker, Gillespie e Monk sarebbe complicato, ma anche irresistibilmente ambizioso e ci si può pensare.
Vedremo...
Ultima modifica di rob il dom gen 07, 2024 7:33 pm, modificato 1 volta in totale.
balbysauro ha scritto: ↑mer dic 20, 2023 7:07 pm
GIRONE P
Miles Davis: Bitches Brew (1969) 5 vabbè, per me si dovrebbe competere per il secondo posto in questo fantatorneo
McCoy Tyner:The Real McCoy (1967) 1
Joe Henderson: Inner Urge (1964) 3
non che avessi puntato su un outsider, eh
È un album epocale. Non lo possiedo, ma i brani contenuti li ho per buona parte in uno splendido cofanetto uscito alcuni anni fa, suonati dal magnifico quintetto del 1969 con cui Davis suonò dal vivo negli USA e in Europa.
Se non lo conoscete, vi raccomando caldamente almeno l'ascolto via streaming:
Quel quintetto che comprendeva Davis, Shorter, Corea, Holland e DeJohnette è conosciuto negli USA come The Lost Quintet, così chiamato, perché non ha lasciato alcuna registrazione di studio. Bitches Brew è stato inciso da una formazione allargata con cui Davis non ha mai suonato dal vivo.