Giggirriva

[dsdifr]

Mi sembra doveroso.

Miglior marcatore, a tutt'oggi, della nazionale italiana con 35 gol in 42 presenze; vincitore dell'Europeo 1968, finalista ai mondiali di Messico '70 ma anche sfortunata vittima di due gravissimi infortuni con la maglia azzurra.
Uomo-simbolo e miglior marcatore della storia del Cagliari in cui ha trascorso 14 anni di carriera portandolo per un lustro fra le squadre più forti del paese con la conquista dello storico del 1970, una squadra che rappresentava un intero popolo, la gente in mezzo alla quale lui, taciturno orfano di entrambi i genitori, trovò a 19 anni la sua dimensione ideale.


Riva rimane anche in un certo modo l'uomo simbolo di un'Italia di altri tempi, dell'italiano non solo talentuoso ma anche serio, schivo, tenace, sobrio e fiero. Totalmente antidivo, anche se i giornalisti costruirono dei gossip anche su di lui per via di una relazione extraconiugale. In definitiva comunque tutto il contrario dei tamarri e dei divi da social che vanno per la maggiore oggi.
Lui, Scirea, Zoff, Facchetti: ho sempre immaginato che in loro rivivesse lo spirito dei giocatori allenati da Pozzo negli anni 30.

[Johnny Rex]

Riva rimane anche in un certo modo l'uomo simbolo di un'Italia di altri tempi, dell'italiano non solo talentuoso ma anche serio, schivo, tenace, sobrio e fiero. Totalmente antidivo, anche se i giornalisti costruirono dei gossip anche su di lui per via di una relazione extraconiugale. In definitiva comunque tutto il contrario dei tamarri e dei divi da social che vanno per la maggiore oggi.
Lui, Scirea, Zoff, Facchetti: ho sempre immaginato che in loro rivivesse lo spirito dei giocatori allenati da Pozzo negli anni 30.

[Johnny Rex]

Uomo vero, GIGGI, di quelli che li vedi con sempre indosso la maglia azzurra.
In Sardegna non voleva andarci, ha finito con l'esserne il Simbolo.
Che Storia la Sua.

F.F.

[Shakespeare]

Rombo di tuono

[eddie v.]

In definitiva comunque tutto il contrario dei tamarri e dei divi da social che vanno per la maggiore oggi.

Per i quali la gente continua ancora a bestemmiare per un cross sbagliato o ad esultare quando imbroccano una ciabattata.

[Lothar]

Sono abbastanza "vecchio" da averlo visto giocare (in TV) soprattutto in nazionale.
Indimenticabile il gol in Italia-Germania 4-3.
All'altezza di autentiche leggende come il Kaiser e pochi altri.

[dsdifr]

Paolo Rossi morto pochi giorni dopo Maradona;
Gigi Riva morto pochi giorni dopo Beckenbauer.

[Ombra84]

Bel post( ti ho corretto 88.con 68)

[tennisfan82]

Ha rifiutato la Juve(dove oltre a vincere di più avrebbe anche guadagnato molto di più) per restare a Cagliari, non c'è altro da aggiungere.

Oggi scappano in Arabia e 6 mesi dopo frignano per andarsene

[ferryboat]

Lui, Scirea, Zoff, Facchetti: ho sempre immaginato che in loro rivivesse lo spirito dei giocatori allenati da Pozzo negli anni 30.

Bella disfrì Io ci aggiungerei anche Burgnich, con le sue cosce vigorose e il minaccioso cipiglio

[Nick]

Lui o Rivera il primo nome di calciatore italiano che ho imparato.
Il più grande attaccante italiano del dopoguerra, di tutti i tempi se la gioca con Piola.

Tra tanti miti di quella generazione, Rivera Mazzola Facchetti Zoff, forse Riva è stato il più amato di tutti.
Oggi è veramente lutto nazionale.

[Nick]

L'ultimo infortunio, credo 1975.

[Nick]

[orson.poeta]

Ora stanno trasmettendo su Rai Sport Italia Jugoslavia la finale degli Europei del '68 che fu risolta da un suo solito gol di rapina e da una semi girata di Anastasi. Mi sembra il minimo sindacale per un grandissimo come lui..prima di Rossi del Mundial' 82 lui e Rivera sono stati i giocatori trasversalmente più amati dagli sportivi, cona differenza che lui ha vinto di meno perché giocava in una provinciale e soprattutto per il suo No alla Juve. Che non ci capito' allora,ma era logico conoscendo il carattere di Riva.

È come sempre difficile collocare in un' ipotetica squadra all time giocatori italiani di epoche diverse: Piola appartiene ad un calcio pioneristico di cui abbiamo poche immagini, ed a detta di tanti Riva era più completo. E' stato sicuramente il più forte completo degli ultimi 60 anni, solo la dabbenaggine dei tecnici federali di allora gli impedì di partecipare ai mondiali del '66, con lui in campo avremmo evitato la famigerata Corea.

Italia all time degli ultimi 60 anni, modulo 4-3-3

Buffon o Zoff, Burgnich, Scirea, Maldini P, Facchetti,Tardelli, Pirlo, Mazzola S o Rivera, Conti, Rossi, Riva. Con Baggio come primo sostituto dei 3. Ct ovviamente Bearzot.

[orson.poeta]

Lui, Scirea, Zoff, Facchetti: ho sempre immaginato che in loro rivivesse lo spirito dei giocatori allenati da Pozzo negli anni 30.

Bella disfrì Io ci aggiungerei anche Burgnich, con le sue cosce vigorose e il minaccioso cipiglio

E Bearzot era un Pozzo ante litteram. Non lo so se uno come Rivera che anche di recente ha detto a chiare lettere che il " re era nudo " sarebbe mai stato convocabile nella nazionale fassista di allora. Certamente non in quelle da Sacchi in poi per non parlare di quella del 2021
Detto questo, per me tra le nazionali che ho visto quella di Riva non era di molto inferiore a quella '82, a patto che Luis fosse in campo. Senza i messicani purtroppo nel '74 fecero la fine del Cagliari post Riva. Uno scandalo che oltre a Rivera non abbia vinto il pallone d' oro pure lui nel ' 68 e prima i Facchetti ed i Mazzola.

[ameba]

R.I.P.

[Monheim]

Ha rifiutato la Juve(dove oltre a vincere di più avrebbe anche guadagnato molto di più) per restare a Cagliari, non c'è altro da aggiungere.

Oggi scappano in Arabia e 6 mesi dopo frignano per andarsene

Fatico a premiare senza se e senza ma il rifiutare una grande per restare in una squadra media se non mediocre, altrimenti anche per esempio Totti che rifiuta il Real Madrid è un grandissimo.

Cioè, boh, scelte, per carità, ci sta rimanere la bandiera in un club senza troppe ambizioni ma neanche farli passare per grandi uomini/eroi in antitesi ai piccoli uomini/coglioni che accolgono la richiesta di una grande.

Il caso dell'Arabia è tutto un altro paio di maniche trattandosi di un campionato minore sepolto dai soldi quindi ben diverso rispetto a rimanere in una provinciale rifiutando una strisciata (Riva) oppure in una squadra media rifiutando il club più grande al mondo (Totti).

A ogni buon conto, rest in peace, Gigione.

[Johnny Rex]

Ha rifiutato la Juve(dove oltre a vincere di più avrebbe anche guadagnato molto di più) per restare a Cagliari, non c'è altro da aggiungere.

Oggi scappano in Arabia e 6 mesi dopo frignano per andarsene

Cambiato tutto il contesto, TF , poi sul fatto che quello sport dove un Clay andava in prigione sulle sue idee etc etc sia a tutti oggi la principale fonte di storie e mitologie sportive, anche perchè di eroico quelli di oggi fanno giusto beneficenza (se e quando la fanno) fra uno sponsor e l'altro siamo d'accordo.

Ma come mi domand(av)o se potesse esserci un Jannacci nella musica d'oggi (risposta secca, NO,un Vannacci sì ) così mi domando se in un calcio dove vieni gonfiato di soldi e aspettative sin dalla primavera quanto possano essercene di quei Grandi Uomini citati da Dsdifr e altri.

F.F.

[Johnny Rex]

Altra cosa da dire su Riva, credo sia stato uno degli attaccanti più picchiati della storia ,il che nel mondo del calcio equivale(va) ad un riconoscimento della sua forza, se pensiamo che i due che han subito più falli ai Mondiali son stati Pelè e Maradona.

F.F.

[uglygeek]

Poi nel calcio di quegli anni, e ancora più in quello degli anni prima, a parte l'omicidio valeva tutto, i difensori di allora oggi verrebbero espulsi in cinque minuti.

[Johnny Rex]

Poi nel calcio di quegli anni, e ancora più in quello degli anni prima, a parte l'omicidio valeva tutto, i difensori di allora oggi verrebbero espulsi in cinque minuti.

Ripeto, incredibile che a 50 ani dal 1973, con due mondiali e un europeo vinti in più, la classifica cannonieri della storia d'Italia reciti

35 Riva
33 Meazza
30 Pioli

Segnava tantissimo tenuto contro del calcio di quegli anni, anche se la mentalità dell' 1 a 0 l'abbiamo e l'avremo sempre, per DNA storico, e non solo nel calcio ma in tutto.

F.F.

[uglygeek]

Fatico a premiare senza se e senza ma il rifiutare una grande per restare in una squadra media se non mediocre, altrimenti anche per esempio Totti che rifiuta il Real Madrid è un grandissimo.

Però ai tempi di Riva non c'era la differenza abissale che c'è oggi tra giocare nella Juve o nel Cagliari. Ad esempio a parte qualche rara partita di coppa europea, spesso non più di 4 o 6 l'anno, un giocatore del Cagliari giocava lo stesso numero di partite di un giocatore della Juve, negli stessi stadi, alla stessa ora. Poteva avere quindi lo stesso spazio sui media e in nazionale, ecc.

[Johnny Rex]

Fatico a premiare senza se e senza ma il rifiutare una grande per restare in una squadra media se non mediocre, altrimenti anche per esempio Totti che rifiuta il Real Madrid è un grandissimo.

Però ai tempi di Riva non c'era la differenza abissale che c'è oggi tra giocare nel Milan o nel Cagliari. Ad esempio a parte qualche rara partita di coppa europea, spesso non più di 4 o 6 l'anno, un giocatore del Cagliari giocava lo stesso numero di partite di un giocatore della Juve, negli stessi stadi, alla stessa ora. Poteva avere quindi lo stesso spazio sui media e in nazionale, ecc.

Vero anche questo ,poi il Cagliari soldi li aveva, lottò seriamente per lo scudo anche nel 1968-69 e nel 1971-72 .
Incredibile la difesa, 11 gol subiti in 30 partite nell'anno scudetto.

F.F.

[Rosewall]

addio Rombo di Tuono. Molto bella questa intervista di Mura (Dsdifr apprezzerà, e segnalo a Nasty un gustoso passaggio sulle simulazioni).


Gigi Riva: "I miei gol per dovere"
Gianni Mura
L'intervista rilasciata a Mura per i 60 anni dell'attaccante del Cagliari e della nazionale: "In Sardegna sono arrivato incattivito dalla vita, ero senza famiglia e ne ho trovate tante".
15 GIUGNO 2020

Quando Riva indossò per la prima volta la maglia numero 9 e si ruppe per la prima volta una gamba (la sinistra) a Roma, il 27 marzo del ' 67, lo andai a trovare. Stanza 126 del Policlinico Italia. «Vuoi un' intervista? Va bene. Ti costerà un paio di sigarette, perché qui oltre al gesso non mi lasciano fumare». Ricordo meno il titolo che uscì sulla Gazzetta. Il concetto era: «Quando torno spero di trovare un terzino che meni». Riva era così: forza e coraggio, come le polisportive d'una volta. Frangar, non flectar, per chi era fresco di liceo. Rombo di Tuono lo sarebbe diventato prima del Messico.
Gli piaceva il soprannome? «Molto, anche se a Brera non l'ho mai detto. Veniva da uno importante, all'estero il più intervistato dei giornalisti italiani era lui».

Riva non ha mai amato i giornalisti. Poteva rispettarli (è il caso di Brera) o sopportarli (era il caso mio). Ma la sua specialità era dribblarli. Non essendoci telefonini, ai campioni si faceva la posta sotto casa. Per Riva, la casa di Fausta, la sorella che gli ha fatto da madre. O era in ritardo l'aereo dalla Sardegna, o Gigi era appena uscito e chissà quando sarebbe rientrato. Nell'attesa, spesso inutile, Fausta faceva un caffè, mi mostrava i quadri (paesaggi) che dipingeva suo marito, gli album di ritagli su Gigi calciatore. «A me non importa nulla, se vuoi pensaci tu», le aveva detto.

Gigi di suo aveva due scatoloni di ritagli in garage: uno scatolone per Bandini, morto bruciato a Montecarlo, l'altro per Tenco suicida (forse) a Sanremo. E anche per questo sono felice di brindare ai 60 anni di Riva, perché allora, prima del Messico, pensavo che non sarebbe arrivato a 40, che fosse come segnato dalla tragedia, del resto a Cagliari i compagni lo chiamavano Hud ("Hud il selvaggio" era un film con Paul Newman). A volte mollava tutti al tavolo del ristorante Corallo e usciva a correre in macchina sulla costa, a tutta velocità, da solo. Boninsegna diceva di aver fatto un' assicurazione sulla vita, dopo la prima uscita sull'Alfa 1600 di Gigi.

Quando lo rividi, fuori dall'Amsicora, aveva una Dino e sotto il tergicristallo c'erano poesie, bigliettini di ragazze, molto espliciti per i tempi, richieste d' incontro. Due giorni prima aveva segnato un gol importante e io ero pagato anche per fare domande cretine, tipo «a chi lo dedichi?».
Accendendosi l' ennesima sigaretta, come Yanez (il lunedì un pacchetto abbondante, ma poi a scalare, fino a quella della domenica negli spogliatoi, prima del via), mi guardò come se non ci fossi: «Mi sarebbe piaciuto far vivere a mia madre una vita decente. È morta quando sono partito per Cagliari. Cosa vuoi che ti dica? Che dedico il gol alla Sardegna, o all'Italia se gioco in Nazionale? Ma non facciamo ridere. Io non ho nessuno a cui dedicare nulla. Segno per dovere».

La storia della famiglia l'avevo saputa da Fausta e prima, a Leggiuno, dai paesani. Ugo Riva, il padre, era tornato dalla prima guerra mondiale con una medaglia di bronzo al valore. Aveva fatto il sarto, il barbiere, poi era entrato in fonderia. Una scheggia di ferro schizzata via dalla pressa lo passa da parte a parte, come fosse in guerra. Muore il 10 febbraio del '53. Edis, la madre, lavora in filanda e arrotonda facendo pulizie nelle case dei meno poveri. Gigi è mandato in collegio dai preti: a Viggiù, a Varese, perfino a Milano. Scappa un sacco di volte, e ogni volta lo riportano indietro. Se avrà incubi, da adulto, riguarderanno i giorni in collegio e più tardi quelli in divisa militare, sempre obbligato a obbedire. «E il peso, l'umiliazione di essere poveri, le camerate fredde, il mangiare da schifo, il cantare ai funerali anche tre volte al giorno, il dover dire sempre grazie signora grazie signore a chi portava il pane, i vestiti usati, e pregare per i benefattori, e dover stare sempre zitti, obbedienti, ordinati, come dei bambini vecchi».

L'ho chiamato per gli auguri. Gli ho chiesto se avrebbe rifatto tutto, compresi i tanti no alle squadre del Nord. «Per orgoglio, quando giocavo, ho sempre difeso la mia scelta, ma qualche dubbio l'avevo. Adesso sono convinto di aver fatto bene. La Sardegna mi ha dato affetto e continua a darmene. La gente mi è vicino come se ancora andassi in campo a fare gol. E questa per me è una bella cosa, non ha prezzo. Lo sai che a Cagliari non volevo andare». Lo so. Quand'era ancora al Laveno gli arrivò la convocazione dell' Inter e Gigi era interista. Mostrò quel pezzo di carta a tutto il paese, compresi i dirigenti del Laveno che glielo sequestrarono e addio convocazione dell'Inter.

E poi, quand'era al Legnano e in Nazionale juniores, la svolta. Italia-Spagna
all'Olimpico, 13 marzo '63, molti osservatori in tribuna, per il Cagliari Silvestri, Tognon e il dirigente Arrica. Nell'intervallo, accordo col Legnano per 37 milioni. Nel secondo tempo Gigi segna il definitivo 3-2 e Dall'Ara (Bologna) offre 50 milioni. Ma ormai è fatta. Ancora Riva: «La Sardegna allora non era la Costa Smeralda, l'Aga Khan, era il posto dove mandavano i carabinieri per punizione. Dall'aereo, sembrava di andare in Africa. Un aereo che non andava oltre i quattromila metri, viaggi da incubo. Sono arrivato a Cagliari massacrato dalla vita, incazzato, chiuso e anche cattivo, se mi toccavano reagivo. Ero senza famiglia e ne ho trovate tante: quella del pescatore che m'invitava a cena, quella dell'edicolante, del macellaio, del pastore. Quando giocavamo a Milano, a Torino, c' erano cinque-seimila sardi che arrivavano dalla Germania, dalla Svizzera, dalla Francia. Mi dispiace di non aver tenuto tutte le loro lettere, ne basterebbe una o due per far capire perché abbiamo amato Cagliari, la Sardegna. Tutti, non solo io. E nessuno di noi giocatori era sardo. Ma eravamo un gruppo forte, solido, senza che nessuno ci avesse mai chiesto di fare gruppo. Rappresentavamo tutta l'isola, lo sapevamo e ci piaceva».

Per questo non si è mai mosso? «Anche per questo, e perché stavo bene così. Ma ogni volta ne parlavo coi compagni: se a voi va bene, rimango. Un giorno Martiradonna mi disse: rimani, così finisco di pagare la cucina. Ai tempi, si viveva di premi-partita, gli ingaggi non erano granché, tutto quello che ci veniva in tasca lo sudavamo sul campo, non c'erano sponsor per le scarpe, gli occhiali, le tute.
L'unica possibilità di guadagno extra mi arrivò dal regista Zeffirelli: 400 milioni per intepretare san Francesco in "Fratello sole, sorella luna". No grazie».

Uno scudetto: poco o tanto? «Poco, altrove ne avremmo vinti tre, ma davamo fastidio al Nord. E il destino, anche. Prima che Hof mi rompesse una gamba a Vienna, avevamo vinto 3-1 in casa dell' Inter ed eravamo primi in classifica. Mazzola sul 3-0 venne a dirmi: Gigi, andateci piano o qui vien fuori un casino. Rallentammo. Angelo Moratti so che mi voleva, ma Herrera preferiva Pascutti, più maturo e affidabile secondo lui. Non andò in porto. Ogni anno, sapendomi interista, Moratti mi mandava una sterlina d'oro per Natale. Una volta chiaro che non mi avrebbero preso, credo abbia dato dei soldi al Cagliari per garantirsi che non andassi altrove».

Con quali giocatori ha legato di più? «Non guardavo alla grandezza ma alla simpatia. Uno, Aristide Guarneri, che non vedo almeno da 35 anni, l'altro il povero Bruno Mora. Con Fabbri lui poteva fumare, io no perché ero l'ultimo arrivato. Allora Bruno mi chiamava dietro il pullman e mi passava una cicca. E poi, amici veri sono Boninsegna, Gori, Cera, Ferrero, Zignoli, Tomasini, quelli di quel periodo». Una volta con Riva, Cera, Longoni e Niccolai c'era un tavolo di ramino pokerato, in una saletta dell' hotel Belvedere a Bassano del Grappa. E grappa nei bicchierini, e tanto fumo a mezzanotte passata. Entra Scopigno e dice serafico: «L'ultimo che va via apra la finestra».

Questa non l' ho sentita raccontare perché il quinto al tavolo ero io, passato da sopportato ad accettato. Scopigno diceva: «Il calcio è un castello le cui fondamenta sono le bugie. Io dico pane al pane e brocco al brocco e passo per un tipo bizzarro. Tutti gli altri, dal mago Helenio al mago di Turi passando per
l'asceta Heriberto, sono tipi regolari».
Dice Riva: «Scopigno era intelligentissimo, ci faceva ragionare oltre il calcio e ci trattava da uomini. Pensa cos'era a quei tempi abolire il ritiro prepartita.
Quando si ruppe Tomasini inventò Cera libero e giocavamo un 4-4-2 molto attuale, solo Martiradonna e Niccolai giocavano a uomo. Scopigno aveva tanti interessi, dalla musica alla pittura, ci dava fiducia ma non dovevamo deluderlo. Se in albergo facevamo chiasso a tavola, picchiava il coltello su un bicchiere e diceva: ragazzi, non siamo a casa nostra. E non volava più una mosca.

Una notte in albergo si giocava a poker in camera mia, con Albertosi, Poli e Gori, fumo da tagliare con l'accetta, avevamo fatto salire panini e bottiglie. Bussano alla porta, sarà l'una, Gori intuisce chi è e si nasconde nell'armadio. Scopigno entra e dice: "Almeno invitare gli amici, quando si fa festa". Si siede sul mio letto e fa: disturbo se fumo? Noi zitti. E lui: però è l'ultima, anche per voi. Il giorno dopo abbiamo vinto 3-0».

Scopigno era un bel terzino destro, paragonato a Maroso. Era nel Napoli e chiuse la carriera (rottura legamenti) dopo uno scontro con Sivori. E' morto il 26 settembre del '93 e non ci fu a ricordarlo nessun minuto di silenzio, nemmeno a Cagliari. Il nostro calcio faceva già abbastanza tristezza allora. E adesso, Riva? «Adesso faccio fatica a seguire fino al 90' , ma mi sforzo, per dovere. Non sopporto le moviole, le frasi tipo "ecco, la maglia è leggermente tirata, c'è trattenuta, è rigore", oppure "anche se minimo un contatto con la caviglia sinistra c'è stato". Sarà che ho vissuto un calcio in cui certi liberi tiravano una riga vicino alla loro area e dicevano "se la passi ti spacco", tempi in cui per ottenere un rigore a Milano o a Torino non bastava un certificato medico di 15 giorni. Ma tutto questo rovina il calcio, che è un gioco fisico.

Io sarei spietato coi simulatori, prova tv e anche 5 giornate di squalifica. Mi ha fatto sincera pena quel difensore dell'Udinese, Bertotto, con Adriano che avanzava lui pedalava all'indietro, non lo sfiorava nemmeno per paura del rosso. Ma che calcio è, così iperprotettivo? All' estero arbitrano in un altro modo, e noi facciamo la parte dei piagnoni, dei vittimisti, di quelli che basta soffiarti addosso e vai giù chiedendo l' ammonizione. Questo non è il mio calcio». S'era intuito. Bisogna aggiungere che Scopigno abolì il ritiro prepartita perché diceva che vivere a Cagliari equivaleva a stare in ritiro. Mister, è vero che Cagliari ha un buon vivaio? «Sì, ma di ostriche». Mister, come ha visto mio figlio? «Dalla fine del secondo tempo in poi s'è comportato benissimo».

Riva, cos'avrebbe fatto se non fosse diventato calciatore? «Il contrabbandiere». Era un calcio impastato di ironia, di rabbia, di umanità. Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti come nella canzone di Conte. Non tornerà più perché il castello è cresciuto e le fondamenta sono sempre bugie. Ma se uno mi chiedesse di stringere Riva (Giggirrivva) in due parole, dovrei ricorrere allo spagnolo: hombre vertical.

[Alga]

Ripeto, incredibile che a 50 ani dal 1973, con due mondiali e un europeo vinti in più, la classifica cannonieri della storia d'Italia reciti

35 Riva
33 Meazza
30 Pioli

Segnava tantissimo tenuto contro del calcio di quegli anni, anche se la mentalità dell' 1 a 0 l'abbiamo e l'avremo sempre, per DNA storico, e non solo nel calcio ma in tutto.

F.F.

A parte che il buon Stefano non mi pare segnasse così tanto , riporto dalla gazzetta:
Ancora oggi il più prolifico marcatore della storia azzurra, con cui ha vinto l’Europeo del ’68 e a cui ha regalato la bellezza di 35 gol in 42 presenze, quando le partite erano sempre con le avversarie più grandi, più titolate.

GRANDISSIMO!

[uglygeek]

E Bearzot era un Pozzo ante litteram.

Come ante litteram?

[Johnny Rex]

Ripeto, incredibile che a 50 ani dal 1973, con due mondiali e un europeo vinti in più, la classifica cannonieri della storia d'Italia reciti

35 Riva
33 Meazza
30 Pioli

Segnava tantissimo tenuto contro del calcio di quegli anni, anche se la mentalità dell' 1 a 0 l'abbiamo e l'avremo sempre, per DNA storico, e non solo nel calcio ma in tutto.

F.F.

A parte che il buon Stefano non mi pare segnasse così tanto , riporto dalla gazzetta:
Ancora oggi il più prolifico marcatore della storia azzurra, con cui ha vinto l’Europeo del ’68 e a cui ha regalato la bellezza di 35 gol in 42 presenze, quando le partite erano sempre con le avversarie più grandi, più titolate.

GRANDISSIMO!

Beh no,questo non è proprio vero

Vediamo a chi ha segnato

6 Lussemburgo
4 Galles Messico Svizzera
3 Cipro Germania Est Svezia
2 Jugoslavia Portogallo
1 Belgio Brasile Germania Ovest Spagna

lo aveva già detto Meazza ai tempi

ma lui ha giocato contro Cipro e Turchia, io contro avversari più forti

F.F.

[Johnny Rex]

Ovviamente bellissima l'intervista a Mura, specie su come sia sempre rimasto segnato, in fondo, da quell'infanzia così sofferta

F.F.

[rob]

Ripeto, incredibile che a 50 ani dal 1973, con due mondiali e un europeo vinti in più, la classifica cannonieri della storia d'Italia reciti

35 Riva
33 Meazza
30 Pioli

Segnava tantissimo tenuto contro del calcio di quegli anni, anche se la mentalità dell' 1 a 0 l'abbiamo e l'avremo sempre, per DNA storico, e non solo nel calcio ma in tutto.

F.F.

A parte che il buon Stefano non mi pare segnasse così tanto , riporto dalla gazzetta:
Ancora oggi il più prolifico marcatore della storia azzurra, con cui ha vinto l’Europeo del ’68 e a cui ha regalato la bellezza di 35 gol in 42 presenze, quando le partite erano sempre con le avversarie più grandi, più titolate.

GRANDISSIMO!

Beh no,questo non è proprio vero

Vediamo a chi ha segnato

6 Lussemburgo
4 Galles Messico Svizzera
3 Cipro Germania Est Svezia
2 Jugoslavia Portogallo
1 Belgio Brasile Germania Ovest Spagna

lo aveva già detto Meazza ai tempi

ma lui ha giocato contro Cipro e Turchia, io contro avversari più forti

F.F.

Bisogna considerare il numero di partite giocate. Agli Europei del '68 l'Italia non giocò le qualificazioni. Ai Mondiali del '70 l'Italia giocò in un girone di qualificazione a tre squadre. Altri tempi, non quelli odierni della Uefa Nations League, dei gironi a sei squadre e di federazioni come San Marino, Gibilterra, Andorra e Liechtenstein che vedevano il calcio europeo in tv.

[Rosewall]

dimentico sicuramente qualcuno ma i primi due che mi vengono in mente che avrebbero potuto insidiare il record di Riva furono Del Piero e Vieri.
Del Piero, perché ha disputato tantissime partite.
Con il rapporto gol/partite tenuto alla Juventus, in Nazionale avrebbe segnato 36 gol circa (molto circa perché dovrei guardare i minuti effettivamente giocati ma non ho voglia).
Vieri, ancora di più. Avrebbe superato il record di Riva se avesse tenuto la percentuale realizzativa nei club anche in Nazionale oppure se avesse disputato una ventina di partite in più in azzurro (dove comunque la metteva dentro una volta su due).

[Ombra84]

Il problema è che quando avevamo Vieri ,Del Piero, Inzaghi( pure Totti volendo) giocavamo sparagnini. Adesso che giochiamo più europei non abbiamo più attacanti

[Nick]

Chi ha letto l'intervista di Mura avrà capito che genio che era Scopigno.
Eddie leggitela ci sono battute di Scopigno a dir poco fulminanti.

[orson.poeta]

Chi ha letto l'intervista di Mura avrà capito che genio che era Scopigno.
Eddie leggitela ci sono battute di Scopigno a dir poco fulminanti.

Eddie è la reincarnazione di Scopigno. L'ho sempre pensato

[orson.poeta]

Ha rifiutato la Juve (dove oltre a vincere di più avrebbe anche guadagnato molto di più) per restare a Cagliari, non c'è altro da aggiungere.

Oggi scappano in Arabia e 6 mesi dopo frignano per andarsene

Cambiato tutto il contesto, TF , poi sul fatto che quello sport dove un Clay andava in prigione sulle sue idee etc etc sia a tutti oggi la principale fonte di storie e mitologie sportive, anche perchè di eroico quelli di oggi fanno giusto beneficenza (se e quando la fanno) fra uno sponsor e l'altro siamo d'accordo.

Ma come mi domand(av)o se potesse esserci un Jannacci nella musica d'oggi (risposta secca, NO,un Vannacci sì ) così mi domando se in un calcio dove vieni gonfiato di soldi e aspettative sin dalla primavera quanto possano essercene di quei Grandi Uomini citati da Dsdifr e altri.

F.F.

Una correzione su Clay: non andò in prigione nemmeno un giorno ma oltre a perdere il titolo dei massimi fu squalificato per 3 anni già processato e poi assolto per resistenza alla leva. In prigione ci è andato Djokovic per le sue idee 3 anni fa In Australia anche se per poche ore.
Gigi Riva è stato un grandissimo ..non solo come calciatore ma soprattutto come Uomo. Basterebbe solo il suo No ai miliardi di Agnelli che volevano comprarlo per la Juve che allora stava iniziando un ciclo. Avrebbe almeno disputato la finale del '73 della Coppa dei Campioni. Sul resto che hai scritto concordo, anche se almeno sino al 2000 era un calcio meno drogato di soldi, sponsor e social di questo e calciatori più Uomini che eterni fragili adolescenti c'erano pensa a Baggio l'unico erede dei Riva, Rivera e Rossi in azzurro ..diciamo che se Baggio, pur in un altro ruolo, non fosse stato convocato dopo il ' 94 con il contagocce probabilmente con più partite a disposizioni poteva avvicinarsi sino a quando si è ritirato. Del Piero ha pagato quel grave infortunio e la staffetta con Totti dove quasi sempre lui partiva in panchina, Vieri dopo il 2004 non era più lui. Paolo Rossi senza quei due anni di squalifica forse sarebbe tra i primi 3 goleador in azzurro.
Oggi nisba anche a causa di nuovi mercati tipo l'Arabia Saudita.
Solo per questo è stato un Poeta in un calcio che giá diventava amara prosa, come De Andrè di cui era amico. Ve lo vedete De Andrè che per qualsiasi cifra fosse andato a sputtanarsi al Festival di Sanremo? Io no e meno male.

[Tican]

https://youtu.be/CTfgltu6XfE

Io ero li, giovane con la mia adorata tatina, a tifare Cagliari....e al goal esultai come ad un goal del Milan

Riva, un uomo impossibile da criticare

RIP

[tennisfan82]

Ecco chi era Gigi Riva

Un campione assoluto, il migliore attaccante della storia della nostra Nazionale. È Gigi Riva, un uomo dai grandi valori e capace di grandi rinunce, pur di non scendere a compromessi.

A raccontare tempo fa un aneddoto che ha reso ancora più chiaro lo spessore di Rombo di Tuono, è stato Francesco Totti nel suo libro: “Un Capitano”.

È il 2006, la Nazionale Italiana ha appena vinto il titolo mondiale battendo in finale la Francia ai rigori, ed è appena rientrata a Roma per la grande festa. Una festa alla quale Gigi Riva rinuncia.

“Dopo la vittoria del mondiale, al ritorno in Italia, il primo appuntamento è nel centro di Roma, il presidente del Consiglio Romano Prodi ci attende al palazzo del governo, in Piazza Colonna…

Arriviamo alle nove, in ritardo rispetto al programma. Prodi è sceso in strada ad accoglierci, dietro di lui c’è una fila di ministri, e so già che a Gigi Riva sta venendo l’orticaria. I politici non gli piacciono, specie quelli che, prima dell’inizio del mondiale, rilasciavano interviste nelle quali si chiedevano se dopo Calciopoli non sarebbe stato meglio restare a casa.

Il ricevimento a Palazzo Chigi è comunque piacevole ma malgrado il clima di festa assoluta, percepisco che qualcosa non va. Chiedo a Vito se ha orecchiato niente, e lui mi dice che ci sono problemi con Riva: quando ha sentito che sul grande pullman scoperto diretto al Circo Massimo non saliranno solo la squadra e lo staff che l’ha assistita al Mondiale, ma anche altri addetti federali e soprattutto qualche uomo politico, ha fatto una piazzata. Lo vedo in fondo alla sala, scuro in volto: cercano di trattenerlo, ma lui ha deciso. Scende rapidamente la scalinata interna, sbuca nella piazza accanto al pullman parcheggiato, prende il suo trolley e se ne va.

Se già lo ammiravo prima, per il suo passato da campione e per quella disponibilità unica a mettersi sempre dalla parte dei giocatori, adesso sento di amarlo proprio.

Trovo preziosa la sua capacità di non perdonare, di non lasciarsi scivolare addosso tutto come invece facciamo noi, che in quell’atmosfera di festa fingiamo per quieto vivere cosa aveva detto Tizio, cosa aveva proposto Caio e quanto ci aveva insultato Sempronio.

Gigi aveva invece chiarito di essere disposto a stringere qualche mano ma non a far salire tutti sul pullman dei vincitori. E con totale coerenza, una volta appreso che anche chi ci aveva osteggiato sarebbe entrato nelle foto, se ne va“

[Hakaishin]

un uomo con la schiena dritta prima e poi un eroe

[orson.poeta]

https://www.corriere.it/cronache/24_gen ... 04a6.shtml


Penso che dopo il 2006 e tutto quello che e' successe, dopo che in tanti salirono sul carro dei vincitori del Circo Massimo, Gigi Riva decise di staccarsi definitivamente da un mondo del calcio in cui per un bomber verticale come lui non c' era più posto. Un po' come per un De Andre' o Battisti non ci sarebbe stato posto in quello della musica se fosse vissuto ancora; prima erano Uomini prima che sportivi e artisti ecco perché ci sembrano più vicine le loro imprese che quelle odierne degli bimbominkia del pallone. Soprattutto tra i dirigenti e presidenti: fischi degli arabi più che per il minuto di silenzio in onore Rombo di Tuono , erano più giusti per loro.

[Johnny Rex]

A chi ha segnato Gigi Riva i suoi 156 gol in Serie A

15 Bologna
13 Vicenza
10 Milan Sampdoria Varese
9 Inter Roma Torino
8 Napoli Verona
7 Fiorentina
6 Brescia Juventus Mantova
5 Atalanta Lazio
3 Lecco Palermo
2 Foggia Genoa Ternana
1 Bari Catania Cesena Como Genoa Pisa Spal Venezia

Delle squadre che ha incrociato non ha segnato solamente ad Ascoli, Catanzaro ,Messina e Perugia.

F.F.

[orson.poeta]

Ripensando alla straordinaria media gol di Rombo di Tuono soprattutto in Nazionale, non possiamo dimenticare il suo miglior partner, almeno a mio parere, con cui fece coppia anche nel Cagliari. Parlo di Roberto Boninsegna detto Bonimba.. sempre per un'intuizione di Gianni Brera.
Ho ritrovato questa sua intervista in occasione dei suoi 80 anni (passati quasi sotto silenzio ) dove ricorda il suoi rapporto di "amore -odio" con Luis Riva. Pensare che un tempo ai Mondiali potevamo contare su giocatori di tale livello in attacco, almeno sino agli anni novanta, stringe il cuore. Considerando che con tutto il rispetto ora abbiamo Raspadori e Scamacca titolari in azzurro
https://milano.corriere.it/notizie/cron ... 1xlk.shtml