Purtroppo oggi S.Martino (campanaro) Verkerk ha toppato di brutto: la sua peggior partita di quest’edizione degli Open di Francia è coincisa proprio con la finale, un appuntamento da non fallire. Teso come una corda di violino all’inizio del match a discapito della solita aria allampanata della serie "ma dove sono capitato?!", S.Martino ha concluso con un disastroso 6-1 il primo parziale. Le avvisaglie di una sconfitta dai caratteri ineluttabili si sono manifestate innanzi tutto con un servizio dalle percentuali largamente insufficienti per i suoi standard, e poi anche con una mobilità dimezzata (residui di acido lattico?) rispetto agli incontri precedenti. Quello che lo ha fregato fino alla metà del primo set è stato un atteggiamento eccessivamente passivo, remissivo quasi, che lo portava a palleggiare contro il re dei palleggiatori: suicidio tattico. Nel terzo l’olandese cominciava a spingere, ma era ormai troppo tardi e Ferrero aveva vita facile, finendo per concludere in tre comodi set peraltro con il suo marchio di fabbrica sul matchpoint: il diritto, avversario da una parte, palla dall’altra. Gioco-partita-incontro quindi e un applauso a Mosquito che stavolta non fallisce l’appuntamento col destino. Un bravo lo stesso a Martin che ha fatto cmq un torneo da 1000 e una notte (aspettando suoi futuri exploit sul cemento e indoor e magari già a partire dal verde dei prati londinesi)!
Vista dalla parte dello spagnolo, invece, si può dire che ha fatto un percorso estremamente regolare durante queste ultime due settimane e, pur non strabiliando, non ha rischiato quasi mai niente tranne nel quarto contro il picchiatore Gonzalez. Che dire? Bravo Mosquito, stavolta non ha tremato, si è preso la rivincita su Costa, e complessivamente ha centrato l’obiettivo su cui stava lavorando fin da piccino. E’ l’inizio dunque di una gloriosa serie al Roland Garros oppure soltanto uno sporadico fuoco fatuo? Difficile dirlo, anche se le premesse ci sono tutte e i piazzamenti progressivi degli anni passati sembrerebbero confermare una tendenza che non è destinata ad arrestarsi: vedremo. Sia come sia, è attualmente il giocatore più forte al mondo sul rosso, e su questo si possono sollevare pochi dubbi, credo.
Curiosità: adesso l’unica "new ball" del lotto dei quattro designati alla gloria (Hewitt, Safin, Ferrero e Federer escludendo per il momento Coria e Roddick) a non essersi imposto in un Grande Slam è proprio lo svizzero gommoso, paradossalmente il più dotato tennisticamente... E’ ora che anche Federer ci faccia vedere finalmente di che pasta è fatto (sarà mica... di gomma??!!), anche perché è decisamente il mio preferito fra quelli che ho elencato, senza nulla togliere agli altri, tutti ottimi atleti beninteso (ho detto atleti, non tennisti... heheh, sarà un caso?
).
Un’ultima nota di demerito a Ferrero che con inaspettato provincialismo ha fatto il discorsetto di chiusura (le solite 4 banalità cmq) in spagnolo, mentre il buon Verkerk si è applicato bene e prima di rivolgersi ai suoi tifosi in olandese ha esordito con qualche simpatica frasetta di circostanza in inglese. Ferrero visto che c’era poteva anche attaccare direttamente col catalano, il basco o l’andaluso che tanto era uguale. Hasta la vista Mosquito!